Ucraina: i Neocon hanno fallito, Victoria Nuland si ritira dal teatro di guerra

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Il segretario di Stato americano per gli affari politici, Victoria Nuland ha fallito, il braccio armato di Anthony Blinken, lascerà l'amministrazione di Joe Biden nel bel mezzo della guerra in Ucraina e della campagna elettorale statunitense.

L'annuncio dato dallo stesso Segretario di Stato, Anthony Blinken, lo scorso 5 marzo 2024, ha dato adito a tutta una serie di teorie sui motivi delle sue dimissioni, che ovviamente non vengono rivelati nel comunicato ufficiale.1

Il comunicato ufficiale si limita ai soliti elogi di circostanza per i trentacinque anni di onorato servizio pubblico sotto sei presidenti e dieci segretari di Stato, servizio reso con “feroce passione” nel combattere per i valori in cui crede di più: libertà, democrazia, diritti umani, ma soprattutto la capacità degli USA di ispirare questi valori e promuoverli in ogni angolo del mondo.

Continua Blinken: «C'è così tanto da ammirare in lei al di là della funzione diplomatica che sarà la leadership di Nuland espressa in Ucraina quello che i diplomatici, gli studenti di politica estera, e i giornalisti d’inchiesta studieranno per gli anni a venire».

 

Su questo punto non c'è alcun dubbio, Victoria Nuland è già oggetto di studio da parte di diplomatici e studenti, di storici e giornalisti d’inchiesta. Se oggi scrivo di Victoria Nuland è per ricordare soprattutto la scia di cadaveri che si lascia alle spalle dopo trentacinque anni di servizio senza scrupoli.

La funzionaria statunitense proviene da una famiglia di medici, figli di immigrati ebrei russi, ha studiato alla prestigiosa università privata Brown University. Parla francese e russo e ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni '80 come funzionario pubblico in Cina.

Da lì ha poi ricoperto vari incarichi in campo diplomatico, che in un modo o nell'altro avevano sempre un legame con l'URSS e, dopo la sua dissoluzione, ha continuato a fluttuare nel “vuoto” post-sovietico.

Tra il 2003 e il 2005 è stata uno dei principali consiglieri del vicepresidente Dick Cheney durante l'occupazione dell'Iraq. Poi è stata nominata da George Bush, che stava iniziando il suo secondo mandato, ambasciatrice degli Stati Uniti presso la NATO. All'epoca aveva molti incarichi, dalla ricerca, con metodi molto discutibili, del sostegno internazionale per l'occupazione statunitense dell'Afghanistan, alla promozione dell'espansione della NATO fino ai confini della Russia.

Nell'aprile 2008, durante il vertice NATO di Bucarest, a seguito delle dichiarazioni di G.W. Bush 2 la Nuland iniziò senza tregua a pressare i governi dei paesi NATO affinché aderissero pienamente e incondizionatamente ai piani d'azione prestabiliti dai think tank statunitensi per la sottomissione di Ucraina e Georgia al protettorato USA.

L'attuale direttore della CIA, William Burns, che all'epoca era ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, ricorda nelle sue memorie che già prima del summit NATO in Romania del 2008 aveva avvertito l'amministrazione statunitense delle implicazioni dell'eventuale sottomissione di Georgia e Ucraina: «La più rossa di tutte le linee rosse sia per loro, sia per voi ma soprattutto per la Russia».

La risposta di Putin non si fece attendere, durante lo stesso summit di sedici anni fa rappresentò plasticamente l’abisso nel quale gli USA, grazie alla loro voracità senza limiti, avrebbero fatto sprofondare i popoli d'Europa. All’epoca sembrava quasi un'assurdità, una boutade, la solita “sparata” yankee del solito G.W. Bush dignitosamente brillo, ma alla fine quella follia diventò accettabile e i governi del protettorato la condivisero e vi si sottomisero volentieri.

Questo è ciò che diplomatici, studenti di politica, giornalisti d’inchiesta studieranno nei prossimi anni, ovvero come si è svolta la leadership della Nuland in Ucraina fino al giorno delle sue dimissioni.

Nel 2013, Obama la nominò assistente del segretario di stato per gli affari europei ed euro-asiatici, una posizione che ha ricoperto per quattro anni e che si è rivelata fondamentale per permettere alla Nuland di dirigere fino ad oggi le sorti dell’Ucraina, ottenendo una UE che si sta riarmando, preparandosi ad una guerra calda contro la Russia che a sua volta ha occupato il 20% del territorio ucraino. Ucraina devastata dall'invasione e da un conflitto, sponsorizzato dai rifornimenti occidentali che perpetuano la guerra a nocumento del welfare dei cittadini della UE e dei contribuenti USA. Qui entrano in scena le attività di un’altra famiglia, i Biden, attività che sebbene meritano un focus dedicato, restano comunque marginali, se non ininfluenti, rispetto alla ben più importante missione della Nuland presa in esame da questo articolo.

