Crescita e progresso non sempre sono equivalenti

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Nel linguaggio comune i termini “crescita” e “progresso” sono spesso considerati equivalenti; in realtà, pur essendo strettamente legati tra loro, possono avere significati anche profondamente diversi che meritano di essere ricordati.

“Crescita” è molto popolare in rete; ottiene oltre 120 milioni di item; proviene da latino crescere; può essere semplicemente definita come l’aumento di una certa quantità rispetto alla misura di base.

Nel campo lessicale parole ricorrenti sono produttività, diversificazione, prosperità, espansione, formazione, occupazione, stagnazione: può descrivere tutte le evenienze che si verificano nell’uomo e nella natura, dalla crescita di un albero alla costruzione di un edificio, dall’aumento della temperatura degli oceani a quello del numero di auto circolanti. È pertanto una parola potente dal punto di vista semantico, ma è anche ambivalente: può avere un significato positivo, per esempio la (ri) crescita dei capelli dopo un trattamento chemioterapico, oppure negativo come l’accrescimento di una neoplasia. 

In politica economica è indicata dal noto acronimo PIL, Prodotto Interno Lordo, la cui crescita è salutata dai governanti con giubilo e quasi sempre identificato con il progresso.

 

Se tuttavia è indubbio che la crescita economica induce di solito un miglioramento delle condizioni generali della popolazione, non si tiene conto di minoranze, anche consistenti, che non ne ricevono alcun beneficio.

Il reddito medio di una nazione, può pertanto risultare elevato grazie alla presenza di pochi individui multimiliardari a fronte di una massa di persone sotto la soglia di povertà.

Una critica (ironica) della statistica, scienza base della politica economica, si trova nella poesia “La statistica” di Carlo Alberto Camillo Salustri (1871 - 1950), più noto con lo pseudonimo di Trilussa, poeta e scrittore romano.

Nella poesia si afferma che se qualcuno mangia un pollo e qualcun altro no, la media dice che hanno mangiato mezzo pollo ciascuno. Tra l’altro, ed è una testimonianza anche personale, nel periodo in cui fu scritta la poesia la carne di pollo era pregiata e compariva sul tavolo solo nelle festività!

“Progresso” è anch’esso un termine molto popolare in rete con oltre 200 milioni di item.

Il campo lessicale è ampio quasi sempre con significato positivo: avanzamento, miglioramento civilizzazione, evoluzione, rinnovamento, più raramente regresso.

Come crescita è un termine potente e può descrivere tutti gli eventi sia della natura che dell’attività umana, dei singoli individui come dell’umanità intera, essere riferito alla morale, filosofia, politica, e tecnologia.  

Pe quanto riguarda il singolo individuo, al di là delle modeste e ininfluenti variazioni di morfologia (statura, scheletro), non risultano significativi cambiamenti (progressi) nel corpo umano moderno rispetto ai nostri antenati lontani.

Ci possiamo inoltre chiedere se le capacità di svolgere attività intellettuali o artistiche dell’uomo preistorico, che dipingeva le pareti delle caverne, fossero inferiori a quelle di Michelangelo che dipingeva la Cappella Sistina.

Dal punto di vista morale la storia dimostra che sono esistite persone eroiche che hanno dato la vita per gli altri, ma che i torturatori e stupratori nelle guerre in atto in Ucraina e Israele sono mossi dalle stesse pulsioni che provengono dall’abisso dell’animo umano dei torturatori e degli stupratori dei secoli che ci hanno preceduto.

L’interpretazione del progresso filosofico-morale del genere umano è oggetto di variazioni fin dai tempi remoti: inteso come un processo circolare nella filosofia orientale (si potrebbe argomentare sulla sua non esistenza se ritorna al punto di partenza alla fine del ciclo); scarsamente tenuto in considerazione da greci e romani, più attenti alla realtà del presente; spostato nell’ultraterreno dalla religione cristiana.

I pensatori moderni lo hanno definito ora esaltante, ora lo hanno negato; dopo Auschwitz la decisione è divenuta ancora più difficile.

Quello che non può essere messo in dubbio è il progresso tecnologico: dal carro con le ruote di legno al razzo che ha trasportato l’uomo sulla luna, dalla trasmissione delle notizie con i fuochi accesi sulle colline ad internet la distanza è evidente.

Avendo avuto la fortuna di una lunga vita ho vissuto l’accelerazione tecnologica del secolo precedente: ricordo nell’infanzia le difficoltà dell’ascolto con le cuffie della radio a galena, un minerale costituito da solfuro di piombo; si trattava di una rudimentale radio ricevente diffusa perché allora poco costosa; ora usufruisco delle “incredibili” possibilità di internet.

Anche nel settore sanitario il progresso è innegabile: la pandemia cosiddetta “spagnola”, all’inizio del secolo scorso uccise circa 50 milioni di persone, non è noto il numero dei contagiati; quella da Covid-19 del 2022 ha contagiato quasi novecento milioni di persone, ma i decessi sono stati meno di sette milioni

Un altro vantaggio indubbio del progresso tecnologico è la riduzione della fatica muscolare che abbrutiva il lavoro in particolare nelle fabbriche e nei campi; ne è risultata la maggiore possibilità di dedicarsi ad attività intellettuali o ludiche.

Ovviamente i vantaggi vanno confrontati con tutti i fattori decisamente negativi della vita moderna dall’aumento dello stress per la “necessità di produrre” all’inquinamento e al degrado ambientale non più sostenibili.

Se questa è una valutazione forzatamente schematica della crescita e del progresso nel passato e nel presente, quale potrà essere nel tempo futuro?

Un monito poetico sempre valido, anche per evitare previsioni catastrofiche o troppo ottimistiche, è quello di Lorenzo il Magnifico «chi vuol esser lieto sia, del doman non c’è certezza».

Intanto potrebbe essere utile non solo evitare l’identificazione della crescita con il progresso, ma anche per esempio valorizzare l’intelligenza emotiva e non solo quella artificiale, oppure non usare la tecnologia per inutili voli nel cosmo per miliardari, o ipotizzare giganteschi ponti superflui.

Un vero progresso potrà dirsi compiuto quando tutta l’umanità si renderà conto dell’assurdità delle guerre, verranno abolite le diseguaglianze sociali e rispettati i diritti umani e come per evitare la catastrofe climatica non sia assolutamente possibile la trasmigrazione in massa in pianeti distanti anni luce.

 

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