Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Vita di Luigi Alfano, storia di un comunista riformista

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Luigi Alfano nacque a Castellammare di Stabia il 6 agosto 1922, primo di quattro figli, da Oreste e Maria Esposito, originari di Gragnano, ma ben presto trasferitosi nella vicina città stabiese andando ad abitare nella periferica via Lattaro, ai confini del territorio gragnanese, attualmente Santa Maria la Carità.1

Anche l'ultimo dei quattro fratelli Alfano, Ciro, nato nel 1934, un impiegato tecnico delle Ferrovie dello Stato in servizio nei Cantieri Metallurgici Italiani (Cmi), si occupò di politica, ricoprendo la carica di Segretario nella cellula comunista di fabbrica, forte di ben 262 iscritti su circa 500 dipendenti negli anni della forte avanzata del PCI.2

Non a caso i Cmi erano da sempre una fucina di militanti e dirigenti comunisti fin da prima della Grande Guerra, protagonisti del biennio rosso al tempo della occupazione delle fabbriche nel 1920, gli ultimi a resistere e a combattere a fascismo inoltrato e ancora nel secondo dopoguerra furono tra quanti diedero il determinante contributo a far sì che Castellammare di Stabia diventasse nell'immaginario nazionale, la Stalingrado del Sud.

 

Ciro venne eletto consigliere comunale in diverse consiliature fin dalle elezioni del giugno 1966 e di assessore nella Giunta del comunista Liberato De Filippo nella prima metà degli anni Settanta e, successivamente con il socialista Giovanni La Mura.

Nella prima metà degli anni '80 Ciro Alfano si trasferì a Santa Maria la Carità dove venne eletto Segretario della locale sezione PCI, Giorgio Amendola.

Il padre di Luigi, Oreste Alfano (1897 – 1959), era capo personale presso la distilleria Gaslini, fabbrica situata al Corso Vittorio Emanuele, 324 all’altezza di via Meucci, era un militante socialista, eletto nel primo consiglio comunale a Gragnano nel secondo dopoguerra.3

Passato al PCI, continuò ad essere eletto consigliere negli anni ’50, coprendo anche la carica di Segretario della sezione comunista, Ruggero Grieco.

Uomo di grande disponibilità nei confronti di tutti, aveva la battuta pronta, la parola facile e una innata simpatia, doti ereditate dal figlio Luigi, indispensabili strumenti per chi entrava nell'agone politico, utili per conquistare consensi e facilitare l'ascesa verso posizioni di comando.

Luigi si unì in matrimonio con Rosa Cosenza (1921 - 1997) il 13 giugno 1948 ed ebbero un unico figlio, Oreste, nato il 7 aprile 1949. 

Il padre di Rosa, Giovanni Cosenza (1891 – 1954), un militante di origine contadina, era stato consigliere comunale e assessore nella seconda Giunta di Pasquale Cecchi, eletta il 6 novembre 1949. Anche la moglie di Giovanni, Teresa Brancato, era una militante comunista e la sua morte venne ricordata dal quotidiano, l'Unità dai compagni del Partito di Castellammare.4

Giovanissimo Luigi aderì al PCI, nella primavera del 1944, entrando a far parte del Comitato federale provinciale fin dal 1954.

Il suo più stretto compagno di fede e di amicizia Vincenzo Somma, un legame che durò l'intera vita, era presente dal 1951.

Stranamente altri leader del Partito comunista stabiese, pur di notevole spessore e storia politica alle spalle ebbero questo riconoscimento più tardi, basti pensare a Liberato De Filippo, eletto solo nel 1956, addirittura il carismatico Saul Cosenza, operaio del Regio Cantiere Navale, un protagonista degli scontri con i fascisti nella forte e partecipata manifestazione operaia contro la guerra del 1° settembre 1943, vi fece parte dal 1960.

Oppure Eustachio Massa, presente negli scontri con le forze dell'ordine che seguirono all'attentato a Togliatti del 14 luglio 1948, Segretario della Commissione Interna dei Cantieri Navali, anche lui entrato nel Comitato federale nel 1960.

