“Eduardo” e “ Monologo”: la passione civile in due corti di Eduardo De Filippo
Le elezioni del 1948 segnarono un momento fondamentale per delineare gli equilibri politici dell’Italia repubblicana degli anni dopo la fine del fascismo e la guerra. Data l’importanza di tali elezioni, l’ampiezza dei mezzi propagandistici costituisce una novità senza precedenti nella storia italiana. Eduardo De Filippo interpreta nel cortometraggio Eduardo un Pasquale Lojacono che, dialogando con il dirimpettaio professore Santanna, ha le idee ben chiare rispetto al voto da esprimere per le elezioni del 1948. Al di là dell’appello ad andare comunque a votare, esso contiene il messaggio di andare a votare per “stare tranquilli” ed evitare di “passare dei guai”. Quindi votare Democrazia Cristiana per non passare i guai di una vittoria del Fronte delle sinistre, composto dal Partito Comunista e dal Partito Socialista. Il cortometraggio costituisce un vero “ asso nella manica” da parte della propaganda della Democrazia Cristiana, che ha compreso l’importanza della comunicazione cinematografica. Il breve ma efficace filmato fu ideato da Luigi Gedda, presidente dei Comitati Civici a favore della Democrazia Cristiana, e il produttore Turi Vasile ci testimonia che Eduardo lo fece come atto di stima personale nei confronti di Alcide De Gasperi, ma Mino Argentieri scrive che in “tale atmosfera che si stava riscaldando o meglio incendiando, Eduardo rompeva gli indugi, vinceva le resistenze più intime e accettava di ideare, dirigere e interpretare il cortometraggio Considerazioni di Eduardo per conto dei Comitati Civici, lo strumento che, inventato da Luigi Gedda su indicazione del pontefice Pio XII, avrebbe mobilitato le organizzazioni ecclesiastiche e la comunità cattolica, trascinandola nella battaglia elettorale e promuovendole a vere vincitrici della contesa”. Inoltre Argentieri ritiene che sfuggisse ad Eduardo De Filippo che l’obiettivo dell’invito al voto, della partecipazione massiccia fosse una maniera di accorrere per ostacolare una possibile vittoria delle sinistre. Tale ultima considerazione del famoso critico cinematografico ci trova in disaccordo, ritenendo che Eduardo avesse consapevolezza del messaggio che lanciava nel cortometraggio che porta il suo nome. Di diverso avviso è Mino Argentieri, il quale ritiene che in Monologo Eduardo si schiera più marcatamente verso le posizioni centriste e filoatlantiche con un Paese lieto di aver incontrato gli Stati Uniti, “ una madre ricca e prodiga e affrancata dallo scampato pericolo di finire sotto il tallone dei cosacchi in Piazza San Pietro”. Tuttavia si evidenzia, da parte di Mino Argentieri, quel cuore di Eduardo per la sua Napoli a cui il Piano Marshall potrebbe portare tanti benefici. |
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