L'Anno Mille (2)

Condividi

“Ascolta e ricorda, piissimo Zar, che tutti i regni cristiani si sono riuniti nel tuo regno, che due Rome sono cadute, ma che la terza sta eretta e che non ce ne sarà una quarta: il tuo regno cristiano non sarà sostituito da nessun altro.” (1515-1521 , lettera scritta dal monacoFiloteo del monastero Eleazar di Pskov al gran principeVassilij III )

E’ chiaro che l’immagine fosca e buia di un Anno Mille in preda al panico, pervenutaci attraverso le deformazioni ideologiche del Rinascimento e dell’Illuminismo, Razionalismo contro irrazionalismo, è abbastanza falsata.

D’altra parte non va dimenticato l’influsso non indifferente che hanno nell’opinione pubblica ancora oggi gli schemi millenaristici. La stessa religione cristiana, sia a Roma come a Costantinopoli,che concepiva la storia come un breviario di esempi che mostravano l’onnipotenza e la provvidenza divina, contribuiva,ponendo un fine e una fine, teologia - teleologia - escatologia, alla storia, ad accrescere questo senso di precarietà. Lo schema dominante nel modo di raccontare il racconto storico è unico: si inizia dalla cacciata di Adamo ed Eva per giungere al Giudizio universale: nel mezzo di questi due estremi c’è un “medium aevum”, un tempo medio pieno di trbolazioni,di ansie e di paure in cui l’uomo è costretto a vivere e che ha “senso” solo in rapporto al passato mitico e al futuro mitico. Tutti temi che ritroviamo nelle pitture, nei “cicli” delle chiese: essi danno vita a quella che sarà chiamata la “Biblia picta”, una sorta di vero e proprio messaggio per immagini, propagandistico, al fine di scolpire nella mente dei “semplici” il verbo cristiano.

E’ significativo che a dominare questo racconto per immagini,dall’alto della sua posizione, c’era un Dio pantocratore severo e austero, che col suo atteggiamento rivelava la sua costante presenza negli eventi umani.

La stessa mentalità dei chierici,che erano gli unici intellettuali del tempo, che avevano fuggito il mondo perché troppo perverso e malvagio,per natura chiusi in se stessi, lasciava poco spazio a un ottimismo immanente; il loro stesso modo di concepire la fede era un modo irrazionale, che quindi non si poneva e non doveva porsi quesiti razionali,anzi la vera fede doveva essere attinta con l’istinto o meglio con l’amore per cui da parte di tanti monaci il disprezzo della poesia e della letteratura fini a se stesse, l’importanza di scrivere e leggere la storia come atto di edificazione privata e collettiva. Le arti del “trivio” e del “quadrivio” venivano studiate per quello che di mistico, di misterioso,di profondo poteva essere contenuto in esse.

D’altra parte non dimentichiamo la fame, l’indigenza, la miseria, le carestie, le epidemie, le invasioni, le distruzioni, lo spopolamento di ampie zone,che,progressivamente, da coltivate che erano, ridiventavano foreste, paludi, ecc…, quindi era facile pensare ad una imminente catastrofe. Le comete, le eclissi, tutti i fenomeni naturali insomma appena un po’ fuori della norma, già dai tempi antichi indicanti prossimi disastri, nel medioevo dagli scrittori vengono intesi nella “logica” del loro tempo, che, come si è detto, credeva con l’irrazionale più che col razionale, come segni di ammonimento.

Segni, ammonimenti si, ma anche punizioni divine, basti pensare alle carestie e alle epidemie, che per i chierici erano dovute alla corruzione dilagante nel clero. Le stesse eresie erano considerate come segni di traviamento di cui era preda l’intera umanità. Gli eresiarchi erano degli Anticristo, come si affermava nei Vangeli, venuti a sedurre il popolo di Dio con le loro ambigue profezie, quindi, se scoperti, non volevano ritrattare, dovevano essere mandati al rogo”purificatore”. A dare una mano a questa “mentalità” erano le stesse Sacre Scritture, i Vangeli, ma soprattutto l’Apocalisse di Giovanni in cui si sosteneva che un giorno, passato il millennio, sarebbe venuto Satana a scatenarsi contro l’umanità, preceduto dalla seduzione dell’Anticristo; sarebbe venuta la fine del mondo.” Trascorsi mille anni, Satana verrà sciolto e uscirà dalla sua prigione a sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra., Gog e Magog, per adunarle a battaglia, numerose come le sabbie del mare”. Così il capitolo XX dell’Apocalisse. Valendosi di queste ed altre testimonianze, i chierici incitavano il popolo di Dio a purificarsi, a tenersi pronto per l’ultimo viaggio. Si indicevano sacrifici collettivi. I potenti come gli umili non smettevano di fare sacrifici.

Accanto a queste profezie, miti, ecc…, ne troviamo altri, tra cui uno dei più importanti è il mito di Roma. Si pensi all’imperatore Ottone che vuole riportare la sede dell’Impero a Roma,alla sua “Renovatio”, ecc… Sarebbe interessante vedere la continuità e l’incidenza di questa mentalità ai nostri giorni. Per esempio tentare un’analisi strutturalistica dell’opera marxiana: l’incidenza dei Vangeli e soprattutto dell’Apocalisse nella sua concezione teleologica ed escatologica della storia. In una lettera ad un amico è illuminante il fatto che Marx definisca la storia un letamaio: forse reminiscenze teologico-cristiane, la storia come scandalo e liberazione da questo scandalo, non si dimentichi che Marx aveva origini ebraiche, quindi si dovrebbero vedere addirittura le influenze del Talmud e della Cabala,ecc… .

 

L’Anno Mille (1)

 

Statistiche

Utenti registrati
137
Articoli
3178
Web Links
6
Visite agli articoli
15304684

(La registrazione degli utenti è riservata solo ai redattori) Visitatori on line

Abbiamo 475 visitatori e nessun utente online