Il giovane Alfano, subito dopo la licenza media inferiore abbandonò gli studi e fece diversi lavori prima di essere assunto, nel marzo 1939 dall'Avis come apprendista meccanico, con una paga oraria di 80 centesimi. Divenne poi operaio specializzato come fresatore meccanico.

In fabbrica aveva trovato Vincenzo Somma, un comunista destinato a guidare la Commissione Interna della Fiom, fino a quando non fu licenziato per rappresaglia politica nel 1950 e suo compagno nel Partito Comunista stabiese. Tra loro nacque un’intensa e duratura amicizia.5

Chiamato alle armi nel giugno 1942 fu arruolato negli avieri prestando servizio in diverse città come Napoli, Pisa, Roma e Milano dove lo colse l’armistizio.

Tornato a casa con mezzi di fortuna, si rifugiò in penisola sorrentina per sfuggire ai rastrellamenti dei tedeschi. A Castellammare di Stabia furono oltre duemila i giovani deportati in Germania e in altre località sottoposte al dominio nazista e molti, in troppi, non faranno più ritorno.6

Iscrittosi al PCI nel marzo 1944 presso la sezione Spartaco, una delle tre esistenti a Castellammare, rientrò in fabbrica nell’agosto di quell’anno.7

L'Avis era in quella fase militarizzata e gestita da ufficiali inglesi della RAF, la potente Royal Air Force che, di fatto, diresse la fabbrica fino alla primavera estate del 1946, quando le forze di liberazione lasciarono la città restituendo la fabbrica ai legittimi proprietari.

L'Avis era stata requisita dalla RAF, come altre industrie cittadine, perché la fabbrica, fin dal 1935 proprietà del gruppo Caproni, era una delle principali aziende aeronautiche italiane, specializzata nella costruzione di parti d'aeroplano (dalla fusoliera alle ruote, fino alle parti di ricambio).

La Questura cominciò ad interessarsi a lui nel giugno 1950, quando intervenne nel corso di una tumultuosa assemblea operaia di fabbrica, a seguito di alcuni provvedimenti assunti dalla direzione contro 20 operai, accusati di scarso rendimento.

Nel suo intervento Alfano lanciò pesanti accuse contro alcuni dirigenti, rei di aver favorito alcune assunzioni di personale tecnico, a suo dire superflue e comunque contrastanti col progettato programma di economia presentato dall'azienda.

«A seguito tali apprezzamenti il pomeriggio di ieri, Direzione diffidava lo Alfano a astenersi in avvenire dal tenere discorsi interno stabilimento senza essere preventivamente autorizzati».8

Tanto bastò per provocare una protesta generalizzata delle intere maestranze contro la diffida nei confronti dei 20 operai e dello stesso Luigi Alfano.

Fu eletto per la prima volta nella Commissione Interna con la lista della Fiom Cgil, la potente categoria dei metalmeccanici, il 12 settembre 1950 con ben 238 preferenze sui 350 voti complessivi conquistati dall’organizzazione di Di Vittorio, assumendo anche la carica di Segretario, posto lasciato vuoto a seguito del licenziamento del suo predecessore, Vincenzo Somma.

Con lui un altro militante comunista, Umberto Bardiglia (1917 -?), iscritto al Partito fin dal 1944, segretario della sezione Spartaco alla fine degli anni '50, poi dirigente della Camera del Lavoro stabiese, già protagonista di importanti battaglie politico sindacale di quegli anni, Carmine Cannavale e il socialcomunista, Alfonso Bonifacio. Con l'elezione scattarono le richieste d'informativa da parte del Prefetto alla Questura, così come accadeva normalmente nei confronti di tutti, in particolare dei militanti di sinistra.9

Una nuova informativa del 24 giugno 1952 metteva a conoscenza del Prefetto che la direzione aziendale aveva inflitto tre giorni di sospensione al Segretario della Commissione Interna, Alfano Luigi, colpevole di aver organizzato tre giorni prima un’assemblea, riunendo le maestranze senza richiedere le dovute autorizzazioni per informarli del prossimo licenziamento di un numero imprecisato di operai.10

In realtà la reazione padronale, preoccupata della prevedibile risposta operaia, intendeva intimidire i dipendenti, punendo in maniera esemplare il loro massimo esponente.

