La più grande impresa spaziale parla europeo, italiano e napoletano: la sonda Rosetta e la cometa 67/P
Le comete sono fatte in gran parte di acqua ghiacciata e dall'impatto di una di esse con la Terra si sono formati gli oceani, che vengono quindi dal cielo e non dai fiumi o dalle nuvole, che non sarebbero assolutamente in grado di formare e di spiegare l'immensità dei volumi d'acqua del nostro caro, unico pianeta azzurro (colore che si nota stando fuori o lontano da esso), nostra unica casa nell'universo infinito, da amare e curare con tenerezza e passione immense da parte di ognuno, di ognuna di noi, che ne siamo figli e ne dobbiamo essere i vigili e responsabili custodi ( e l'accordo Cina-Usa sulle emissioni inquinanti di ieri a Pechino è notizia di grande conforto). Da Rosetta si è staccato il Lander Philae che, alle ore 18 del 12 novembre 2014, data storica, è atterrato sulla superficie, raggiungendo un successo che ha del miracoloso e si appresta ad analizzare la composizione della cometa, inviando fondamentali informazioni alla sonda rimasta in orbita, che le rispedirà verso la Terra al centro dell'Agenzia Spaziale Europea(ESA), che si trova a Darmstadt in Germania. La tecnologia spaziale italiana ha avuto un peso fondamentale nell'impresa. Uno degli strumenti fondamentali di analisi è stato chiamato Giada. Finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana, è stato sviluppato a Napoli presso il Laboratorio di Fisica Cosmica e Planetologia dell'Universtà Parthenope e dell'Inaf-Oac, in collaborazione con l'Istituto di Astrofisica dell'Andalusia (Granada, Spagna). La responsabile dello strumento è Alessandra Rotundi dell'Università Parthenope. Del gruppo che l'ha progettato e sviluppato fa parte anche l'astronoma Elisabetta Mazzotta Epifani dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte. |
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