Come si è manifestata al mondo per la prima volta la leadership della Nuland in Ucraina? Con le proteste popolari contro il governo di Victor Yanukovych iniziate alla fine del 2013. Gli Stati Uniti non hanno dato solo un sostegno “morale”, nel dicembre 2013, in occasione di una conferenza a Kiev, Victoria Nuland ha tranquillamente rivelato l’ammontare degli investimenti che il suo paese aveva effettuato in Ucraina negli anni precedenti, più di 5.000 milioni di euro. I think tank come il National Endowment for Democracy 3 hanno ricevuto decine di milioni di dollari per finanziare organizzazioni giovanili nazionaliste, formare politici nazionalisti e media sotto il controllo degli Stati Uniti in Ucraina, per rovesciare il governo di Victor Yanukovych.

Nasce anche la fondazione USA-Ucraina finanziata dai colossi dell’energia, ad esempio la Chevron.4

Nascono inoltre in Ucraina il Front for Change, Open Ukraine Foundation, Fronte Popolare, ovviamente a spese dei cittadini del protettorato europeo. Sempre nel dicembre 2013, l’algida Nuland scortata dall’ambasciatore USA è stata filmata mentre distribuiva generi di conforto nella piazza centrale di Kiev: che ci faceva un'alta funzionaria del Dipartimento di Stato che “coccola” sia manifestanti antigovernativi che agenti antisommossa in un paese lontano migliaia di chilometri nel bel mezzo di una rivolta?

La signora, tra una passerella e l’altra, stava organizzando la composizione del nuovo governo ucraino, non frutto della rivolta o di elezioni anticipate, assicurandosi che fosse il candidato statunitense, reclutato in giovane età presso Academic and Research Institute of Business, Economics and Management di Kiev, Arseniy Yatsenium, a insediarsi nel palazzo del potere Ucraino.

«E se invece l'UE avesse in mente un altro candidato?»

«FU** EU! e l'ONU ci aiuterà, con ogni mezzo!» rispose all'ambasciatore USA a Kiev, conversazioni telefoniche sistematicamente intercettate dai servizi di mezzo mondo.5 E per dimostrare quanto poco gli importasse del benessere e dei legittimi interessi dei partner UE, già prima del sabotaggio del Nord Stream 2, che era largamente finanziato da aziende private tedesche, dichiarò candidamente in un briefing del Dipartimento di Stato nel gennaio 2022 che se la Russia avesse invaso l'Ucraina, in un modo o nell'altro, il Nord Stream 2 non sarebbe entrato in servizio. Una frase premonitrice che si è magicamente concretizzata appena un anno dopo con un'altra di quelle frasi che sono diventate parte della sua celebre raccolta di aforismi da guerrafondaia.

In risposta a una domanda posta dal repubblicano Ted Cruz al riguardo dell’esplosione del gasdotto sottomarino, disse: «Come lei sono molto contenta, come tutta l'amministrazione, di sapere che Nord Stream 2 è ora solo un pezzo di metallo in fondo al mare».

Se c'è una cosa che non si può negare a queste persone è la sincerità, che non teme confronti perché forte del suo potere.

La principale virtù della Nuland è la flessibilità: saper lavorare un giorno per amministrazioni conservatrici e il giorno dopo, senza battere ciglio, lavorare per le amministrazioni progressiste dei democratici non è da tutti, dimostrando al tempo stesso quanto poco vari il grado di aggressività della politica estera degli Stati Uniti, indipendentemente dal partito al potere, potere nelle mani di personaggi dalla moralità pari o peggiore della Nuland.

E di pari caratura morale della Nuland, troviamo anche molti altri personaggi: infatti non possiamo parlare di Victoria Nuland senza citare il marito Robert Kagan. Chi è Robert Kagan? Sinteticamente lo si può definire uno di quei classici fanatici neoconservatori, come Dick Cheney e Donald Rumsfeld, insieme ai quali ha fondato il Think tank Project for The New American Century, progetto che mira a promuovere la leadership planetaria degli Stati Uniti.

L'obiettivo di promuovere la leadership globale degli Stati Uniti non viene fuori dal nulla, come non nasce dal nulla il pensiero di Robert Kagan. Suo padre, Donald Kagan, è stato uno dei fondatori del movimento Neocon alla fine degli anni Settanta.

