Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

El Salvador, il potere dell’esempio che fa paura ai governanti del mondo

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Dopo il voto del 29 Febbraio 2024 della plenaria di Strasburgo, che con 451 voti a favore, 46 contrari e 49 astenuti, fissa come obiettivo la vittoria dell’Ucraina a qualsiasi costo e senza compromessi mediante la fornitura costante e regolare di qualsiasi tipo di arma convenzionale per tutto il tempo necessario, ovviamente a spese dei contribuenti europei, impegnando almeno lo 0,25% del PIL di ogni paese membro, voto che esclude a priori qualsiasi soluzione negoziale, così come è esclusa per Gaza, e dopo le manganellate di Pisa, mi è sembrato il momento giusto per accendere un faro di speranza, proporre un punto di vista alternativo, non polarizzato, di sicuro interesse pubblico e storico.

Da tempo scrivo di Nayib Armando BukeleOrtez, classe ‘81, ma i miei articoli su di lui, e su altri della “Patria Grande”, sono stati puntualmente “cestinati” per “scarso interesse pubblico o storico”.

Facendo di necessità virtù, intanto mi sono tenuto in esercizio. Per non incorrere in ulteriori “cestinature”, mi sono limitato a tradurre, al meglio delle mie capacità, il discorso di Nayib Bukele poco dopo la chiusura delle urne delle elezioni presidenziali del 4 Febbraio 2024.

 

Il lettore che avrà interesse e pazienza di leggere la trascrizione fino in fondo troverà, a mio parere, parecchi spunti di riflessione, eventualmente provando veri e propri “torcimenti di pancia”, vista la condizione in cui versa egli stesso, e tutti i suoi cari, nell’Italia di oggi in seno all’Europa dei popoli uniti nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale.

Mi limito solo riportare un dato: durante il suo mandato, Nayib Bukele non ha mai lanciato una sola lattina una di gas lacrimogeno contro manifestanti dissidenti inermi, men che meno manganellato adolescenti.

Ecco quindi l’indirizzo del video da cui ho tratto la trascrizione, pubblicato nel canale youtube del giornale Argentino Clarìn, alla cui redazione vanno i miei sentiti ringraziamenti:

Discorso del Presidente neoeletto de El Salvador Nayib Bukele:

«Oggi El Salvador ha battuto tutti i record. Oggi El Salvador ha battuto tutti i record di tutte le democrazie nell’intera storia del mondo. In tutta la storia del mondo da quando esiste la democrazia, mai un progetto ha vinto con la quantità di voti che abbiamo ottenuto oggi.

È letteralmente la percentuale più alta di tutta la storia. È la differenza più alta tra il primo e il secondo candidato di tutta la storia. E non solo, abbiamo vinto per la seconda volta la presidenza della Repubblica con oltre l'85% dei voti. Al momento abbiamo vinto l'Assemblea Legislativa, almeno con 58 di 60 deputati, come minimo.

Grazie a tutti voi, 58 di 60 come minimo, è possibile che siano di più. Sarebbe la prima volta che esiste in un paese un partito unico in un sistema pienamente democratico. Tutta la opposizione è rimasta polverizzata. El Salvador in questo giorno è tornato di nuovo a fare storia.

Nel 2019 abbiamo vinto il bipartitismo che ci teneva sottomessi e voltato pagina, mettendo fine al dopoguerra, però non avevamo governabilità. Ricordate come lottavamo allora con l'assemblea che non ci lasciava fare niente di buono per il popolo.

Nel 2021 voi tutti ci avete dato non una maggioranza semplice, che ci dicevano che fosse impossibile da ottenere, ma una maggioranza qualificata nell’assemblea legislativa. Con la quale abbiamo potuto, il popolo salvadoregno con i suoi rappresentanti, rimuovere dalla sala del costituzionale della corte suprema di giustizia il procuratore generale anteriore, ed approvare quello di cui avevamo bisogno per attuare il piano di controllo del territorio, e nel marzo 2022 approvare lo stato di eccezione.

Dicono quelli che non vivono nel nostro Paese, che non conoscono El Salvador, che mai sono passati di qua, nemmeno per fare scalo all'aeroporto, costoro dicono che i salvadoregni vivono oppressi, che i salvadoregni non vogliono lo stato di eccezione e che vivono con la paura del governo.

