La contestazione romantica dell’Illuminismo
Gli esseri umani devono farsi guidare solo dalla ragione, oppure è meglio per loro non reprimere le pulsioni istintive, e a volte oscure, che attraversano la loro anima? Per gli illuministi la risposta è chiarissima. A loro avviso la dimensione razionale deve guidare e dominare le nostre vite, evitando gli elementi oscuri che emergono spontaneamente nell’esistenza quotidiana. Non era così per Novalis, pseudonimo di Georg Friedrich Philipp Freiherr von Hardenberg, poeta e filosofo tedesco, esponente di punta del primo Romanticismo, che revocò in dubbio le assunzioni di base degli illuministi. Alla loro fiducia illimitata nella ragione, che in seguito positivismo e neopositivismo trasferirono in toto nella scienza, Novalis contrappone le ragioni dell’istinto e del sentimento, per lui elementi fondamentali del nostro agire nel mondo. Per questo contrappone alla luce del giorno, che tutto rischiara, il buio della notte, dal quale emergono nuove strade e possibilità inattese. Se dovessimo basarci soltanto sulle presunte certezze offerte dalla luce del giorno, perderemmo gran parte della complessità che ci caratterizza.
Si tratta, in fondo, di un elemento paradossale. La filosofia ha sempre attribuito priorità alla luce. Si pensi, per esempio, al celebre “mito della caverna” di Platone. Novalis, tuttavia, è convinto che noi non siamo solo esseri razionali, giacché la ragione ci dà sempre una visione parziale della realtà che ci circonda. Occorre a suo avviso comprendere che emozioni, desideri ed elementi istintivi ci forniscono un quadro più completo di questa stessa realtà, dotata di infinite sfaccettature che noi spesso facciamo fatica a cogliere. Di qui l’affermarsi del Romanticismo filosofico, deciso a rivendicare la forza della poesia rispetto a quella della speculazione astratta, e a rivalutare tutto ciò che, in noi, è istintivo ed emotivo. La visione dell’Illuminismo, per quanto non vada rigettata interamente, è povera e riduttiva. Quella romantica, invece, ci consente di espandere la nostra mente in territori inesplorati, ma altrettanto importanti di quelli soggetti alla pura ragione. Nell’eterna dialettica tra ragione e sentimento Novalis privilegia il secondo, conscio che le nostre giornate sono da esso percorse in modo profondo e continuo. Da allora l’influenza del Romanticismo è sempre cresciuta, penetrando anche nella filosofia analitica grazie alle opere di pensatori come Isaiah Berlin. |
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