Le tesi di Kagan senior e junior coincidono ergo Robert è il frutto dell’albero avvelenato, frutti avvelenati che necessitano di un funzionario competente per distribuirli in tutto il mondo, tant’è che ne ha sposato uno.

Questo gruppo ristretto di intellettuali è convinto che gli Stati Uniti sono predestinati ad esercitare un dominio politico e militare totale, un protettorato globale sotto il loro controllo, e che per raggiungere il loro scopo tutto diventa accettabile, tutto è possibile, dal seminare il pianeta di basi missilistiche, al fermare le economie emergenti, fino a scatenare qualsiasi tipo di guerra à la carte, ovunque lo ritengano necessario, spazio incluso. E per qualsiasi tipo di guerra, ovviamente intendono qualsiasi guerra che loro decidono di iniziare a prescindere dalle ragioni oggettive che la potrebbero in qualche modo giustificare. Robert Kagan ha scritto già dal 2006 dell'opportunità dell'adesione dell'Ucraina alla NATO e all'Unione Europea come modo per ottenere l'espansione dell’occupazione occidentale in tempi brevi.

Avevano già scelto, avevano già deciso le sorti di oltre 740 milioni di cittadini europei. Nel giugno del 2022, l'economista americano e professore dell'Università della Colombia, che è stato consulente dell'ONU per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, Jeffrey Sachs ha dedicato ai Neocon un articolo molto illuminante, si intitola: La guerra in Ucraina è l'ultimo disastro provocato dai neoconservatori.6

In sintesi vi si legge che anche l'attuale amministrazione statunitense, Biden, è dominata dagli stessi neoconservatori che hanno incoraggiato in vari governi ad ingaggiare altre guerre: Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, Ucraina e che tutte loro, per effetto domino, hanno spinto la Russia a invadere l'Ucraina. Secondo Sachs, i Neocon hanno provocato una guerra dietro l’altra per costringere la Russia ad entrare in scena.

«La Russia è entrata in parte per cercare di fermare la loro avanzata e in parte per scoraggiare il loro tentativo di predominio nel mercato delle materie prime. Se l'UE avesse dei leader di alto profilo, si sarebbe già allontanata da questi disastri di politica estera. La vera soluzione, ha aggiunto, è porre fine alle fantasie neo conservatrici degli ultimi 30 anni». Continua Sachs: «Cremlino si sta preparando seriamente per la battaglia per l'Ucraina. Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, sia gli Stati Uniti che la Russia avrebbero dovuto mediare per un'Ucraina neutrale, come prudente area-cuscinetto di garanzia, come una valvola di sicurezza, invece i neoconservatori vogliono l’egemonia degli Stati Uniti a tutti i costi».

Ebbene, sono passati quasi due anni da questa pubblicazione, i leader UE invece di riflettere, hanno autisticamente adottato la politica estera degli Stati Uniti come se fosse la propria. Forse i leader di questa classe politica europea saranno stati reclutati così come Arseniy Yatsenium?

In Italia l’Aspen Institute ha fatto sicuramente la sua parte, ed oggi il cittadino Italiano ne raccoglie i frutti. Ci sono varie ipotesi che riguardano le dimissioni della Nuland: la prima, la più logica nonché la più vistosa, è il cambiamento della politica statunitense nei confronti dell'Ucraina visto che le fantasie visionarie dei Neocon si sono infrante malamente contro la storia che, si sa, non ha molti allievi.

Il fatto che Victoria Nuland sia stata sostituita ad interim da John Bass aggiunge ulteriore credito a questa condivisibile teoria: Bass è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Afghanistan tra il 2017 e il 2020 e nel 2021 ha supervisionato il ritiro (o meglio la fuga) delle truppe statunitensi dal paese.

Il lettore che, volendo, aggiungerà i fatti qui narrati alla catena degli eventi, potrà ampliare sensibilmente il suo orizzonte geopolitico e filtrare al meglio le informazioni a salvaguardia del suo spirito critico.

 

 

Link correlati

1. https://www.state.gov/on-the-retirement-of-under-secretary-of-state-for-political-affairs-victoria-nuland/

2. https://www.youtube.com/watch?v=kZhA7y39bBI&t=50s

3. https://www.ned.org/

4. https://www.youtube.com/watch?v=2y0y-JUsPTU

5. https://www.youtube.com/watch?v=L2XNN0Yt6D8

6. https://www.jeffsachs.org/newspaper-articles/m6rb2a5tskpcxzesjk8hhzf96zh7w7

 

 

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