Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Diomede ed Angelo Marinelli, Longano recupera la memoria

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LonganoLa cronaca più importante, studiata ed apprezzata del periodo napoletano dalla fine del Settecento al principio dell'Ottocento, è certamente quella che scrisse Diomede Marinelli nei suoi Diari, sia per la precisione, onestà ed esattezza nel raccontare, che per il numero, veramente straordinario, di notizie e di documenti raccolti.

Era nato nel 1760 a Longano, un centro agricolo molisano, in provincia d'Isernia, dal Dr. Lattanzio e Maria Tommasone. Laureatosi in medicina a Napoli nel 1782, nel ’90 ebbe la nomina a medico straordinario  “per lo real monistero di S. Gio. a Carbonara”.

Dall’'abitudine di annotare giornalmente tutti gli eventi più importanti che avvenivano nella Capitale, ricopiandoli poi ordinatamente in libri, nel tempo raccolse ben dodici volumi. Solo gli ultimi due però sono sopravvissuti al tempo e sono conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Il lungo soggiorno a Napoli durante la rivoluzione Napoletana del 1799 lo vide cronista di quei giorni gloriosi di repubblica e tremendi di controrivoluzione. Seppur non coinvolto in prima persona, patì la persecuzione di suo fratello Angelo, dapprima condannato a morte dalla Giunta di Stato e poi fortunosamente mandato in esilio.

 

Angelo Marinelli, indomito patriota, era un sacerdote che andava vestito da laico. Dedicatosi all'insegnamento, aprì a Napoli una scuola privata. In seguito ottenne la docenza ufficiale nel Liceo di Alessandria ed in quello di Casale. Con R.D. 28 gennaio 1808 gli fu conferita la cattedra di eloquenza nell'Università di Napoli. Come testimonianza della sua attività scientifica restano alcune opere tra cui  la Filosofia dell’eloquenza .

Una breve nota biografica sia di Diomede che di Angelo Marinelli fu curata da Benedetto Croce nel volume La Rivoluzione Napoletana del 1799.

“Oltre che del Diario napoletano [di  Carlo de Nicola], ho fatto uso frequente in questo volume dei Giornali di Diomede Marinelli, ms. della Bibl. Nazion. Il Marinelli " stato, prima di me, largamente adoperato dal Fortunato, dal Conforti, e dal Parisi e da altri, ed è una delle fonti più ricche per quel periodo di storia. Onde io credo che possa riuscire accetto l'offrire qui alcuni ragguagli, che ho raccolto sull'autore.

Leggendo nei Giornali ch'egli era di Longano, scrissi a mio fratello, allora militare, in distaccamento ad Isernia, che facesse una passeggiata a Longano, che è  poco discosto, e mi sapesse poi dire se esisteva ancora la famiglia Marinelli, e qualche altra notizia, che, per avventura, poteva trovare. Copio da una sua lettera di alcuni anni fa (1887): " In Longano  il primo cui ho domandato se conoscesse qualcuno che aveva per cognome Marinelli, m'ha indicato un vecchio, piccolo proprietario, e il figlio, calzolaio, di questo cognome. Il calzolaio m'ha messo sulle tracce di suo padre.

Questi, Luigi Marinelli, ebbe un po' di spavento nel vedermi, perchè vive solo; ma poi s’è fatto animo e m'ha detto quanto segue. Egli è il nipote di Diomede Marinelli, figlio del fratello Gaetano. Diomede aveva sei fratelli e tre sorelle: ed erano tutti figli di Lattanzio Marinelli. Il primo fratello era Angelo, Diomede era il secondo; seguivano Luigi, Gaetano, Vincenzo, Antonio e Raimondo. Angelo era prete, ma vestiva da laico; scrisse varie opere, di cui una, sulla Fisonomia dell'uomo, si conserva manoscritta presso l'arciprete di Longano.

Degli altri fratelli, uno era anche medico, un altro anche prete, ecc. Diomede morì nel 1824. [ndr. 1825]  Il terzogenito, Luigi, nacque nel 1777, e, avendo il nipote sentito dire da suo padre che tra i fratelli c'erano due anni d'età di differenza, cosi può stabilirsi, con qualche approssimazione, l'anno della nascita di Diomede nel 1775. Costui abitava a San Carlo all'Arena, via Minutoli, con una donna, Gabriella Sebastiani, che non sposò mai e da cui non ebbe figli. Visse quasi sempre a Napoli, e a Longano non si conservano suoi manoscritti.

Ma se ne conservano invece a Valle di Prato presso un nipote della moglie di Luigi Marinelli, il quale, per avere la stessa professione, eredità i libri e le carte del fratello.

Questi manoscritti non trattano di cose mediche, ma delle famiglie di Napoli, dice il nipote, che ne ha visto qualcuno. Il signor Luigi Marinelli è l'unico superstite della famiglia, ed ha due figli, uno in America, l'altro, che è il detto calzolaio.  Sulla casa di Marinelli a Longano, che fu edificata da Lattanzio, e ora  divenuta una grotta, c'è uno stemma, di cui ti mando un disegno senza pretensione artistica (tre stelle, quella di mezzo caudata, e tre fasce).

Queste notizie m'ha saputo dire per ora, ed altre m'ha detto che potrebbe darmi in seguito, se ci pensasse un poco. Forse quei volumi sulle Famiglie Napoletane sono un'altra parte della raccolta, di cui alla Biblioteca Nazionale non restano che i volumi X e XI.”

 

Dopo oltre un secolo a Longano lo scorso 23 aprile 2016 si è tornato a parlare di Diomede ed Angelo Marinelli durante un convegno organizzato da una loro discendente, per parte di madre, la dottoressa Cristina Fardella, che mi ha gentilmente invitata per omaggiare la memoria di questi due illustri cittadini di Longano che hanno tanto contribuito con la loro opera, tra prigioni e tribolazioni, alla costruzione della storia d’Italia.

Ho felicemente constatato che la grotta di cui parlava Croce oggi è una casa ristrutturata e serenamente abitata dai discendenti dei Marinelli. E' situata in un punto alto del paese, tra la chiesa madre ed i resti del castello. C’è ancora lo stemma di famiglia su cui si legge chiaramente il nome “Marinelli”. Manca una lapide a ricordarli, ma per questo il sindaco Antonio Ditri si è impegnato a provvedere in tempi brevi. 

Con grande impegno civico i cittadini di Longano hanno  partecipato numerosi all’incontro (preceduto da una lezione aperta che si è tenuta in mattinata al liceo scientifico Maiorana di Isernia). La calorosa accoglienza ed il desiderio di conoscere le gesta dei loro illustri concittadini, hanno reso il convegno un momento indimenticabile per tutti i partecipanti, un’occasione di confronto siglato dalla promessa di un impegno futuro nel recupero della memoria storica.

 

                    La casa di Diomede ed Angelo Marinelli

 

 

 

 

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