Num. 33 - 1 giugno 1799

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ALTRO DI SABBATO

 

TRIDI’ 13. PRATILE ANNO VII. DELLA LIBERTA’;

 

I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA, ED INDIVISIBILE

 

(SABBATO I. GIUGNO 1799)

 

MAJESTAS POPULI

 

Secondo trimestre. Num. 33

 

 

Niun omettendo degli antichi sacri spettacoli si è chiuso Giovedì, l'Ottavario del Corpo di Cristo colla consueta processione detta de' Quattro Altari, perché dello spazio, che la processione deve percorrere, ciascuna delle quattro Religioni Mendicanti n'erige uno, dove il Venerabile si arresta a dar la benedizione. Tutte le cariche Militari, e Civili erano solite accompagnare cotesta processione, ma niuna persona dell'ex‑Corte. Questa volta il Venerabile è stato accompagnato dal Presidente della Commissione Esecutiva d'Agnese, avendo a' lati il Generale della Guardia Nazionale, Cittadino Bassetti, e il Ministro dell'Interno, Cittadino de Filippis. Siccome cotesta processione è d'istituzione, e dotazione Spagnuola, quattro famiglie, Davalos, Cardenas, Guevara, Cavanilla venute qui con Alfonso d'Aragona, avevano il diritto di portare i fiocchi del Gonfalone. Questo privilegio ha avuto la sorte di tutti gli altri privilegj, e l'istituto della santa memoria del fondatore, ha ceduto a' santi istituti dell'uguaglianza.

Se vi fosse bisogno di pruovare la buona disposizione del nostro minuto Popolo, quel giorno ne dà una pruova convincentissima. Tre volte nel giro di poco più d'un ora fu tentato porlo in allarme, gridando serra serra. La prima all'occasione dello sparo casuale di un fucile, mentre i Soldati passavan rivista nel Largo Nazionale; le altre due appena uscita la processione. li Popolo però rimase sempre tranquillo: i più timidi pensavano piuttosto a ritirarsi, e a chiudersi. Ma fu riconosciuto il falso allarme; la Guardia Nazionale rimise subito il buon ordine, e la processione finì con tutta la tranquillità. E' ammirabile, che va pe' cinque anni, che ogni volta in questa processione succeda un allarme simile.

E giunta jeri la posta di Campobasso, e successivamente quella di Castel di Sangro, portando anche varie lettere del resto degli Abbruzzi, ma arretrate. Non parlano quindi degli ultimi avvenimenti; ma le notizie verbali di tutti, che vengono da quelle vicinanze, confermano l'entrata di un Corpo Francese in quelle parti, sicome abbiam cennato nel passato foglio.

 

E’ quest'oggi tornato il Capo di Legione Belpulsi ch'era partito di qui comandando la vanguardia. Egli ha avuto un'azione molto infelice cogl'insurgenti a Marigliano Esso gli aveva ieri attaccati, e respinti, cosicché ebbe campo di entrar pacificamente in Marigliano Entratovi stamane, non si sa perché, ordinò di bruciarsi, e saccheggiarsi il paese; i Soldati dispersi furono circondati dagl'insurgenti, che ritornarono in maggior numero, ed ei non poté raccoglierli; si deliberò quindi secondo dicono alcuni de' suoi stessi Officiali, non alla ritirata, ma bensì alla fuga, gridando egli stesso si salvi, chi può; e perdendo in conseguenza l'obice, che seco portava, tre cassoni, e buona parte della sua gente. Egli però si è costituito da se medesimo in arresto nel Castel Nuovo, offerendo di giustificarsi pienamente.

 

 

SALA PATRIOTTICA

 

Essendo la Commissione Legislativa proceduta alla elezione de' Magistrati, in conseguenza della emanata legge della nuova organizzazione de' Tribunali, e mercé comune accordo fra la Commissione Esecutiva e lei, si accese Domenica forte discussione nella Sala Patriottica sulla legittimità di tal elezione, richiamando alcuni a disamina, se all'una, o all'altra delle due Commissioni spettasse tal elezione; molti sostennero, che a niuna delle due, perché di diritto immediato del Popolo, e quindi dell'Assemblea elettorale; taluni partendo dallo stesso indubitato principio, sostenevano, che non potendo il Corpo Elettorale di Napoli eleggere pe' Dipartimenti, l'elezione toccava alla Commissione Legislativa, la quale è il Corpo morale, che rappresenta tutta la Repubblica. Varj altri difensori del diritto immediato del Popolo, affacciavano doversi differire tal elezione alla pacificata Repubblica, e dimostravano il farla ora, ingiusto, ed impolitico. La questione fu prolungata, e ripresa di nuovo al dì seguente, in cui divenne così animata e calda, che il Presidente non potendo rimetter il buon ordine, sciolse la sessione.