Una politica ampiamente utilizzata dalle diverse aziende, incoraggiate da Confindustria e avallate dal Governo, per liberarsi degli attivisti comunisti, quelli di maggior prestigio, capaci di farsi ascoltare dalle masse e di guidare le manifestazioni operaie.

Lo avevano già fatto con Vincenzo Somma, la Navalmeccanica lo aveva fatto con Luigi Di Martino nel 1952, lo avrebbe fatto in seguito con Liberato De Filippo nel 1954 e poi con Salvatore Cascone nel 1965.

I Cmi avevano licenziato il Segretario della Commissione Interna, Francesco Paolo Esposito nel 1949, non da meno avevano fatto le Terme Stabiane licenziando nel 1952, tra gli altri, Giuseppe Valestra, Domenico Scevola, Mario Selleri e Colomba Di Somma,11 tutti colpevoli di aver aderito allo sciopero di protesta contro la decisione del Prefetto di sospendere per tre mesi dalle sue funzioni il sindaco comunista di Castellammare, Pasquale Cecchi,12 colpevole di aver stanziato quattro milioni per avere acquistato una caldaia indispensabile alle Terme senza avere la preventiva autorizzazione prefettizia.

Altri licenziamenti si ebbero alla Maricorderia e nella vicina Torre Annunziata, a Napoli e dovunque in Italia fossero presenti «sovversivi al servizio dell'Unione Sovietica», in ossequio alla dura legge della guerra fredda che divideva il mondo in due fronti contrapposti, cinicamente osservata dai vari ministri dell'Interno, da Scelba a Tambroni, calpestando vite, rovinando famiglie, uccidendo speranze, ma senza riuscire a piegare l'orgoglio, a spezzare l'onore, ad abbandonare l'Idea.13

Essere di Sinistra non significava appartenere ad un Partito, ma era appartenenza a un modo di vedere le cose, di interpretare la società, un sentire diverso dall'egoismo e dall'individualismo, era uno stare insieme, era rispetto degli altri,  era solidarietà e libertà, provando a costruire una società più giusta, più uguale.

Solo poche ore e i licenziamenti furono annunciati ufficialmente dall'Avis e riguardavano 70 operai e 18 impiegati, per mancanza di lavoro.

La reazione della Camera del Lavoro, guidata dal napoletano Raffaele Signorelli, non si fece attendere, inviando una immediata richiesta d'incontro al Ministro del lavoro, Leopoldo Rubinacci, mentre gli operai entravano in agitazione assumendo diverse iniziative di lotta, senza purtroppo sortire effetti positivi.

I licenziamenti arrivarono puntuali il 16 luglio per 17 impiegati e dopo qualche giorno per 69 operai.14

Nel 1952 fu delegato al IX Congresso nazionale della Fiom che si tenne al teatro Goldoni di Livorno dal 1° al 5 novembre.15                              

Il 29 marzo 1953 partecipò allo sciopero generale con manifestazione cittadina contro la cosiddetta Legge truffa, fortemente voluta dalla Dc. Questa prevedeva una modifica in senso maggioritario della legge proporzionale con premio di maggioranza al partito o coalizione che avesse raggiunto il 50% più uno.

La sera stessa a Castellammare vi fu una nuova manifestazione non autorizzata provocando l’intervento delle forze dell’ordine, con incidenti che portarono a 13 arresti di militanti e dirigenti sindacali della Cgil, tra cui lo stesso Alfano. Gli arrestati rimasero in carcere tre giorni, prima di essere liberati.16

Le elezioni amministrative del 28 marzo 1954 videro Alfano candidato ed eletto nelle liste del PCI, le stesse che portarono alla prima vittoria della Democrazia Cristiana nella Stalingrado del Sud, dopo otto anni di ininterrotta egemonia del blocco delle sinistre guidate da Pasquale Cecchi.

