Laicità della politica, la lezione di Engelhardt
Credenza religiosa e scelta politica. Un contrasto che nel dibattito pubblico delle democrazie occidentali risuona quanto mai vivo giacchè orienta con le sue oscilalzioni la vita della società su questioni come la bioetica, la sessualità, la libertà dell'individuo. Se ne è discusso nella sala consiliare del Comune di Napoli con il prof. Hugo Tristam Engelhardt, medico e filosofo americano, uno dei massimi riferimenti del pensiero contemporaneo sui temi dell'etica sociale. Il progetto di costruzione di una morale universale è evidentemente fallito al cospetto della storia, ha spiegato Engelhardt, cristiano ortodosso, esperto di teologia.
Anche se due comunità condividono gli stessi valori, sarà il loro diverso ordine di priorità a delineare sistemi morali differenti e differenti orizzonti politici. "Dobbiamo innanzitutto decidere che cos'è l'eutanasia - ha affermato Engelhardt - Un conto è se qualcuno mi dice che, in quanto medico, devo praticare l'eutanasia, un'altra cosa è se qualcuno mi chiede: non curarmi. Abbiamo bisogno di riflettere a fondo sul modo con cui i valori vanno in conflitto."
Il Presidente dalla consulta italiana di bioetica, Maurizio Mori, ha rilevato come Napoli in questo momento rappresenti un importante riferimento della scena nazionale, un laboratorio di civiltà dove si innestano politica e cultura, come testimoniano i recenti regristri sul testamento biologico e sulle coppie di fatto approvati dalla Giunta e consegnati alla discussione del consiglio comunale. L'Assessore Tommasielli ha sottolineato la rilevanza del pensiero di Engelhardt che, da cristiano praticante, riconosce il primato della laicità nelle scelte pubbliche, in nome di una sintesi dei valori di comunità che è trascritta nella Carta Costituzionale.
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