I giornali della Repubblica Napoletana del 1799

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Secondo l’analisi storica di Benedetto Croce la rivoluzione del 1799 a Napoli diede vita al giornalismo politico. In epoche precedenti i giornali si limitavano a riportare cronache di feste e cerimonie di corte, manifestazioni teatrali ed eventi religiosi.

La stampa politica, ad iniziare dal Monitore Napoletano di Eleonora de Fonseca Pimentel, cercò innanzitutto di diffondere gli ideali repubblicani e rivoluzionari di libertà e uguaglianza.

Il primo giornale repubblicano ad essere pubblicato fu il Monitore Napoletano, inaugurato il 2 febbraio 1799. Due giorni dopo veniva dato alle stampe anche il Giornale Patriottico della Repubblica Napoletana, edito da Bruno Gagliano, che, nel primo numero, tracciava la sua linea editoriale: “Quest’epoca fortunatissima dee testimoniare eternamente impressa nella mente dei zelanti patrioti; e bisogna che ciascuno si cooperi a conservarne i momenti, tenendo un esatto registro di tuttociò che si è pubblicato e si pubblicherà in appresso da’ bravi cittadini, promotori indefessi della sospirata Libertà, e di coloro che sono proposti al reggimento della Repubblica Napoletana”.

In effetti, più che di un progetto editoriale, si trattava di un “Avviso ai cittadini” da parte dellos tesso editore  che proseguiva: “per soddisfare a quest’oggetto interessante, ho cominciato a render pubblico colle stampe questo Giornale Patriottico, nel quale fedelmente ho raccolto quanto finora si è impresso ne’ fogli volanti, facendo per la continuazione di questo giornale sempre attentissima ricerca di tutte le più belle produzioni patriottiche”.

Il Giornale veniva stampato dalla tipografia ‘Pergeriana’, che provvedeva anche alla distribuzione e, dopo il primo numero del 4 febbraio, ne seguirono altri 7  fino al 29 aprile.
Altro giornale edito durante il semestre repubblicano fu  Il Veditore Repubblicano, pubblicato il 21 marzo  e  diretto dal magistrato calabrese Gregorio Mattei e da Pietro Natale Aléty, nativo di Ragusa.

La linea editoriale  fu  espressa nel  numero del 30 marzo: “Noi scriviamo e invitiamo a voler dare mano alla scure ed alla face insieme per troncare, ed ardere la selva di tanti errori, all’ombra di cui eravam giaciuti marcendo[…] ognì dì ci adoperiamo con quella fatica, che per noi si può maggiore, di sgombrare questo immenso fimo di vizi, e di errori, di cui si è caricato per diciassette secoli questo suolo[…] Il nostro scopo non è di istruire così tosto gli uomini, ma di cercarne come, dove, in che parte parte e per quali vie sia necessario d’istruirili.

La prima difficoltà che mi corre all’animo è qual abbia ad essere l’istruzion propria de’ repubblicani”.

Bisogna pur dire che tali intenzioni erano nobili, ma tali messaggi, per essere efficienti, dovevano giungere al popolo basso e in questo si mostrò certamente più mirato e comunicativo il Monitore Napoletano, che invitava ad usare il linguaggio semplice ed accessibile a tutti, un sistema di comunicazione, insomma, anche dialettale, finalizzato ad educare la plebe a diventare popolo.

Del Veditore Repubblicano si sono conservati quattro numeri, dal 21 marzo al 19 aprile 1799, custoditi nella Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria.

Il 19 aprile del 1799 fu stampato anche  il primo numero de Il Vero Repubblicano, con cadenza settimanale e furono prodotti quattro numeri, l’ultimo datato 10 maggio.

Il Vero Repubblicano pubblicò le leggi della Repubblica, le note e i chiarimenti sulle stesse, come anche le notizie interne più interessanti, curando anche la recensione di “nuovi ed utili libri, e scoperte ed infine istruzioni sulla morale repubblicana e sulla politica in istile chiarissimo adatto all’intelligenza anche della moltitudine”.

