L'eredità culturale di Gerardo Marotta
Medaglia d’oro per i benemeriti della cultura, sette lauree honoris causa rilasciate dai più prestigiosi atenei italiani e stranieri, dieci premi tra nazionali e internazionali, tante cittadinanze onorarie, insignito della Légion d’Honneur della Repubblica Francese. Gerardo Marotta è nato il 26 aprile 1927 a Napoli, dove ha compiuto studi di giurisprudenza, conseguendo la laurea con il massimo dei voti e lode, con una tesi sulla concezione dello Stato nella filosofia classica tedesca. Accanto allo studio del diritto, si è mostrato vivamente interessato alla filosofia, alla storia, alla letteratura e a tutte le espressioni artistiche, che lo hanno portato ad essere tra i giovani che avrebbero reso noto noto nel mondo accademico europeo e internazionale l’Istituto Italiano per gli studi Storici fondato da Benedetto Croce. Il suo sogno si è realizzato il 27 maggio 1975 quando, insieme a Enrico Cerulli, presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Elena Croce, figlia di Benedetto, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli, ha fondato l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, di cui veniva eletto presidente nella sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Ospitato nello storico Palazzo Serra di Cassano, Gerardo Marotta ha messo a disposizione tutte le sue risorse culturali, energie ed esperienze, intessendo rapporti di collaborazione culturale e scientifica con le università italiane, con l’Accademia Nazionale dei Lincei, con l’Istituto Nazionale del Rinascimento, con l’Accademia delle Scienze di Torino, e, a livello internazionale, con l’Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi, il Warsburg Institut di Londra, il CERN di Ginevra, le Università di Amburgo, Tubinga, Sorbona, Berlino, Vienna, Vallodolid, l’Istituto Landau di Mosca e decine di altre istituzioni straniere, facendo diventare l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli talmente prestigioso da essere punto di riferimento per la cultura nazionale, europea ed internazionale in ogni campo del sapere. La consacrazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli è avvenuta nella seduta del Parlamento Europeo del 22 giugno 1993, alla presenza di delegazioni di filosofi e scienziati provenienti da tutto il mondo. Riportiamo di seguito le parole con cui l’allora presidente del Parlamento Europeo Egon Alfred Keplsch descrisse l’opera realizzata da Gerardo Marotta a Napoli, con i suoi collaboratori. “L’Istituto ha intrecciato in forma particolarmente originale e feconda l’attività di ricerca con quella rivolta alla formazione superiore, e atteso a sviluppare forme di connessioni sempre più sinergiche tra i programmi d’indagine storico-filosofiche, scientifiche, archivistiche, documentarie e bibliografiche, e l’organizzazione di una libera scuola di alti studi post-universitari, e, insieme, di importantissimo centro di centinaia di ricerche in tutti i campi del sapere. Esso ha recato e continua ad offrire alla cultura italiana ed europea un contributo di pensiero e di lavoro scientifico degno della più alta ammirazione, anche in considerazione della particolare difficoltà in cui l’Istituto viene operando, nella drammatiche condizioni della vita sociale a Napoli e nel Mezzogiorno”. Tuttavia, proprio per un contesto condizioni difficile, “la presenza dell’Istituto Italiano per gli Studi Italiani si mostra prezioso, riaccendendo nella città di Vico e di Croce una Weltanschauung (visione del mondo legato alla scienza e coscienza dei valori), una via maestra per dell’europeismo più maturo”.. Alle nobili parole del Presidente del Parlamento Europeo si aggiunsero quelle degli scienziati del Massachuttes Institute of Technology nel riconoscere all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli la valenza di “un’istituzione unica al mondo, non solo per i grandi servigi che rende alla cultura, ma per il costante impegno nel tenere alta la bandiera della filosofia in un mondo ossessionato dal materialismo e dal gretto interesse” Il 13 dicembre del 1997 la Vereinigung fur Deutsch- Italienische Freundschaft ha conferito a Gerardo Marotta il Premio Capo Circeo con la seguente motivazione: La sua grande personalità poliedrica, ricca di una fortissima carica di partecipazione civile, che lo ha visto negli anni della giovinezza in battaglie politiche e sociali, ha assunto un grande significato universale, per aver profuso le Sue migliori energie e le Sue risorse economiche alla fondazione e allo sviluppo dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, oggi assurto ai vertici culturali mondiali. Non possiamo dimenticare il Suo sforzo per pubblicare i testi hegeliani in originale in prima mondiale, e il Suo primato di mecenate, nell’aiuto concesso a tanti docenti e allievi che con passione furono a Lui vicini”. La disponibilità del patrimonio bibliogafico è di circa duecentomila preziosi volumi. All’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è stato conferito, nell’aula magna dell’Università di Roma, il Prix International pour la Paix, per l’attività svolta a favore della pace fra i popoli. Tra gli studiosi che hanno partecipato alle attività della fondazione o hanno tenuto le loro relazioni sulle ricerche ricordiamo Norberto Bobbio, Paul Dibon, John Davis, Hans Georg Gadamer, Marc Fumaroli, Konrad Gaiser, Eugenio Garin, Ernst Gombrich, Francesco Gabrieli, Augusto Guzzo, Gustavo Costa, Tullio Gregory, Ferdinando Bologna, Jürgen Habermas, Dieter Henrich, Vittorio Hösle, Paul Oskar Kristeller, Raymond Klibansky, Rita Levi-Montalcini, Cesare Musatti, Bruno Neveu, Wolfhart Pannenberg, Karl Popper, Ilya Prigogine, Giovanni Pugliese Carratelli, Paul Ricoeur, Lea Ritter Santini, René Roques, Carlo Rubbia, Jan Sperna Weiland, Claude Tardits, Xavier Tilliette, James Tobin e Michel Vovelle. Sono purtroppo note le difficoltà dei tempi presenti che vedono Gerardo Marotta sulal soglia dei novanta anni combattere affinché il patrimonio preziosissimo dell’Istituto non vada disperso. In tal senso possiamo ritenere profetiche le parole del grande filosofo Hans Georg Gadamer, scomparso nel 2002, e che dell’Istituto Filosofico aveva fatto la sua casa: “Sono particolarmente lieto di poter affermare che la grande eredità toccata in sorte a questa città è oggi in buone mani. E’ un merito inestimabile dell’Istituto quello di aver preso l’iniziativa. Tutto ciò ci fa credere che quell’Europa per la quale viviamo e che, come speriamo, sopravviverà alle minacce di questa epoca. Sono certo che l’Istituto per gli Studi Filosofici costituirà nel prossimo futuro un modello per l’Europa per superare gli ostacoli rappresentati dalla burocratizzazione degli studi - come conseguenza della tendenza industriale della nostra epoca - che significa la pietrificazione della cultura ed una minaccia alla creatività e alla ricchezza dei rapporti umani”. Tuttavia Gerardo Marotta lotta nella convinzione che la grande tradizione dell’umanesimo meridionale, quella che va da Giordano Bruno a Telesio e Campanella, fino a Genovesi, Filangieri e Pagano, possa avere una speranza di rivalsa e vincere la dittatura dell’homo oeconomicus che regge le scelte europee. A tal riguardo ricorda il messaggio di Benedetto Croce che la figlia Elena portò con sé il giorno in cui lo convinse a fondare, a spese proprie, l’istituto: “Quando le forze barbare prendono il sopravvento e distruggono le biblioteche e i grandi monumenti, gli uomini, vedendosi privati delle risorse per continuare le loro opere, devono rassegnarsi alla morte”.
Bibliografia: |
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