E dico ai giornalisti che ci seguono qui stasera, in totale libertà, in totale sicurezza, qui nel paese più sicuro di tutto l’emisfero occidentale, di non credere in me, io sono solo un politico, sono solo un funzionario, credete nel popolo salvadoregno, in quello che vi stanno dicendo, che vi stanno dicendo qui in questa piazza, ve lo hanno detto in tutti i sondaggi nazionali e internazionali, incluso quelli dell'opposizione.

E se non gli credete, ve lo hanno detto oggi con le elezioni. Il popolo salvadoregno ha parlato e non solo ha parlato forte e chiaro, ma ha parlato nel modo più contundente di tutta la storia della democrazia del mondo intero.

Se questo non vi convince, signori giornalisti, se questo non vi convince, signori delle ONG, signori delle organizzazioni internazionali, dell'ONU, dell’OEA (organizzazione degli stati americani), se questo non vi convince, niente vi convincerà. Grazie. Il popolo salvadoregno ha parlato e cosa ha detto oggi? il popolo salvadoregno ha detto che vogliamo continuare il cammino che stiamo facendo.

Mi diceva, mi diceva un giornalista spagnolo, un saluto a tutti gli amici spagnoli, bene, mi diceva un giornalista spagnolo di un giornale…Lo Pais (El Pais), mi diceva un giornalista spagnolo perché vogliamo smantellare la democrazia? E gli ho detto: però di quale democrazia ci state parlando? Democrazia significa potere del popolo, demos e kratos, da qui deriva la parola democrazia, demos e kratos, demos significa popolo e kratos significa potere, significa il potere del popolo.

E se il popolo salvadoregno vuole questo, perché viene un giornalista spagnolo a dirci quello che noi salvadoregni dobbiamo fare. Di che democrazia parla? Lui parla della democrazia che gli dicono i suoi capi in Spagna, però quella non è democrazia, quella semmai è colonia, imperialismo, elitismo, plutocrazia, e possono chiamarla come vogliono però non è democrazia, perché la democrazia è che i salvadoregni decidano come vogliono governarsi.

Noi salvadoregni scegliamo il nostro cammino. Noi salvadoregni vogliamo essere amici di tutti.

Noi salvadoregni amiamo la Spagna, l'Europa, tutti i paesi e gli Stati Uniti, li amiamo e li rispettiamo.

Non gli chiediamo niente, non chiediamo loro soldi, non chiediamo loro donazioni, non chiediamo aiuto internazionale, non chiediamo loro nulla. L'unica cosa che gli chiediamo è: rispetto. Niente di più, rispetto.

Noi rispettiamo tutti voi, rispettiamo la vostra monarchia ereditaria, la rispettiamo, ma tutti voi siete obbligati a rispettare tutti noi. E parlo dell'amico spagnolo per fare un esempio, ma vale per tutti i paesi del mondo.

El Salvador vuole fare commercio con tutti, El Salvador vuole che tutti vengano a visitarci, El Salvador spalanca le porte ai cittadini di tutti i paesi del mondo. Vogliamo che vengano, che ci visitino, che ci conoscano, vogliamo essere loro amici, loro alleati, loro soci, quello che non faremo è essere loro servi, e non perché è un nostro diritto, ma anche perché abbiamo già provato le loro ricette per 50 anni e non hanno mai funzionato.

La guerra iniziò ufficialmente, la guerra civile salvadoregna, che fece più di 85mila morti salvadoregni e un milione di sfollati, che fu sponsorizzata da due potenze; c'era un conflitto tra l'occidente e il blocco sovietico, e volevano combattere, ma non volevano combattere sul loro territorio, non volevano contare i loro morti, così decisero di combattere in altre parti del mondo. E uno di quei luoghi che scelsero per combattere era qui in El Salvador, e ci hanno ingannato, dicendoci di ucciderci a vicenda, e noi li abbiamo ascoltati.

Negli anni '70 abbiamo iniziato ad ucciderci a vicenda, poi nell‘81 hanno detto ai gruppi guerriglieri che dovevano unirsi per formare un unico gruppo guerrigliero in grado di affrontare il governo patrocinato dall’altra parte, e cominciò ufficialmente la guerra civile nel 1981, così abbiamo continuato a ucciderci per altri 12 anni, finché non hanno più voluto la guerra perché avevano già risolto il loro problema continentale, internazionale, e allora ci dissero fermate la guerra, firmare gli accordi di pace e ci hanno mandato degli accordi, applauditi da tutti i giornalisti che vedete lì.

