Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Ignoranza e libertà

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Karl Popper ha molto insistito sul fatto che noi siamo fallibili. Friedrich von Hayek è d'accordo con Popper sulla constatazione che le nostre conoscenze sono e restano congetturali, ma a sua volta insiste sul fatto che noi, oltre che fallibili, siamo anche ignoranti.

In realtà, si è inclini a identificare fallibilità e ignoranza. Ma tale identificazione è una confusione, un errore.

Noi siamo fallibili, le nostre conoscenze sono e restano falsificabili, ma queste sono appunto le nostre conoscenze. Noi conosciamo tramite teorie fallibili; ma, al di là di una certa quantità di conoscenze fallibili possedute da ognuno, ciascuno esperimenta ogni giorno la sua ignoranza.

Ciascuno di noi vive immerso in un oceano di cose e concetti che ignora.

E allora è evidente che, per risolvere i problemi concreti, gli altri devono essere liberi di utilizzare le loro specifiche conoscenze non centralizzabili e di far presenti le loro critiche. In altri termini: la libertà di proposta e di critica dei singoli individui è letteralmente indispensabile per il buon funzionamento del sistema sociale.

In effetti, perché il sistema funzioni, l’essenziale è che ogni individuo possa agire in base alla sua particolare conoscenza, sempre unica, almeno in quanto si applica a circostanze particolari, e che possa utilizzare le sue capacità individuali e le sue occasioni entro i limiti a lui noti e per un suo scopo individuale.

 

Le nostre conoscenze sono fallibili, e sono disperse tra milioni e milioni di esseri umani.

E qui sta la ragione per cui una società libera, in cui vige la cooperazione nella divisione del lavoro, può utilizzare molte più conoscenze di quante ne potrebbe contenere la mente del più saggio dei governanti.

Nessun pianificatore potrà mai prevedere lo sviluppo delle conoscenze future, e non potrà mai centralizzare un’enorme quantità di conoscenze di specifiche circostanze di tempo e di luogo; e c’è anche la questione del rapido adattamento ai cambiamenti che intervengono in particolari circostanze di tempo e di luogo.

Ebbene, date siffatte premesse, si può tranquillamente sostenere che le decisioni finali devono essere lasciate alle persone che conoscono queste circostanze, che hanno conoscenza diretta dei cambiamenti rilevanti e delle circostanze immediatamente disponibili per farvi fronte.

Precisiamo ora il rapporto che Hayek stabilisce tra ignoranza e libertà. Il valore della libertà individuale poggia soprattutto sul riconoscimento dell’inevitabile ignoranza di tutti noi nei confronti di un gran numero dei fattori da cui dipende la realizzazione dei nostri scopi e della nostra sicurezza.

Se esistessero uomini onniscienti, se potessimo sapere non solo tutto quanto tocca la soddisfazione dei nostri desideri di adesso, ma pure i bisogni e le aspirazioni future, resterebbe poco da dire in favore della libertà. La libertà è essenziale per far posto all’imprevedibile e all’impredicibile; ne abbiamo bisogno perché, come abbiamo imparato, da essa nascono le occasioni per raggiungere molti dei nostri obiettivi.

Siccome ogni individuo sa poco, e, in particolare, raramente conosce chi di noi sa fare meglio, ci affidiamo agli sforzi indipendenti e concorrenti dei molti, per propiziare la nascita di quel che desidereremo quando lo vedremo.

 

 

 

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