Il 15 novembre del 1954, Luigi Alfano pubblicò un articolo sull’Unità in cui si evidenziavano lo stato di disorganizzazione e di pericolo di smobilitazione dell’azienda, mettendo in questo modo a repentaglio centinaia di posti di lavoro.17

Nell'articolo si accusava senza mezzi termini la direzione di aver favorito apertamente la lista presentata dalla Cisl per le elezioni della Commissione Interna svoltesi poi il 16 novembre.18

La reazione della direzione fu brutale: il 19 arrivò la comunicazione di sospensione dal lavoro, seguito il 25 dalla lettera di licenziamento, avvalendosi della norma del Codice civile con il quale si tutelava l’onore e la morale dell’azienda offesa dall’articolo giornalistico.19

Anche la reazione operaia non si fece attendere e per tre giorni l’azienda fu bloccata da aspri scioperi e anche nelle settimane successive si susseguirono manifestazioni di protesta e di solidarietà con la massiccia partecipazione operaia delle altre fabbriche cittadine.

Del licenziamento si interessò, come era naturale, il deputato comunista e Segretario della Camera Confederale del Lavoro di Napoli, Clemente Maglietta (1910 - 1993), che alla testa della Commissione Interna si recò in Municipio chiedendo l'interessamento del sindaco, il democristiano Giovanni Uberti, se non altro perché Alfano era un consigliere comunale, seppure dell'opposizione, senza ottenere nessun risultato. 

La direzione dell'Avis era ferma nel suo proposito di licenziamento, una linea dura perseguita da tutte le aziende nei confronti dei militanti della Cgil e che non si fermò fino a quando il movimento operaio non riuscì ad imporre lo Statuto dei lavoratori, approvato dal Parlamento soltanto il 20 maggio 1970, dopo anni di dure battaglie politiche e sindacali.

L'inflessibilità della direzione aziendale era tale da denunciare Alfano anche nel 1955, quando ormai licenziato da sei mesi, fu sorpreso nella mattinata del 21 aprile a distribuire manifestini ciclostilati nei pressi dello stabilimento.20

Segretario della Camera del Lavoro. Disoccupato, Luigi s’impegnò nel Partito fino a quando nel giugno 1955 non fu eletto Segretario della Camera del Lavoro di Gragnano.

Nei tre anni in cui ricoprì questa carica, Luigi guidò numerosi scioperi dei mugnai e pastai gragnanesi, partecipò attivamente alle elezioni amministrative del 1956 contribuendo alla vittoria comunista che passò da 4 a 11 consiglieri comunali.

L’accordo, con una lista civica forte di 5 consiglieri e il PSI con altri 2, determinò la nascita di una anomala coalizione di Centro sinistra della cittadina dei monti Lattari, con il civico, ma notoriamente uomo di destra, Giovanni Liguori, eletto sindaco e il comunista Fausto Di Ruocco, vice sindaco.

La Giunta non durò molto, spazzata via dalle polemiche interne ed esterne al PCI.

Ci fu bisogno di aspettare le elezioni del 20 novembre e il ballottaggio del 5 dicembre 1993, con il nuovo sistema maggioritario per rompere nuovamente l’egemonia democristiana facendo eleggere sindaco Sergio Troiano, un esponente del Partito Democratico di Sinistra, la nuova formazione politica sorta dalle ceneri del PCI.21

In un interessante articolo di Luigi Vicinanza del 1977 sulla crisi dei pastifici di Gragnano, Luigi Alfano, intervistato dal giornalista dell'Unità, ha ripercorso alcuni episodi della storia operaia e del movimento sindacale gragnanese degli anni cinquanta:

 

