Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Ferdinandopoli nello spazio. Sul Millenium Falcon.

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Riccardo Limongi
 
L’idea è troppo bella per non essere seguita fin dove può arrivare, e per lasciarci con un sorriso a pensare appunto a dove porterà.
Trovare corrispondenze può essere il risultato di osservazioni quanto di intuizioni, e parlarne dopo serve spesso a costruirci intorno un sistema di riferimenti che fanno da impalcatura ad un concetto che prima non c’era, che ora c’è, e che in questo modo sembra esserci sempre stato, solo che qualcuno doveva ancora scoprirlo.
Non so se sia questo il caso, ovvero se un disegno sconosciuto l’abbia generata da molto tempo e l’abbia finora tenuta nascosta, ma è sicuramente il caso di farla conoscere.

L’idea è quella di una scrittrice per bambini, Angelica Del Vecchio, che probabilmente nel suo lavoro di docente un giorno si è soffermata su un’antica piantina di quella che sarebbe dovuta essere (e non ha fatto in tempo a diventare) la mitica Ferdinandopoli, ed ha visto qualcosa che finora nessuno aveva visto.

E del resto, non sarebbe stato facile per nessuno, trovarci una navicella spaziale.
 
Facciamo vedere subito di cosa si tratta: eccoli messi fianco a fianco, da una parte il disegno che gli architetti di Ferdinando IV svilupparono per far nascere l’espansione urbanistica della tenuta di San Leucio, che doveva divenire Ferdinandopoli, e dall’altra un’immagine del Millenium Falcon, l’astronave-simbolo della trilogia classica di Guerre Stellari di George Lucas.



 

Adesso, come sempre accade, tutti possono vederne  la corrispondenza, la strada è stata aperta, ed è facile chiedersi anche come mai sia rimasta nascosta finora, e cosa questo significhi, ed ogni altro pensiero che ne consegue, ma qui, per ora, vogliamo solo fermarci a guardare, con lo stupore che merita.

Chissà se Ferdinando, quando cominciò a concepire l’Utopia di Ferdinandopoli, oggi ricordata perfino come la prima tentata esperienza di comunità socialista d’Europa, qualche volta avrà sospettato di aver avuto un’idea così avanzata da potersi proiettare un giorno perfino nello spazio.



E chissà se George Lucas, quando (per caso?) scelse per due volte la Reggia di Caserta come location per il Naboo Royal Palace (Star Wars Episode I: The Phantom Menace) e per girarvi alcune scene in Star Wars Episode II: Attack of the Clones, si accorse per un attimo di aver scelto il sito su cui era già stato disegnato, millenni prima, il suo Millenium Falcon, quasi che dovesse ora posarvisi, trovando quasi un richiamo naturale nelle tracce rimaste sul terreno della Ferdinandopoli mai costruita.

Da una parte, la piazza della seta al centro, il portale settecentesco, i quartieri con le case operaie (in ognuna delle quali vi era acqua corrente e servizi igienici, ed un telaio per la seta), lo stile razionale e funzionale, i decori semplici, le figure geometriche regolari che seguono i livelli del terreno, il teatro, un ospedale, la cattedrale: con questa prospettiva urbanistica, la comunità leuciana cominciò la sua vita con oltre 200 persone, ed una organizzazione tecnica da città industriale interrotta seccamente soltanto dalla rivoluzione francese.

Dall’altra, la piazza al centro è quella per le stazioni di comando, le sezioni con gli alloggi e gli armamenti razionali e funzionali alla navigazione, le figure geometriche che seguono i livelli dell’aerodinamica aerospaziale, ed una rivoluzione nemica che anche qui ne minaccia le prospettive…

Credo che lavorare con e soprattutto per i bambini faccia vedere cose che ad occhi ormai adulti  sfuggono…” ci dice Angelica, “Perdiamo lo stupore, a stento ricordiamo di averne viste così tante, di queste corrispondenze, di cui è fatto anche il nostro mondo, non solo quello dei bambini… spesso, senza neanche rendercene conto, ci ritroviamo curiosi ed “affamati” di meraviglia… eppure basterebbe solo riuscire a ricominciare a viaggiare di nuovo con gli occhi delle fantasia, ‘cambiando il nostro sguardo’ ed allargandolo, per esplorare meglio e più a fondo il mare immenso delle sensazioni, dei significati e delle percezioni palesi e nascoste, concedendo un po’ di più alla nostra capacità di Scoprire, dentro e fuori di noi. Mi piace pensare che in una notte di qualche secolo fa un bambino, precocemente diventato Re, abbia sognato di viaggiare nello spazio su un astronave, e che oggi qualcun altro abbia fatto lo stesso sogno, magari proprio George Lucas, dandogli finalmente forma, vita e colore…

Tracciamo una strada, dunque. Da un sentiero di San Leucio salirà fino a qualche pianeta troppo lontano per averlo anche sentito nominare.

Forse quello che davvero hanno in comune, è la potenza dell’immaginazione, quella che è rimasta sulla carta e nella mente di Ferdinando IV, quella che è stata trasformata in un simbolo della “settima arte”, e quella di chi ha saputo vederle tutte insieme.

 

 

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