Applauditi da tutta la comunità internazionale, applauditi da tutte le organizzazioni e ONG, dato come esempio ai paesi del mondo, l'esempio della pace firmata in El Salvador, però solo i salvadoregni sanno che fu una farsa, una totale farsa.

Ed è stata una farsa per tre motivi, primo perché non hanno ottenuto nulla i salvadoregni, è servito solo ai due gruppi per spartirsi la torta, per spartirsi il bottino, secondo perché tutto ciò che non si sarebbe potuto ottenere nella guerra, che non era stato raggiunto con le armi e che sarebbe stato raggiunto attraverso gli accordi di pace, non è avvenuto.

Non c’è mai stata giustizia sociale, non si è mai investito nella gioventù, non è mai stata ridotta la povertà, mai si fece niente.

Però principalmente gli accordi di pace furono una farsa perché qui non ci fu mai la pace, e solo un salvadoregno vi può dire che qui non avevamo pace.

Vivevamo in guerra dissanguandoci più che nella supposta guerra, nella guerra civile che voi finanziaste e nella quale ci dissanguavamo meno di come ci dissanguammo dopo.

Però la questione delle pandillas (bande criminali organizzate) furono una ricetta importata, perché quando i profughi della guerra, quando alcuni di loro emigrarono negli stati uniti e andarono a vivere nei ghetti, lì formarono le pandille, e dopo il presidente Clinton decise che avrebbe deportato i pandilleros, ci mandarono i pandilleros nel 1997 e alla fine ci diedero un’altra ricetta da approvare, la legge del “menor infractor”, per non farci arrestare i pandilleros minori di età che intanto stavano rientrando: “non vi preoccupate, questa è la ricetta che vi farà uscire dal sottosviluppo, non vi preoccupate questa è la ricetta per conseguire la pace”.

E sapete che facemmo? Noi li abbiamo ascoltati. E che successe? Las maras salvatrucha (banda di salvadoregni furbi) crebbero fino a controllare l’85% del territorio, assassinando a centinaia di migliaia di salvadoregni che oggi non stanno qui con noi perché seguimmo la ricetta di questi organismi internazionali.

Quando vincemmo le elezioni, non quelle del 2019 ma quelle del 2021, e cambiammo un poco del sistema politico salvadoregno, sistema giudiziale, pubblico ministero, la sala del costituzionale, che dissero loro? “stanno smantellando la democrazia!”.

E noi che gli dicemmo? Democrazia è il potere del popolo e il popolo salvadoregno ha votato per questo e questo andremo a fare. Domando, non ai salvadoregni poiché abbiamo tutto molto chiaro, domando a questi organismi a questi giornalisti gli domando: per caso avremmo potuto vincere la guerra contro le pandillas con pubblico ministero di Arena (alleanza repubblicana nazionalista), per caso avremmo potuto vincere la guerra contro le pandillas con la sala del costituzionale precedente?

Per caso avremmo potuto vincere la guerra contro le pandillas senza approvare il piano di controllo territoriale?

Per caso avremmo potuto vincere la guerra contro le pandillas senza lo stato di eccezione che è stato rinnovato 24 volte? Per rinnovare lo stato di eccezione è necessaria non la maggioranza né la maggioranza qualificata, è necessaria una super maggioranza e non solo una super maggioranza, ma è necessaria rinnovare (lo stato di eccezione) ogni 30 giorni.

Per ottenere questo consenso, immaginatevi di ottenere questo consenso nell’assemblea precedente con le valigette nere, ci sarebbe costato tutto il tesoro nazionale pagando a quei deputati ladroni per farli votare quello che necessitava il popolo e nonostante il pagamento ancora capaci di non votare (a favore del popolo).

Ah, però questa sì era la democrazia, questa era la democrazia che stavamo smantellando, dissero loro. E dopo cominciammo a vincere il nostro grande male e stiamo a punto di vincere la guerra contro le pandillas, passammo da essere letteralmente, letteralmente, non è una esagerazione, né una iperbole, letteralmente passammo da essere il paese più insicuro del mondo ad essere il paese più sicuro di tutto l’emisfero occidentale, il paese più sicuro di tutto il continente americano, e che dissero? sta violando i diritti umani...i diritti umani di chi? Della gente rispettabile? No!