L’iniziativa della pubblicazione di questo periodico- ricorda Girolamo Addeo- fu assunta all’inizio di aprile del 1799 dal tipografo Vincenzo Orsini, personaggio molto noto nell’ambiente dell’editoria napoletana. Il manifesto che ne annunciava l’uscita prometteva una sola tiratura settimanale, il venerdì.

Ma la cadenza non venne poi rispettata e oggi si conservano i soli due numeri superstiti sempre presso la Società Napoletana di Storia Patria, il primo ed il quarto. Entrambi i fascicoli sono privi dell’indicazione della data. Girolamo Addeo, basandosi sulla puntuale analisi dei contenuti, sostiene che il primo numero fu certamente pubblicato posteriormente alla giornata di venerdì 19 aprile 1799, mentre il quarto sarebbe molto presumibilmente da scriversi al successivo venerdì 3 maggio; si deve pertanto ritenere che il secondo e il terzo dovettero essere stampati tra il 20 aprile e il 2 maggio dello stesso anno.

Ogni fascicolo, composto di otto pagine progressivamente numerate, era strutturato in tre settori: nel primo si riportavano leggi, decreti e proclami via via emanati dal governo e dalle autorità militari, nel secondo brevi resoconti dei dibattiti che si tenevano nelle commissioni istituzionali, nel terzo notiziari sulle vicende politiche e militari con corrispondenze da varie città italiane ed estere.

Lo Spettatore Napoletano ebbe il suo esordio il 18 maggio e fu pubblicato fino al 4 giugno, nel mese in cui la controrivoluzione sanfedista del cardinale Ruffo e delle armate inglesi, turche, svizzere, russe, portoghesi avrebbe sconfitto la Repubblica.
Nel numero del 18 maggio esplicitava la linea editoriale : “Lo scopo principale di pubblici fogli è certamente l’universale istruzione.”

Autore e redattore dello Spettatore Napoletano fu Nicola Mazzola, celebre patriota “della prima ora”, inquisito sin dal 1794, uomo di fiducia di Carlo Lauberg durante il semestre repubblicano, martire della Repubblica. La collezione più completa è quella appartenuta ad Alfredo Zazo, che al giornale e al suo fondatore dedicò un accurato studio sulla rivista “Samnium”. Tale collezione è stata ristampata da Girolamo Addeo con 4 fascicoli, ciascuno costituito da quattro pagine con numerazione progressiva, usciti il 18, 21, 25 e 28 maggio, a cui bisogna aggiungere il quinto del 4 giugno 1799.

Infine bisogna ricordare  Il Giornale Estemporaneo, il cui primo numero fu pubblicato il 31 marzo 1799, esordendo: “Questo giornale comparisce al pubblico con felice auspici, abbiamo una tirannia in meno; la Toscana è libera”.

Nel numero 9 si chiariva che, con l’aggettivo estemporaneo, si intendeva ricorrere alla pubblicazione del giornale solo quando  si fosse mostrato necessario diffondere notizie interessanti, secondo il significato che lo stesso dizionario della Crusca attribuiva al termine “estemporaneo”. Esso fu stampato da Gennaro Giaccio, lo stesso che stampò per i primi tre mesi il Monitore Napoletano.

La collezione completa, conservata presso la Società Napoletana di Storia Patria e ristampata da Mario Battaglini nel 1988, ne comprende soltanto sette, dal numero 1 del 31 marzo al numero 9 del 21 maggio del 1799 dello stesso anno; sono andati perduti il numero 3 e il numero 7. Il secondo fascicolo, il quarto ed il quinto uscirono, rispettivamente, sabato 6, 20 e 27 aprile; il sesto e l’ottavo sempre di sabato, il 4 e il 18 maggio.

 

 

Bibliografia:

Ciro Raia- Napoli 1799- Tullio Pironti Editore- Napoli 1998
Camillo Albanese- Cronache di una rivoluzione- Franco Angeli- 1998
G.Addeo: La stampa periodica durante la Repubblica napoletana del 1799- Palermo 1978
La propaganda dei giornali giacobini- a cura di Mario Battaglini- Alfredo Borzi Edizioni- 1988

 

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