La laicità dello Stato Italiano
Le tre Assemblee che governano ‘di fatto’ l’Italia sono la Camera, il Senato e la CEI. Quest’ultima, non prevista dalla Costituzione, ma potente come le prime due assemblee, è la Commissione Episcopale Italiana, assemblea permanente, sempre presente, attenta, potente, ma poco sotto i riflettori dell’informazione, impegnata nei rapporti tra Chiesa italiana e Stato liberaldemocratico repubblicano, solo formalmente laico. Essa fu costituita nel 1954 da Pio XII ed è retta da uno statuto approvato nel 1985 da Giovanni Paolo II. Tiene sotto controllo sia la grande macchina cattolica da Nord a Sud, per difenderla, per farla funzionare sempre meglio, per accrescerla e renderla sempre più potente, sia la vita amministrativa, politica, sociale, culturale italiana, per difendere e accrescere il potere della Chiesa cattolica in Italia e condizionare le fondamentali attività amministrative e legislative, trattando alla pari come soggetto giuridicamente abilitato. Presidente attuale da maggio 2022 è il cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna. È anche presidente della Commissione Episcopale dell’Emilia Romagna. I membri di essa sono 238, numericamente superiori ai 200 senatori eletti nelle scorse elezioni. Quindi un Senato cattolico permanente e sempre vigile e in azione organizzato, disciplinato, senza opposizioni interne. Un problema di fondo in Italia, da nessuno affrontato in modo inquietante, è lo stato ‘reale’ della laicità dello Stato nei confronti anzitutto della religione cristiana cattolica, ma anche islamica, con più di un milione di credenti residenti in Italia, con casi clamorosi di genitori, che credono di avere il dovere religioso e morale di uccidere una figlia in modo atroce e disumano, perché non ha ubbidito ad un matrimonio combinato (vedi il recente caso di Saman Abbas). La legge dello Stato liberale, che assicura tra le altre anche la libertà religiosa, deve essere sovrana ed osservata da tutti, credenti e non credenti, perche le religioni sono solo ‘libere associazioni private’, soggette ai valori ed alle leggi dell’Italia una e libera, nata nel 1861 e resa più democratica con l’avvento della Repubblica nel 1946. Pertanto la legge repubblicana deve dimostrarsi intransigente contro chiunque la calpesti, svuotando in modo esplicito i valori di fondo liberali e laici dell’Italia Una e Libera, così come è scritto solennemente sul suo Altare laico al Vittoriano a Roma, Capitale per sempre dal 20 settembre 1870.
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