Quei soldati che il Borbone condannava a morte per sorteggio
La condanna a morte per sorteggio è uno degli argomenti inediti più tristi ma nel contempo necessari di approfondimento del testo di Antonella Orefice sui condannati a morte nel Regno di Napoli dal 1734 al 1862. Il macabro sorteggio riguardava i soldati dichiarati rei e condannati alla pena capitale secondo un sorteggio tra due, tra uno su quattro oppure uno su nove, con il rilascio in libertà dei sorteggiati “fortunati”, mentre si affidavano ai Bianchi della Giustizia i condannati o il condannato “ sfortunato” per la “notte di cappella” prima dell’esecuzione della condanna. Tra i vari documenti facciamo riferimento a quello del 17 agosto 1753 in cui lo scrivano della Compagnia dei Bianchi trascrive che il Maggior Generale Marchese D’Onofrio aveva firmato un biglietto, pervenuto alla Compagnia tramite il quale si chiedeva di tirar a sorte tra due soldati francesi del Reggimento delle Guardie Italiane, colpevoli di un imprecisato reato, per poi confortare colui che “ fusse perditore” prima dell’esecuzione. I due soldati si chiamavano Giovanni Montegni e Leopoldo Pier. Nel sorteggio “ restò perditore Giovanni Montegni, il quale fu consegna a nostri Padri, acciò da medesimi si fusse confortato a ben morire restando libero il suo compagno Leopoldo Pier. Quindi si trattava di una sorta di “rappresaglie”, a cui furono sottoposti 70 soldati, condannati a morte secondo tale pratica durante il regno di Carlo di Borbone. Era il caso a decidere chi dovesse trovare la morte come in una sorta di “ roulette russa”, dato storico inedito e sconosciuto in relazione alla storia del Regno di Napoli e che offre motivazioni di ulteriori approfondimenti per futuri studi di ricerca.
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