Il breve amore tra il principe Pignatelli e la castellana
Lei era la figlia del brigadiere Felice e nipote del comandante del castello Rocco Renner, lui il principe di Strongoli, ufficiale della Repubblica Napoletana. Un amore breve ma intenso, troncato su un patibolo prima ancora che Ferdinando potesse veder nascere il bimbo atteso da Franceschina che vide la luce nell'aprile del 1800. "Don Ferdinando Pignatelli, di 27 anni, statura bassa, delicata corporatura, viso colorito e lunghetto, naso lungo profilato, occhio cervone, di temperamento igneo e vivace, parla anche bene la lingua francese. " Questo l'identikit fornito della polizia borbonica durante gli anni delle congiure giacobine di cui sia Ferdinando che suo fratello Mario furono protagonisti.
L'unica grazia concessa a Ferdinando furono le nozze per procura che si svolsero il 25 agosto del '99 quanto Franceschina era incinta di tre mesi. Negli ultimi istanti di vita Pignatelli raccomandò caldamente al confortatore dei Bianchi la creatura che stava per nascere e che avrebbe portato il suo nome: Ferdinando. Fu decapitato il 30 settembre in Piazza Mercato, con il fratello Mario. "Il principe di Strongoli Ferdinando Pignatelli ascese il patibolo onorando il di 30 settembre1799, immediatamente dopo che la medesima mannaia avea troncata la testa di Mario suo fratello carissimo. [M.D'Ayala - Vite dei benemeriti italiani uccisi dal carnefice - Napoli 1883] Di seguito il documento sottoscritto dal principe di Strongoli per effettuare il matrimonio tramite procura: "Io sottoscritto Ferdinando Pignatelli eleggo Pasquale Sansone per effettuare per procura il matrimonio con Franceschina Renner, avendo con essa anticipatamente data parola nella Parrocchia di Chiaia. Ed in caso detto Pasquale Sansone non potesse accetare detta procura, potrà egli eleggere altra persona. - Ferdinando Pignatelli Ma al vendicativo despota non bastò il sacrificio di entrambi i fratelli: persecuzioni ed espropri mai diedero pace sia alla sventurata donna che a suo figlio ed i suoi discendenti, e si perpetuarono per tutto il tempo che i borbone regnarono nella signoria di Napoli. |
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