La sfida di Italafrica centrale
L’Italia ha sacche di povertà, a volte di miseria anche estrema, che mai vanno dimenticate e per le quali ogni sforzo pubblico o privato è doveroso e lodevole. Anzi occorre sempre tendere a quell’obiettivo di ‘abolire la miseria’, di cui argomentava in modo per me memorabile in un libro omonimo il grande liberaldemocratico socialista antifascista di Giustizia e Libertà, confinato a Ventotene, estensore con Colorni e Spinelli del Manifesto Federalista, Ernesto Rossi (Caserta 1897-Roma 1967). Ma l’Italia è anche concretamente altro. È ai primi posti al mondo per potenza economica (industria, commercio, finanza, servizi, ricerca, cultura, università, turismo), pur non avendo materie prime in abbondanza, per cui circola una ricchezza inimmaginabile non per pochi, ma per milioni di italiani ed italiane, con un tenore di vita inimmaginabile in altri paesi al mondo. Lo si nota ad esempio dal numero di barche esistenti nei mille porti turistici disseminati lungo i duemila chilometri di costa italiana dalla Riviera Ligure a Trieste e delle grandi e piccole isole, dal numero di macchine, di case (prime, ma spesso anche seconde) possedute in modo diffuso e da tanti altri indicatori di benessere sociale.
Narrazioni solo e soltanto di povertà, di miseria, di crisi, di depressione sono false, deformanti, demoralizzanti. Sul tema delle narrazioni false diffuse c’è quella di un’Africa solo di guerre civili, di emigrazioni, di povertà. Vi sono anche quei fenomeni, ma anche in questo caso la realtà vera e più diffusa è un’altra. C’è un’Africa in cammino, in crescita economica, sociale, culturale destinata ad avere un suo grande ruolo nel prossimo futuro. La Cina lo ha capito ed ha conquistato spazi senza sparare un colpo; potenze prima coloniali, come la Francia, ad esempio, non sono scomparse, ma sono rimaste in dialogo con i nuovi governi indipendenti. L’Africa è in pieno slancio demografico, contro gli inverni occidentali, e si parla di prossimi cinque miliardi di Persone africane, in gran parte giovani, che, con le loro energie, possono aprire pagine nuove di vita civile ed economica. È cresciuta la classe media. L’Italia ha la fortuna geografica di essere la più vicina all’Africa e deve cogliere queste opportunità geografiche ed economiche. Guardare al Sud oltre e accanto al Nord. Lo richiamava in una intervista TV recente il presidente della Camera di Commercio Italia -Africa di Milano, l’ing. Alfredo Carmine Cestari, di origini meridionali, insieme a Piero Muscari. Questo bisogna far capire a livello collettivo, oltre le cronache superficiali, fatue, deformate e demoralizzanti. Coraggio, creatività, lavoro, di cui siamo dotati come italiani, e avanti!
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