Martedì i bisogni della Patria richiamarono l'attenzione della Sala agli oggetti militari. Il Cittadino Poerio disse con molta energia: Lasciamo che la Commissione Legislativa organizzi, o disorganizzi i Tribunali; organizziamo noi col nostro valore la Libertà. Quindi sulla sua, ed altre mozioni fu eletta, e spedita alla Commissione Legislativa una Deputazione, portando il voto della Sala su questi tre oggetti:

Che si dichiarino le persone e gli averi di ogni Cittadino in requisizione permanente fino alla tranquillata Repubblica. Per quegli oggetti, che la Repubblica non potrà subito pagare, ne darà ricevo al Cittadino che gli somministra onde soddisfarlo subito, o a misura che può. Siano cori legge precisa, e chiara due o tre milioni di beni Nazionali destinati, e designati sin d'ora in premio a' difensori della Patria, da distribuirsi quando sarà pacificata la Repubblica ad essi, o alle loro famiglie superstiti.

Cercar in ogni modo di formar de' Campi, dove istruire, e dar almeno un breve esercizio alla Gioventù, che si offre alle armi, ma che portata finora al nemico senza né istruzione, né assuefazione, è stata piuttosto sacrificata, che agguerrita, ed il zelo n'è stato talora tradito dalla propria inespertezza; e quindi con tai Campi conservar dei punti di appoggio, assicurar il paese alle spalle, ed intorno; giacché di molte Municipalità si è sperimentato, che han ceduto, o han lasciato placidamente passare le nostre colonne mobili, e poi son di nuovo insorte.

Abbiam nell'altro numero di oggi riferita la legge, in cui la Commissione ha determinato, che i Difensori della Patria vengano indennizzati sulla metà de' beni degl'insurgenti. Sia permesso riflettere che questa legge assai diversa da quella che aveva domandata la Sala Patriottica, nella maniera, onde si truova compilata, contiene una parte ingiusta, un'altra che potrebb'esser illusoria. Questa legge mette l'interesse della Repubblica, ch'è di distinguere esattamente il pacato Cittadino dall'insurgente, in contrapposizione coll'interesse della truppa, la quale per assicurare ed accrescere il suo premio, è obbligata a desiderare insorgenti da per tutto, siccome il Generale per contentar la truppa è forse obbligato a trovarne di fatto. Promuove in materia così diticata un giudizio tumultuario, qual è quello, che può dar un Generale trascinato dall'azione velocemente da un luogo, ad un altro, e nella necessità di non disgustarsi i suoi non soldati, ma volontarj commilitoni.

E questa legge dunque quasi una intimazione di guerra, e condanna anticipata de' privati benestanti Cittadini delle Comuni rivoltose, i quali, ognun sa, che formano sempre la classe pacifica, e vorrebbero, ma non possono slanciarsi verso la Repubblica per terna degl'insurgenti, quasi tutti, se se n'eccettuano' pochi prepotenti, o ex‑nobili, gente che nulla possiede, e fa dell'insurgenza il pretesto della rapina.

Inoltre se tutti, o quasi tutti, posto che potessero aver cognizione della legge, e maniera di avvalersene, dimandassero il perdono, quanto sarebbe il premio della truppa? Della giustizia, e della magnanimità della Nazione è il determinare su' beni nazionali il premio a'difensori della patria, dessa poi co' processi alla mano per mezzo de' suoi Tribunali pubblicherà, e dichiarerà beni nazionali i beni de' provati insorgenti. Quanto è detto per la truppa in questo secondo caso, s'intenda detto per l'indennità giustissima e dovuta a coloro che han sofferto dall'insurgenza. Per nulla dire delle gare e gelosie, che tra questi Cittadini, e la truppa potrebbero e dovrebbero sorgere nella divisione e distribuzione addossata al Generale.

