Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Quando il Borbone concesse un vitalizio e una casa ad Ischia al brigante Giosafatte Talarico

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Giosafatte TalaricoIl brigantaggio in Calabria aveva costituito da tempo una questione difficile per i Borbone. Ferdinando fu costretto a formare con decreto del 22 Aprile 1816 una commissione incaricata di compilare liste di individui che giravano armati per le campagne clabresi in aperta e violenta resistenza alla forza pubblica.

Nel 1824 il governo borbonico inviò in Calabria il colonnello Del Carretto per arginare il fenomeno brigantesco, soprattutto contro la banda di Ippolito Crocco di Spezzano e quella di Giovanni Roma di Caloveto.

Nel 1831 Ferdinando II, considerata l'incapacità fino ad allora mostrata di contrastare efficacemente il fenomeno, nominò un commissario straordinario nella persona di Giuseppe De Liguoro, intendente della Calabria

Il grande storico napoletano Alfonso Scirocco, che fu professore emerito dell’università Federico II di Napoli, dedica tutto il secondo capitolo del suo testo  Briganti e società nell’ottocento  -  Il caso Calabria  (Lecce 1991)al cosentino Giosafatte Talarico, il brigante della Sila famoso per aver ottenuto da Ferdinando II una pensione e un soggiorno a vita ad Ischia.

Costui, prima di accettare, chiese ed ottenne che tale trattamento fosse esteso anche ai suoi compagni briganti.

Nato a Panattieri in provincia di Cosenza nel 1805, dopo essere stato seminarista, il giovanissimo Talarico intraprese gli studi di farmacista, ma senza portarli a termine. La sua latitanza iniziò intorno al 1820, dopo aver compiuto un “delitto di onore” uccidendo un ricco giovinastro che aveva violentato una sua sorella.

Trovò rifugio ed operosità sui monti della Sila per più di vent'anni, da Camigliatello a Taverna, da San Giovanni in Fiore a Panettieri.

Talarico frequentava , protetto da amici potenti ed influenti, «or travestito da prete, or da ricco signore, i caffé, i teatri, e passeggiava per le strade più frequentate».

Essendo falliti i tentativi di cattura, nel 1844 Ferdinando II intavolò una trattativa con il brigante calabrese, a cui propose in cambio della resa, una pensione di sei ducati ed una casa nell’isola d’Ischia.

Talarico accettò, ma a condizione che il beneficio fosse esteso ai suoi compagni. Terminava così la carriera del brigante che aveva “fatto tremare le tre Calabrie”.

La notizia ebbe eco anche in Inghilterra. Dopo l’Unità fu il deputato napoletano Mariani a porre la questione al parlamento italiano con un’interrogazione parlamentare in cui si poneva l’accento sull’ingiustizia di dare una pensione a tale ex brigante, ma il Talarico, che soggiornava nell’isola d’Ischia dal 1845, aveva preso moglie ed aveva delle figlie. Rimase, dunque, nella bella isola godendosi la pensione fino alla morte avvenuta nel 1886.

 

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