Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Un pesce d’aprile per Wikipedia sul revisionismo d’accatto

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Dei promotori turistici della costa di Maratea sono soliti ogni anno fare ai loro followers un piccolo scherzo in occasione del primo aprile. Quest’anno hanno rivelato  sul social network Facebook il loro  pesce d’aprile,  inviando una mail anche al Nuovo Monitore Napoletano, che citiamo testualmente:

"Quest’anno abbiamo inteso  colpire un fenomeno  sempre più crescente nel mondo del web, che riguarda in particolare la nostra Italia meridionale, che è quello del revisionismo del Risorgimento, e, più in genere, la spettacolarizzazione della storia. Non ci riferiamo, ovviamente, al serio revisionismo che gli storici, periodicamente, attuano per ogni periodo storico, - hanno sottolineato -  ma a quel volgare e ingenuo campanilismo che inneggia a campi di sterminio, guerre civili, deindustrializzazione ecc. che gli storici di professione tanto odiano. "

A tale scopo hanno ritenuto, pertanto, d’ inventarsi una storia di brigantaggio che si mostrava subito incredibile, se non fosse che oggi qualsiasi cosa si scriva sull’argomento, viene subito diffuso in rete.

I promotori turistici di Maratea hanno preso una scena di caccia da un sito che collezione foto d'epoca del loro paese, e hanno inventato la storia della terribile banda del brigante "Culopizuto", che avrebbe lottato, fino al martirio, per lo smantellamento dei (mai esistiti) cantieri navali di Maratea.

Per comprendere subito che si trattava di uno scherzo bastava notare che i soprannomi attribuiti ai briganti fossero  nomi dialettali di pesci e i due terribili capibriganti  Culopizuto e Virrinia  erano soprannomi inventati.  Dobbiamo pur dire che Culopizuto indica nel dialetto locale una posizione sessuale e Virrinia l’organo sessuale maschile.

Tale scherzo è stato ideato anche per porre l’attenzione sul fatto che a volte Wikipedia, quale fonte d’informazione storica, non è affidabile e può essere facilmente  raggirata  con notizie inventate di sana pianta. Infatti il falso scoop dell’inesistente Eccidio di Maratea è stato pubblicato anche sulla famosa “enciclopedia libera”.

Ciò dimostra, al di là dello scherzo, quanto sia importante affidarsi a delle fonti seriamente documentate, prima di diffondere in rete qualsiasi genere di notizie, specie quelle ad uso e consumo di persone poco informate e capaci, quindi, di discernere la verità dalle montature.

Per le informazioni storiche, è  noto che sui vari siti on line e sul social network facebook  la questione del brigantaggio postunitario ha assunto una proporzione tale che tanti  s'improvvisano storici e  ci si definisce briganti anche quando si deve lodare la bontà del dolce tipico meridionale o cose che appartengono alla tradizione meridionale in senso lato, soprattutto napoletano, per cui viene spontaneo chiedersi in quale maniera ciò si rapporta alla storia del brigantaggio postunitario.

La scorrettezza più grave è stata quella di una bambina palestinese vittima delle guerre nel suo paese, la cui foto, poco abilmente manipolata, è stata spacciata in rete per una innocente assassinata dai carabinieri durante il periodo del brigantaggio.

Con tale scritto speriamo diffondere due messaggi: primo, di fare attenzione a quanto scritto su Wikipedia, e a non veicolare poi notizie sul brigantaggio postunitario prodotte e diffuse da sedicenti storici e scaltri lestofanti. Fare storia è tutt’altro mestiere. E’ una professione seria e rigorosa.  

Ovviamente la pagina Wikipedia del mai esistito Eccidio di Maratea è stata cancellata.

 

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