Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Vivisezione e progresso

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La vivisezione è il torturare animali in nome del “progresso”, quindi, per  far progredire il mondo, ogni mattino, c’è gente qualificata che fa colazione, carezza il cane Rex nel salotto di casa, si reca al laboratorio e scortica il cane B239.

Ci sono varie motivazioni che spingono gli uomini  a fare test su animali, la più stupida è quella legata alla cosmesi,  la più utile è quella legata alla sopravvivenza.

La cosmesi non risolve problemi legati alla sopravvivenza degli esseri umani,  quindi, è inutile seviziare un animale per testare il rossetto di turno.

In sintesi, la gente dovrebbe comprare prodotti non testati su animali ed i governi dovrebbero impedire i test per tali finalità cosmetiche. Tutto quello che è diverso da questo è regresso, ossia, essere cavernicoli.

Il problema serio, invece,  è il capire se accettare o il ripudiare l’idea di torturare per sopravvivere, ossia, per il curare e prevenire malattie.  L’uomo ha sempre ucciso per la sua sopravvivenza,  quindi, in realtà, la vivisezione applicata alla ricerca di cure mediche è solo uno dei tanti modi che l’uomo ha per sopravvivere.

Il progresso in campo medico applicato alla sopravvivenza  è sicuramente uno degli esempi più “utili” per giustificare una tortura, ossia, io torturo altri esseri per far stare bene a tutti.  Possiamo mai dire che è sbagliato?  Dipende.

 

Attualmente abbiamo più scuole di pensiero, alcuni dicono che è necessario fare test su animali, altri sostengono che non sempre, o mai, sono necessari.  In primis, dobbiamo  stabilire definitivamente ed ufficialmente quali test sono necessari e quali no.

Partiamo dalla triste ipotesi che in alcuni casi non sia possibile sottrarsi alla scelta di fare dei test su animali vivi. Da tale ipotesi, possiamo subito concludere che nei casi evitabili, i governi dovrebbero agire come nel caso della cosmesi, ossia, impedire queste evitabili torture.  Tutto quello che è diverso da questo è regresso, ossia, essere cavernicoli.

Ma allora, su cosa veramente dobbiamo interrogarci?  
La domanda vera da porci è:  possiamo seviziare degli animali per la nostra sopravvivenza?  La risposta è dura, ma è SI.

Quindi, il progresso può giustificare la tortura nei casi in cui questo può migliorare le nostre vite? Assolutamente no! 
Se avete risposto si, siete inciampati nel mio gioco di parole,  in caso diverso, siete semplicemente egoisti.

Il punto focale della questione è la sopravvivenza  che in questo caso è rappresentata dal trovare la cura di quelle malattie che ci rovinano e ci tolgono la vita.  Dove voglio arrivare?  Semplice, io non concepisco l’idea che si possa torturare un animale per trovare cure per piccoli problemi di salute, ossia quelli che posso essere “tollerabili” e privi di potenzialità sterminati o altamente invalidanti.

Con questo, non dico che si debba in questi casi rinunciare alla ricerca di cure, e non dico neanche che si debba evitare di fare test su animali. Quello che vi stò dicendo è di dimenticarvi in questi casi la parola PROGRESSO.

Nel caso di mali “minori” non è vitale torturare animali,  quindi,  o si testano le cure in un altro modo, o si tortura l’animaletto  ammettendo che in questo caso il “progresso” in campo medico non è sopravvivenza,  ma egoismo. Signori e signore, dimenticatevi la parola PROGRESSO.

Sono scorretto nel dirlo? Spero di no, ma di sicuro non risulterò  adesso simpatico a chi ha un piccolo problema e vorrebbe per esso una cura efficace.  Perdonatemi signori per le cose che ho detto,  ma io non lotto per impedire che vengano torturati animali per i vostri piccoli disagi, io voglio solo che sappiate che dietro la ricerca della cura non troverete PROGRESSO, ma solo EGOSIMO.

Io giustifico l’atrocità di una tortura solo se è dettata da uno spirito di conservazione,  quindi,  per la cura di mali almeno mediamente “atroci”.

In sintesi, io non giustifico una tortura che nasce dall’idea che il nostro corpo debba essere perfettamente funzionante ad ogni costo. Questo NON E’ PROGRESSO, ma egoismo, quindi non ci sono motivi validi.

Mi rendo conto che non tutti hanno la fortuna di avere un corpo libero al 100% da problemi, ma il ritornare al 100% può mai giustificare la morte atroce di animali indifesi? Molti di voi ucciderebbero con le loro mani un piccola scimmia per risolvere qualche minimo fastidio del proprio corpo?

Moltissimi di voi non ucciderebbero quella scimmia e si terrebbe il problema. Ed allora il problema non esiste? Esiste!  Voi non uccidereste in un laboratori, ma non vi attivereste mai per impedire che lo facciano altri al posto vostro. La vostra probabile “scusante” sarà quella di dirmi che il PROGRESSO è importante e che in campo medico si deve fare passi avanti. Praticamente, buttereste a casaccio slogan generici per mascherare il vostro EGOISMO.  Questo NON E’ PROGRESSO, questo è far finta di nulla per egoismo.


Quindi,  quale potrebbe essere il vero progresso per l’umanità  nei riguardi della “questione vivisezione”?

Ecco i punti che potrebbero da subito far evolvere la razza umana:

A) L’uomo deve rivedere i suoi bisogni, deve capire e eliminare quelli che possono inutilmente "uccidere" .

B) L’uomo deve accettare l’idea di tenersi i suoi piccoli problemi di salute, se per la cura di questi è necessario torturare esseri viventi. In caso contrario, può anche continuare a torturare animali, ma deve smetterla di parlare di PROGRESSO.

C) L’uomo deve accettare l’idea che per la sua sopravvivenza è comprensibile il commettere atrocità, ma solo ed unicamente nei casi inevitabili.  In questo caso, non si deve fare un applauso per questo gesto, ma neanche si deve demonizzare chi si sporca le mani per tutti noi.

Il vero progresso per l’umanità non è nelle tecnologie mediche, ma nel trovare un equilibrio tra egoismo ed istinto di conservazione.

Lo trovate possibile?

Per ora no, la stupidità non ci fa neanche superare il punto “A”, dunque partiamo da quel punto.


 


 

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