Forse abbiamo dato priorità ai diritti della gente rispettabile più che ai diritti dei delinquenti, questo è l’unico che abbiamo fatto e questo lo chiamano violare i diritti umani. Io gli domando, a questi organismi, a questi governi di nazioni straniere, domando ai questi giornalisti: perché desiderate che ci ammazzino? Perché desiderate vedere sangue salvadoregno? Perché non siete felici che nel nostro paese non più scorre il sangue che scorreva prima? Perché dobbiamo morire noi e i nostri figli per accontentare voi nel rispettare la vostra falsa democrazia che neanche voi rispettate nei vostri paesi?

Una volta dissi ad un gruppo di ambasciatori, credo che qualcuno di voi lo ha visto: noi vi ammiriamo molto, voi paesi sviluppati, paesi potenti, via ammiriamo molto che faremo quello che fate voi e non quello che voi ci ordinate di fare.

Qualche volta ci siamo messi a pensare: perché tanti occhi del mondo sul paese più piccolo d’America, è un paese che non ha grandi risorse naturali, non ha una grande estensione territoriale, non siamo un paese ricco, non abbiamo petrolio, miniere di diamanti, o grandi giacimenti di oro, quale è l’interesse nel El Salvador?

Perché tanti parlano di El Salvador? Perché tanti report su El Salvador? Perché tutti vengono a seguire le elezioni de El Salvador?  Perché semplicemente hanno paura del potere dell’esempio.

I salvadoregni siamo padroni di un paese piccolissimo, un paese relativamente povero, un paese ancora sottosviluppato, però i salvadoregni hanno dato l’esempio al mondo intero, che qualsiasi cosa ha una soluzione, qualsiasi problema si può risolvere se c’è volontà di farlo.

In questo momento molti ci vedono, ci stanno guardando in tutta l’America latina, i nostri fratelli latinoamericani ci guardano dall’Ecuador, dall’Argentina, dal Brasile, (gli emigrati) dal Canada, i nostri fratelli dall’Honduras, i nostri fratelli del Guatemala, del Costarica, ci stanno guardando in questo momento dal Cile, dal Messico, dagli Stati Uniti, e dicono cosa stanno facendo i salvadoregni che risolvono i loro problemi mentre i nostri governi non possono risolvere i nostri problemi?

La risposta è che noi salvadoregni ci siamo uniti, qui non c’è polarizzazione signori, come sempre ci sarà un piccolo gruppo di opposizione ed è normale i qualsiasi paese libero, sempre ci sarà un gruppetto che non vuole ed hanno il diritto a non volere, però qui non c’è polarizzazione; l’85% dei salvadoregni ha votato per continuare il cammino che stiamo facendo in piena libertà e in piena democrazia.

E adesso che ci hanno visto fare un miracolo, ed in verità bisogna dare la gloria a Dio perché noi non siamo altro che strumenti di Dio. Dio ha voluto sanare il nostro paese e lo ha sanato attraverso un popolo unito che ha deciso di lasciare alle spalle il passato e deciso a prendere in mano le redini del proprio destino.

Già vedo i titoli: “Bukele menziona a Dio ma il paese deve essere laico” e che addirittura questo voglio imporci, che dobbiamo essere atei.

Noi tutti rispettiamo tutte le religioni, rispettiamo gli atei, gli agnostici, li rispettiamo e siamo loro amici ma lasciateci credere in Dio e lasciateci dargli gloria perché così vogliamo.

Questo perché vi dà fastidio? In cosa vi danneggia? Ah! Forse vi danneggia l’esempio, perché forse il popolo del loro paese al quale gli hanno inculcato l’ateismo ritorni a credere in Dio. Voi tutti avete visto, grazie a Dio e grazie a questo popolo nobile e unito, come El Salvador passò da essere il più insicuro al più sicuro, e adesso nei prossimi cinque anni aspettate di vedere quello che andremo a fare, perché proseguiremo a fare l’impossibile e proseguiremo mostrando al mondo l’esempio del El Salvador. Che Dio benedica a tutti voi. Molte grazie.»

 

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