Ferruccio Parri, il restauratore del Risorgimento Italiano
Egli è stato una Personalità storica collegata con lo spirito e con i risultati più nodali e memorabili del Risorgimento dell’Unità e della Libertà della Patria, sulla base del quale affrontó e contribuì a condurre a vittoria (come aveva fatto durante la Prima Guerra Mondiale, quarta e ultima guerra di Indipendenza) la battaglia dura contro la tragica dittatura fascista che quel mondo di valori e di memorabili realizzazioni storiche risorgimentali aveva calpestato e rinnegato, con la corresponsabile monarchia, traditrice del suo ruolo storico risorgimentale.
Oltre che difensore e restauratore del primo Risorgimento, egli fu creatore e costruttore del Secondo Risorgimento, che ha completato pienamente il primo con l’avvento della Repubblica con nuova Costituzione, con un regime democratico pieno (col voto anche alle donne), e non solo pienamente liberale, ma pienamente sociale. Queste epocali integrazioni del Secondo Risorgimento, sulle basi granitiche del Primo, hanno avuto come strumento storico operativo il Partito d’Azione, denominazione risorgimentale legata alla tradizione più democratica, quella mazziniana, che ha saputo sintetizzare a livello alto le più nobili, profonde teorizzazioni e pratiche liberaldemocratiche con quelle autenticamente liberalsocialiste. Ferruccio Parri ha conosciuto di persona il mondo di Gobetti e del suo liberalismo rinnovato, rivoluzionario, sviluppandolo ed arricchendolo in direzione democratica e concreta con l’esperienza milanese di ‘Il Caffè’ con Riccardo Bauer, ha conosciuto il carcere ed il confino con Carlo Rosselli per aver aiutato il socialista riformista Turati a fuggire in Francia ed ha visto nascere e svilupparsi con fitto e franco dialogo la riflessione socialista liberale di Carlo Rosselli (il memorabile ‘Socialisme liberal’ uscito a Parigi nel 1930, dopo la leggendaria fuga da Lipari, fu preparato a Lipari in dialogo con Parri). Egli seguì e conobbe dall’interno a Milano dopo il confino tutte le vicende dei principali nuclei di opposizione al fascismo e del fenomeno totalitario europeo (nazismo e comunismo, oltre il fascismo): da Giustizia e Libertà al Liberalsocialismo, alle tradizioni liberaldemocratiche. Di tutto fu al corrente, di tutte tenne conto nell’elaborazione che fu fatta col suo decisivo contributo con la sintesi programmatica del ‘Chi siamo’ e dei ‘Sette punti’ del 1942, memorabili, che segnano la nascita storica del Partito d’Azione e ne delineano il profilo autonomo e singolare. Il suo prestigio, la sua storia personale, il suo carattere furono la leva del passaggio dalle discussioni all’azione. Egli seppe essere il nocchiero principale di quella miracolosa esperienza storica fondata sulla rara sintesi etico-politica sopra indicata e riuscì a tenerla a galla e farla avanzare in tutti i marosi storici drammatici 1942-inizi 1946. Quando si avvide che quella sintesi era stata smarrita e spezzata (per cecità, individualismi, ingratitudini anche verso le mille sofferenze patite e i Caduti evocati non a caso ed uno ad uno nel primo giorno del fatale Congresso del febbraio 1946 ), scelse la strada della diaspora, essendo quella l’unica via di lotta da allora in poi percorribile per immettere valori azionisti nel corpo vivo della nascente Italia repubblicana e democratica. |
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