«A Gragnano una grossa battaglia fu combattuta negli anni 1953 – 54 con la costituzione delle cooperative dei lavoratori in numerosi pastifici. Fu una iniziativa nata dalla necessità di salvare i posti di lavoro quando fu chiaro il disimpegno dei vari padroncini locali: questi piuttosto che ammodernare gli impianti preferirono investire i capitali nella speculazione edilizia e nella rendita parassitaria. Le cooperative funzionarono per quasi dieci anni poi le aziende ritornarono nelle mani dei vecchi padroni che subito ripresero a licenziare. Fu una grossa sconfitta (…)».22

 

Sempre l'Unità, in una sua inchiesta del 1957 sul sotto salario, ricordò come a Gragnano nei pastifici la paga giornaliera non superava le 1.200 lire quando il minimo contrattuale prevedeva una paga di 1.560 lire.23

Nell’ottobre 1958 Luigi Alfano subentrò a Liberato De Filippo nella direzione della Camera del Lavoro di Castellammare di Stabia, mantenendo la carica fino a giugno del 1962.

Nonostante il ruolo occupato si ricandidò nelle elezioni amministrative del 1960, venendo riconfermato e ricoprendo anche la carica di assessore al Turismo e Sport.

Il 1° luglio 1962 fu eletto Segretario della FILP, la potente categoria della Federazione Italiana Lavoratori Portuali e nel 1965 venne premiato con un incarico nella stessa segreteria nazionale. Quando nel 1968 venne eletto nella segreteria della Camera del Lavoro provinciale di Napoli continuò a mantenere la segreteria regionale dei portuali.

Di quegli anni si ricorda un articolo di Alfano sul quotidiano nazionale del PCI sulla grave crisi gestionale del porto di Napoli.24

Il 7 giugno 1970 lasciò la segreteria della CGIL per assumere l’incarico di consigliere provinciale dell’Inps ed essere nominato, su indicazione della sua organizzazione sindacale, Presidente del Comitato provinciale dell’ente previdenziale e dal 1976 la presidenza del comitato regionale, ruolo rivestito fino al 1983, spostandosi dalla sede di via Ferraris a via Medina.25

Ricoprì il delicato incarico con saggezza ed equilibrio, così come il ruolo imponeva e come gli fu universalmente riconosciuto.

In quegli anni venne anche designato nel Consiglio d’Amministrazione dell’Ospedale Monaldi. Presidente dell’Unipol provinciale dal luglio 1977 a marzo 1991.

Il 27 marzo 1993 fu ancora eletto, dal sindacato unitario dei pensionati CGIL CISL UIL del comprensorio stabiese torrese, Presidente del Centro Polivalente Anziani di Castellammare, carica che mantenne fino alla morte, avvenuta il 21 febbraio 2006.

Quando verso la fine del 1989 si aprì lo scontro nel PCI all’indomani della scelta di Achille Occhetto, di dare vita alla “Cosa” dalla quale sarebbe scaturito, il 3 febbraio 1991, il Partito Democratico della Sinistra, Luigi Alfano, da sempre legato all'area riformista di Giorgio Amendola prima e poi di Giorgio Napolitano allievo prediletto del primo, si schierò immediatamente a favore della nascita della nuova formazione politica.

Lo scontro tra le due anime del Partito si fece particolarmente duro a Castellammare, da sempre schierata su posizioni di sinistra, con veri e propri drammi personali, fino a scadere in risse tra compagni di lunga data.

Senza particolari scosse fu invece la trasformazione del PDS in Democratici di Sinistra (DS), partito sorto nel 1998 per volontà del suo Segretario generale, Massimo D’Alema.

Anche in questo caso Alfano, coerentemente con la linea riformista alla quale aderiva da sempre, seguì la corrente di maggioranza, aderendovi senza problemi.

Ebbe amicizie influenti: nella sua bellissima e panoramica casa di via Fratte, nella zona collinare e antica della città, ebbe modo di ospitare per tre giorni Enrico Berlinguer. 

