Pacentro celebra la Repubblica Napoletana del 1799
Pacentro è una cittadina in provincia dell'Aquila con circa 1200 abitanti, che ha tuttavia un territorio (71 kmq) vasto, più della metà di quello di Napoli (117 kmq). Fa parte dei borghi più belli d'Italia col suo pittoresco e distinto centro storico a pochi chilometri da Sulmona (la patria del poeta universale Ovidio), lassù sotto il Morrone, presso la Badia di Celestino V (1293). Pacentro fa parte della Comunità Montana Peligna e del Parco Nazionale della Majella. Il borgo operoso, ma con poche risorse, ha conosciuto specialmente dopo il 1945 una dura emigrazione (dopo aver raggiunto nel 1911 il picco demografico di 4411 abitanti) oltreoceanica (Stati Uniti e Canada), come quella ad es. della famiglia Ciccone nel 1919 (dalla quale è nata la famosa artista Madonna), come tante comunità abruzzesi e meridionali. Nella sua storia spiccano due personalità della seconda metà del Settecento, il dottore legale Stanislao Melchiorre e Flaminio Massa. Quest'ultimo, nato a Pacentro nel 1770 e morto a Milano nel 1805, ha raggiunto un livello nazionale, essendosi svolta la sua vicenda biografica tra Napoli, Pavia, Venezia, Milano, incrociando personalità del livello di Mario Pagano, Vincenzio Russo, Ugo Foscolo, Vincenzo Monti. Egli fu un ardente repubblicano nell'onda lunga ed europea della Rivoluzione Francese del 1789 a Napoli già nel 1793-1794 e scampò per poco all'arresto e alla forca, andando esule a Pavia, poi a Venezia, poi a Milano con alti riconoscimenti del suo valore e della sua fede. Tornò a Napoli nel 1799, con la nascita della memorabile e gloriosa Repubblica Napoletana, amico intimo di Mario Pagano e curatore dell'edizione delle sue opere nel 1800. Morì poi a Milano ancora giovane a 35 anni, noto e stimato intellettuale e pubblicista. In occasione del 216° anniversario della Repubblica Napoletana l'Associazione Culturale "Il coraggio delle idee" in collaborazione con il Cinecirolo "Raffaele Rossi" e con il Patrocinio del Comune ha organizzato per domenica 25 gennaio 2015 alle ore 18 presso la sala polifunzionale "Pietro Di Nello" una manifestazione dal titolo "1799 Giacobini e sanfedisti in Valle Peligna". Coordinatore dell'incontro il dott. Silvio Cappelli, relatori il dott. Carlo Alicandri Ciufelli e il dott. Massimo Tardio, sostituito, poi, per problemi di salute, dal prof. Nicola Terracciano. L'iniziativa civile ha conosciuto una distinta presenza di cittadini sensibili, che hanno seguito con interesse le relazione, dopo l'ascolto iniziale dell'inno dell Repubblica Napoletana. Il dott. Silvio Cappelli, dottore di ricerca in filosofia e consigliere comunale di Pacentro, ha introdotto con concentrata competenza l’iniziativa tesa sia a celebrare la proclamazione della Repubblica Napoletana del 1799, sia a riprendere la memoria della figura più alta di Pacentro, il citato Flaminio Massa, per il quale il dott. Cappelli sta predisponendo il profilo rigoroso e la raccolta degli scritti (oltre altri momenti civili pubblici di memoria), di cui ha letto alcuni passaggi significativi. Il dott. Carlo Alicandri Ciufelli, della vicina Sulmona, noto e apprezzato primario di otorinolaringoiatria, ora in pensione, che ha dedicato molte energie per ricerche genealogiche della sua distinta famiglia, che ha visto anche aderenti dei moti repubblicani napoletani di fine Settecento, è divenuto uno dei più rigorosi studiosi della vicenda del 1799 nell'area peligna e si è soffermato non solo su Flaminio Massa, ma anche su repubblicani della vicina Pratola Peligna, che pagarono anche con la vita la loro decisa adesione alla nuova esperienza rivoluzionaria di liberazione dall'oppressiva e feudale egemonia dell'abbadia dei monaci celestini, lontani nelle loro rendite e ricchezze dai valori evangelici e dai formali voti di povertà. Il prof. Terracciano ha fatto notare la grandezza storica della Repubblica del 1799, inizio del Risorgimento nel giudizio storiografico di Benedetto Croce, tra l'altro abruzzese, che a quella esaltante e tragica esperienza dedicò volumi e costanti ricerche. Essa è stata di una ricchezza di spunti storici inimmaginabili che la rendono profetica della nostra età repubblicana, anzi ancora carica di futuro, giacchè la nostra pur cara Repubblica è ancora lontana da essa e lo mostra il paradosso di non sapere ancora oggi onorare degnamente i Martiri del 1799, i cui sacri Resti giacciono nei sacelli e nei sotterranei della Chiesa del Carmine di Napoli senza nemmeno una lapide che li ricordi, pur trattandosi di Eroi come Mario Pagano, Ettore Carafa, il vescovo Michele Natale. Quest'ultimo fu condannato a morte per aver predicato la conciliabilità profonda tra cattolicesimo, libertà, democrazia, repubblica, che oggi sembra scontata, specialmente dopo il Concilio Vaticano II, che meriterebbe una sua beatificazione e che smentisce con mille altri esempi di adesioni di ecclesiastici illuminati la falsità e l'infamia dei "sanfedisti" clericali borbonici contro i repubblicani, presentati alle masse incolte e analfabete, per fanatizzarle e aizzarle, come nemici, ostili della religione.
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