Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Premio Nobel per la Pace 2012 all’Unione Europea

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Con decisione memorabile il Comitato di Oslo, all’unanimità, ha assegnato il Premio Nobel per la Pace 2012 all’UNIONE EUROPEA, un momento storico commovente, sogno secolare di generazioni di grandi spiriti, realtà delle generazioni attuali, che sempre dovrebbero essere consapevoli e grate di questo straordinario riconoscimento, frutto sia delle amare e tragiche esperienze delle guerre fratricide, dei nazionalismi, degli odi, dei pregiudizi, sia dell’impegno appassionato di lungimiranti statisti, uomini politici, intellettuali, economisti, industriali.

Questa scelta cade in un momento di smarrimento di queste consapevolezze, essendo la cronaca quotidiana appiattita sulle questioni solo economiche, sulla crisi, sul valore dell’euro, sugli sbalzi quotidiani dei mercati.

L’EUROPA UNITA è stata ed è ben altro evento storico grandissimo e positivo all’estremo, di cui prendere consapevolezza ogni giorno sempre di più, di cui essere orgogliosi e grati e trarre da questi sentimenti la voglia e lo sforzo di accrescerla, di renderla più stabile e duratura.

“L'Unione europea e i suoi predecessori hanno contribuito per più di sei decenni a promuovere la pace, la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani in Europa», ha detto a Oslo il presidente del Comitato per il Nobel, il norvegese Thorbjoern Jagland.

 

«Il più importante risultato dell’Ue è l'impegno per la pace, la riconciliazione e per la democrazia e i diritti umani.

Il ruolo di stabilità giocato dall'Unione ha aiutato a trasformare la gran parte d'Europa da un continente di guerra a un continente di pace», si legge nelle motivazioni del premio Nobel per la pace 2012 assegnato all’Ue.

«Oggi una guerra tra Germania e Francia sarebbe impensabile, ciò dimostra che con la reciproca fiducia nemici storici possono diventare partner. La Caduta del Muro ha reso possibile l'ingresso dei Paesi dell'Europa centrale e orientale», afferma ancora il comitato che assegna il riconoscimento.

«Negli anni Ottanta, Grecia, Spagna e Portogallo, entrarono nella Ue. L'introduzione della democrazia fu una condizione per il loro ingresso», nota ancora il Comitato. «L'ammissione della Croazia per l'anno prossimo, l'apertura dei negoziati con il Montenegro e lo status di candidato alla Serbia hanno tutti rafforzato il processo di riconciliazione nei Balcani», scrive ancora il comitato, secondo il quale la possibile adesione all'Ue della Turchia «ha fatto progredire la democrazia e i diritti umani in questo paese».

La decisione è stata raggiunta «all'unanimità» dai cinque membri della giuria, sostiene la TV norvegese Nrk, citando diverse «fonti affidabili». La notizia del Nobel ai Ventisette era cominciata a circolare in mattinata, anticipata dalla tv norvegese.

Il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, si è detto «profondamente commosso e onorato» per l'attribuzione del Nobel per la pace all'Unione europea. «L’Ue - ha scritto su Twitter Schulz «sopraffatto dall'emozione» - è un progetto unico che ha sostituito la guerra con la pace, l’odio con la solidarietà».

«È un grande onore per tutta l’Ue, per tutti i 500 milioni di cittadini, ricevere il premio Nobel per la pace 2012». Questa la prima reazione del presidente della Commissione europea Jose Manuel Durao Barroso.

 

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