Clementino Vannetti, letterato e latinista
Suo padre, assai benemerito delle Lettere, fondò l’Accademia degli Agitati ottenendo dal regale favore dell’Imperatrice Maria Teresa una selezionata e pubblica biblioteca. Dotato di vastissima capacità d’intendimento e di spirito brillante e vivace, il Vannetti fu un grande conoscitore delle passioni degli uomini. Eccelse nella lingua latina, e forse non ebbe alcuno che lo superasse. Compose le biografie di molti personaggi, che a suo avviso valeva la pena far conoscere, fra cui l’abate Zorzi e il sacerdote Festi, suoi maestri, ritraendo dal vivo quello che in ciascuno di essi trovava di bello e di lodevole. Noto in tutta l’Europa per i suoi studi, per la dottrina del sapere e per il suo ingegno, si acquistò sì illustre nome che non vi fu uomo di Lettere, Vescovo o Cardinale, che non si pregiasse della sua amicizia. Le Accademie più ragguardevoli lo iscrissero nelle loro Società, e quella degli Agitati lo nominò Segretario perpetuo. Il colmo degli onori lo ebbe quando, nel passaggio di Pio VI da Rovereto nel 1782 al ritorno da una visita all’Imperatore Giuseppe II, venne presentato al Papa. Ammesso al bacio dell’anello, ebbe molte lodi per: […] il tesoro che teneva chiuso dentro di lui. Specchio di rara cordialità verso gli amici, amava nelle cose il bello, il buono ed il vero. Nelle cose di Dio studiò egli medesimo e ne sapea molto innanzi.
Morì all’età di 40 anni il 13 marzo del 1795 a Rovereto, città orgogliosa di avere dato i natali ad un: […] uomo di così perfetta antica virtù, così dotto e ricco di ogni eleganza e dottrina, piacevole e popolare, amico di tutti, anche dei nemici e degli ingrati, così religioso e pio che poche età possono per avventura ricordare.
Abstracs dal libro di Tommaso De Chirico: Il conte di Cagliostro nel suo tempo, 2° volume della trilogia sul conte di Cagliostro, Ed. Mnamon, Milano, 2014 Brani e notizie tratti da Antonio Cesari: Vita del Cav. Clementino Vannetti di Rovereto. Verona, 1818. |
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