 

«Era usanza del PCI ospitare i dirigenti nazionali del Partito nelle proprie abitazioni e non negli alberghi, per evitare spese. Tutto ciò oggi fa certamente sorridere, ma a quei tempi l'etica, i costumi morigerati, la morale erano il fondamento del vivere politico del militante comunista e a maggior ragione dei massimi esponenti. Berlinguer incarnava tutto questo».26

Importante e duraturo il rapporto con Carlo Fermariello (1925 – 1997), sindacalista della Cgil, consigliere comunale di Napoli, senatore e in ultimo sindaco di Vico Equense; ma tra tutte è da ricordare il profondo legame con Giorgio Napolitano, il futuro, emerito, Presidente della Repubblica. Fu un’amicizia mai venuta meno e non a caso, nel momento della sua scomparsa, il Presidente fece sentire la sua vicinanza alla famiglia.

 

 

Note

1. La presente biografia, qui ampiamente rivisitata e ampliata, è stata precedentemente pubblicata sul blog Libero Ricercatore, con il titolo Luigi Alfano, politico stabiese, comunista e sindacalista, in data 14 settembre 2015. Si ringrazia Oreste Alfano per la sua cortese disponibilità e per le preziose informazioni su suo padre e sul nonno, oltre che per le numerose foto della famiglia fornite. Oreste, pur non occupandosi di politica ha ricoperto numerose cariche pubbliche, tra le altre citiamo la Presidenza della Società Acquedotto nel Porto di Napoli (Idra Porto), Presidente della Sezione Arbitri di calcio di Castellammare di Stabia e Vice Presidente Regionale, meritandosi la Stella di Bronzo Nazionale per meriti sportivi.

2.  L'Unità, Le ragioni di un successo. Il tesseramento al Partito nei Cantieri Metallurgici di Castellammare. 21 gennaio 1979,

3. L’Oleificio Gaslini era uno stabilimento che occupava 22 operai e tre impiegati e chiuse definitivamente i battenti nel 1950. Le prime elezioni amministrative si tennero a Gragnano il 24 marzo 1946 e la Democrazia Cristiana uscì sconfitta, riuscendo ad eleggere solo sei consiglieri, contro i 24 della Coalizione Democratici di Sinistra. Il blocco popolare raccoglieva le diverse forze di sinistra (PCI, PSI, PRI, Demolaburisti e Reduci e Combattenti). Il terzo partito in lizza, il PLI, con i suoi 793 voti non elesse nessun consigliere. La coalizione raccolse 2.815 voti contro i 2.421 della DC. Sindaco fu eletto Giuseppe Di Nola, già Commissario Prefettizio da marzo 1944.

4. L'Unità, Lutti. 13 luglio 1977.

5. Cfr.  la biografia di Vincenzo Somma pubblicata su Nuovo Monitore Napoletano il 26 luglio 2018.

6. Per maggiori approfondimenti, cfr. R. Scala, Quei terribili giorni del 1943, in Libero Ricercatore.

7. Le altre due erano la sezione Fontana di via Brin e un’altra situata a Scanzano. La sezione Spartaco, la più importante, si trovava al Corso Garibaldi. Agli inizi degli anni Settanta si conteranno ben dodici sezioni, qui ne ricordiamo alcune, oltre quelle citate. Lenin, Carlo Marx, Luigi Di Martino, Grieco, 14 luglio, Gramsci, Togliatti, Di Vittorio, Italcantieri.

8. Archivio di Stato Napoli, d'ora in poi, ASN, Questore a Prefetto, 23 giugno 1950.

9. ASN, 20 settembre 1950, Informazioni su Commissione Interna Avis. «Alfano Luigi, di Oreste e di Esposito Maria, domiciliato in via Fratte, operaio meccanico, comunista, di regolare condotta, non ha precedenti penali».  Su Umberto Bardiglia si scriveva:«Figlio di Antonio e fu Celotto Giulia, nato a Castellammare di Stabia il 25 agosto 1917, domiciliato in via Gesù, operaio meccanico. Dagli atti di questo ufficio risulta dichiarato in contravvenzione in data 10 aprile 1950 per vendita abusiva di giornale, l'Unità, ai sensi dell'art. 121, legge di PS (…)».

