Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

"Titanic", in mostra il fascino di una leggenda

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Quando una mostra non solo conquista milioni di visitatori in tutto il mondo, ma riesce anche a donare delle emozioni così intense da renderne indelebile il ricordo, allora, definirla “riuscita” è davvero molto poco.

E’ il caso del “Titanic”, la cui mostra è stata  inaugurata a Torino lo scorso 18 marzo e prorogata fino al 21 luglio 2017.

L’immensa reggia galleggiante con tutto il suo carico di ricordi dolci e strazianti, ripercorre ogni momento dalla sua storia, dai fasti alla tragedia, mostrandosi austera, ma anche disperatamente impotente al cospetto di un crudele destino.

Sono rimasti tutti là i sogni dei suoi passeggeri evocati da una miriade di oggetti consumati dall’acqua gelida dell’oceano. Per recuperarli  sono servite otto spedizioni speciali sul fondo a partire dal 1987 fino al 2010.

Inoltrandosi dalla prima all’ultima sala, sembra proprio di essere saliti a bordo. La musica, l’atmosfera, ogni oggetto esposto ridona vita ad anime desiderose di rivivere. Tutti nel cuore avevano una ragione per salire su quella nave fiabesca progettata nei minimi dettagli allo scopo di rappresentare la massima espressione tecnologica della “bella epoque”.

 

Dal varo alla tragedia trascorse poco più di un anno. In quella notte del 14 aprile del 1912 il “Titanic” ed  suoi passeggeri divennero leggenda, al prezzo di una morte terribile, gelida, tanto quanto quell’iceberg  assassino.

Colpiscono i loro volti, gli oggetti personali e quelli di uso comune, scarpe che raccontano i sacrifici di una vita, monili impreziositi da bizzarri  “portafortuna”, e poi i resti della stessa nave che nel farsi ricordare, rompe quel muro di ghiaccio e riscalda il cuore.  

 


 

 

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