Per Eduardo un fiore in camerino
Il grande drammaturgo e attore napoletano si spense a Roma il 31 ottobre 1984. «Eduardo lascia una della più grandi drammaturgie del Novecento ed anche uno dei punti più alti della nostra grande tradizione attoriale. Tra l’altro Eduardo è anche la nostra pedagogia civile più potente. Io non so cosa sarebbe stata Napoli se il teatro di Eduardo non avesse contribuito ad un’opera di formazione della nostra comunità, soprattutto per la sua capacità di coinvolgere gli strati popolari. Pertanto è stato un elemento culturale fondamentale di identificazione e di collante.» [Nino Daniele, Assessore Cultura Comune di Napoli]. L’omaggio della città è stato reso il 31 ottobre 2019 dall’Assessore Nino Daniele assieme ai ragazzi della scuola del Teatro Stabile e all’attore Nando Paone che proprio in questi giorni interpreta “La grande Magia” nel ruolo del mago Marvuglia che fu di Eduardo.
«Cerco di fare il possibile per rendere questo personaggio quanto più vicino alla sua drammaturgia, distaccandomene, nel senso che abbiamo cercato con Lluis Pasqual, il regista, assolutamente di non imitarlo, ma di esaltare la sua parola, il suo scritto, e quindi sperando di avvicinarmi, anche se di distanze astrali alla sua recitazione. E’ una grande responsabilità essere in questo camerino dove è stato lui per tanti anni, dove è presente il suo DNA. Io provo una specie di sindrome di Stendhal ogni sera, qualche vago mancamento. Ho avuto comunque l’onore, il privilegio di essere diretto anche da Eduardo pochi anni prima che morisse, di averlo conosciuto da vicino e di averne apprezzato l’umanità, il grande amore che egli aveva per il teatro. C’è chi racconta che era anche un despota. E’ vero, lo era, ma perché amava troppo il mestiere dell’attore e il teatro con la “T” maiuscola.» [Nando Paone, attore]
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