10. ASN, Questore a Prefetto, 24 giugno 1952.

11. Cfr. Scala: Colomba di Somma, storia di una pasionaria, Nuovo Monitore Napoletano.

12. Cfr. Scala, Pasquale Cecchi, il sindaco della Stalingrado del Sud, Nuovo Monitore Napoletano.

13. Per maggiori particolari su queste vicende cfr. A. Alosco, Vittime della democrazia, licenziati per motivi politici e sindacali dal dopoguerra agli anni sessanta, Novus campus, 2004 e per quanto riguarda prettamente l'area stabiese, cfr. Scala, Stalingrado del Sud.1943 – 1969. Storia di Castellammare di Stabia operaia, tra lotte politiche e sindacali, in «Cultura e Territorio», Nuova Serie, Anno II, 2020.

14. ASN, Questura a Prefetto, 16 luglio 1952

15. ASN, Questore a Prefetto, Relazioni. La Cgil ancora una volta si confermò prima organizzazione sindacale con 340 preferenze a fronte delle 99 conquistate dalla Cisl, riuscendo ad eleggere un solo delegato, Francesco Morelli. Per la Cgil furono eletti: Luigi Alfano,Luigi Apuzzo, Umberto Bardiglia, Giovanni De Rosa e Daniele Scarica.

16. Tra gli altri arrestati ricordiamo Raffaele Signorelli, Segretario della Camera del Lavoro, Vincenzo Somma, Segretario cittadino del PCI, Luigi Di Martino, Segretario della Fiom zonale, Luigi D’Auria, dirigente dell’ufficio Inca della locale Camera del Lavoro, Vincenzo Esposito, Segretario della Commissione Interna dei Cantieri Metallurgici Italiani, nonché consigliere comunale del PSI e una donna, Colomba Di Somma, una passionale militante comunista, prematuramente scomparsa a seguito di una grave malattia. Per maggiori particolari sulla vicenda cfr. Scala, Stalingrado del Sud, cit. e dello stesso autore,  Luigi D'Auria, storia di un comunista stabiese, Nuovo Monitore Napoletano.

17. L'Unità, Corrispondenza dalle fabbriche. La direzione dell'Avis appoggia la lista scissionista della Cisl, lettera di Luigi Alfano all'Unità, 15 novembre 1954.

18. ASN, Questura a Prefetto, 19 novembre 1954: Urgentissimo e Questore a Ministero Interno, Gabinetto e Ministero Interno, Sicurezza, 20 novembre 1954: Stabilimento Avis, Commissione Interna

19. ASN, Prefetto a Ministero Interno, Gabinetto DGPS,25 novembre 1954: La Direzione dello stabilimento Avis ha licenziato il noto operaio, Alfano Luigi, sospeso dal lavoro il 19 corrente.

20. ASN Questore a Prefetto, 30 aprile 1955: Stabilimento Avis

21. Per un approfondimento della vicenda cfr. Scala, La Camera del Lavoro di Gragnano. 1909-2009, Nicola Longobardi Editore, 2010, pagg. 106-112.

22. L'Unità, Un’arte appresa in tre secoli, articolo di Luigi Vicinanza, 9 ottobre 1977.

23. L’Unità, La nostra inchiesta sui salari industriali in Italia. Quando i contratti sono un mito, 2 luglio 1957.

24. L'Unità, Sempre più degradato lo scalo napoletano. Speculazione e inefficienza il 70% dei costi portuali, articolo di Luigi Alfano, 4 giugno 1976.

25. L'Unità, Eletto il nuovo presidente regionale dell'Inps, 29 giugno 1976.

26. Da una discussione dell'autore con Oreste, il figlio di Luigi, ricordando l'ospitalità offerta al grande Segretario Generale del PCI, Enrico Berlinguer.

 

 

 

 

 

 

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