 

Parere del Cittadino Giuseppe de Logoteta stilla questione cennata

di sopra dell'attuata elezione de'Magistrati.

 

La questione insorta per sapersi a chi appartiene il dritto di far la scelta de' nuovi Magistrati non ha bisogno di tante discussioni. Il Potere Giudiziario essendo segregato dal Legislativo, e dall'Esecutivo, i Magistrati devono essere eletti dagli Elettori; e non potendo per ora il Popolo esercitare le sue funzioni, era ben facile il vedere quale doveva esser il metodo da tenersi, ed è questo:

La Commissione Esecutiva dovea scegliere una Commissione di 24. Soggetti degni, che hanno cognizione del Paese, e questa far dovea la nomina de' Magistrati; in questo modo si otteneva l'intento, ed il Popolo cominciarebbe a vedere divisi li poteri, divisione che l'aristocrazia di mal cuore tollera. Il progetto di far continuare i Magistrati, ed i Tribunali sull'antico piede è incompatibile coi sistema repubblicano.

 

COMMISSIONE LEGISLATIVA

 

La Commissione Legislativa fin dallo scorso mese incominciò a discutere il progetto di Costituzione formato dal Comitato di Legislazione del passato Provvisorio. Aperta la discussione su' diritti dell'Uomo, le varie metafisiche riflessioni de' Membri sulla redazione portarono ad aggiornar all'ultimo questo e gli altri articoli preliminari.

Si è quindi cominciata la discussione sullo stato civile de' Cittadini, ma spesso interrotta dalle provvidenze, e leggi di urgenza della Repubblica. Noi daremo conto a' nostri lettori di tale discussione, quando potrem darlo metodicamente.

 

Presidenza di Pagano.

 

22. Fiorile. Si tratta delle indennizzazioni degl'impiegati; dopo lungo esame restano così siffatte. N Membri della Commissione Legislativa docati 100. al mese, 90. a' Redattori, e al Messaggiero anche in considerazione, che fa da assistente al Segretario. Al Protocollista capo, e all'Archivista ducati 80., a' loro ajutanti 50. A' Membri della Commissione Esecutiva due. 3000. l'anno; al Segretario Generale della medesima, ed a Ministri ducati 2000.

Tutte le indennizzazioni assegnate già agl'impiegati ne' respettivi Burò rimangono per ora nello stesso piede.

Al Cittad. Pirelli in considerazione d'aver ben meritato della Patria per la strenua difesa de' perseguitati dall'estinta tirannide, oltre all'indennizzazione, qual Membro della Commissione Legislativa, verrà continuata quella stessa, che finora ha goduta come Magistrato.

Ne' giorni susseguenti sono stati assorbiti dalla discussione pella legge, sul l'organizzazione de' Tribunali. Marchetti fece la mozione, che nel Tribunale del Commercio due membri dovessero sempre scegliersi tra' Negozianti. Il Presidente si oppose affacciando, che in una Repubblica Democratica non vi debbano esser distinzioni. De Tommaso lo appoggia, aggiungendo, che in Repubblica Democratica, i Cittadini sono legali, militari, negozianti, sono tutto in sostanza. Mal grado che Scotti appoggiasse Marchetti, la mozione venne rigettata.

 

Presidenza di Cirillo.

 

1. Pratile. Si discute il progetto di legge de' Filangieri su i Com­missarj dipartimentali, che abbandonano il loro posto.

2. Pratile.

 

LEGGE

 

COMMISSIONE LEGISLATIVA

 

Considerando, che una delle cagioni delle insurrezioni, che turbano la Repubblica, è l'abbandono, che i Commissarj del Governo, e gli altri Funzionarj pubblici fanno del Dipartimento, e l'omissione del loro dovere, e l'abuso della propria autorità; e desiderando estinguerle tutte per formare la felicità della Nazione, unico suo oggetto: Ordina, e stabilisce:

1. I Commissarj del Governo non possono mai abbandonare la loro residenza senza espresso, e scritto permesso della Commissione Esecutiva.

2. Se mai abbandonano il loro posto senza il detto permesso, s'intendono destituiti di fatto.

3. In caso d'insurgenza, non potendo più mantenersi nella Centrale del Dipartimento, debbono ritirarsi in quella parte del Dipartimento, che stimeranno più propria, per indi prendere le più convenevoli misure per estinguere subito il fuoco dell'insurgenza.

4. Se dopo aver fatto i possibili sforzi, sono costretti di abbandonare interamente il Dipartimento, debbono portarsi nel più vicino Dipartimento, e nella Comune, la quale più sia propria per dare le disposizioni, onde resistere all'insurrezione.

5. Debbono nello stesso tempo dare i più pronti, e spediti riscontri alla Commissione Esecutiva per attenderne, ed eseguire le disposizioni.

6. Coloro, che controverranno alle anzidette determinazioni saranno puniti colla privazione del dritto attivo, e passivo di Cittadino per quel tempo, che la gravezza del danno seguito per la di loro controvenzione alla legge esigerà, e con quelle pene inoltre, che saranno giudicate proprie a proporzione de' disordini, che avrà prodotti il di loro abbandono del posto.

7. Coloro che nel tempo di tranquillità abbandonano il Dipartimento; se da tale abbandono ne avverrà del disordine, insurrezioni, o qualunque altro turbamento; oltre la sopra comminata pena della privazione del dritto di Cittadinanza, verranno puniti a tenore del disordine seguito per la di loro colpa, e secondo l'influenza della di loro colpa.

8. Coloro, che abuseranno della loro autorità, ovvero ometteranno di adempire a' foro sagri doveri, saranno puniti a tenore delle Leggi.

9. Ma se dalla loro commissione, o omissione nascono delle insurgenze, o altri disordini, saranno puniti, secondo la quantità della colpa, e il danno, che ne sarà seguito.

La Commissione Esecutiva è incaricata della promulgazione della presente Legge ‑ CIRILLO Presidente ‑ DE TOMMASO Segretario.

 

La Commissione Esecutiva ordina, che la presente Legge sia pubblicata, eseguita, e munita del suggello della Repubblica. Napoli, 2. Pratile, anno 7. della Libertà ‑ ERCOLE D'AGNESE presidente ‑ CARCANI (FERDINANDO) Seg. Gen.

 

6. Pratile.

 

PROCLAMA.

 

Nel tempo, che il Governo Provvisorio con istancabile cura vi chiama al godimento de' vostri dritti, rompendo quei ceppi, che vi mantenevano nella servitù, e vi guida alla sociale felicità, affrettandosi a formare la politica Costituzione, che dovrà perpetuamente proteggerla, i vili Agenti del dispotismo, che si spargono in mezzo delle vostre amichevoli unioni, si studiano d'ingannarvi, e di sedurvi per mettervi alle prese co' medesimi vostri Fratelli, i quali più avertiti del vero loro bene volano a difendere la Patria. Questi Agenti per sostenere l'orgoglio loro, che degradava voi, la loro ambizione, che tendeva ad avvilirvi, ed il loro interesse, che spogliandovi delle proprie sostanze, v'opprimeva, non hanno altri nemici a combattere, che Voi medesimi, se rischiarati conoscerete i vostri dritti, ed i vostri doveri; non hanno altre armi che le medesime vostre braccia tolte dagli utili travagli, e per armare le vostre braccia non hanno altri mezzi, che la mensogna, la perfidia, e la calunnia. Foggiano essi notizie, che vi spaventano, divulgano promesse di nuova vostra fortuna, che non hanno il potere di adempire, ed appongono al Governo le più detestabili intenzioni. Ardiscono di disseminare nella Centrale, e ne' Dipartimenti della Repubblica, che il Governo si dirigge ad abolire la Religione ad abbattere i Tempj che frequentate, a distruggere gli Aitari, che adorate, ed a privare i Ministri del culto delle pie obblazioni, e degli ecclesiastici stipendj. Si attenta coll'eccesso della malvagità di suscitare il feroce mostro del fanatismo, che vegetando nel sangue degli Uomini, divora le Nazioni, e minaccia l'intiera umanità!

Cittadini, illuminatevi, non siate vittima dell'impostura, non ismentite quel carattere, che vi concilia la stima dell'Europa. Il Governo Provvisorio è il Rappresentante, ed il Ministro della vostra volontà generale, la quale non può traviare da' veri oggetti, che costituiscono la vostra felicità Eseguendo Esso l'espressione di questa volontà generale conserva, e conserverà sempre la Cattolica Religione, stabilita nella Repubblica da' primi secoli del Cristianesimo, invigilerà, che l'antico culto non venga in qualunque maniera turbato, né mai cesserà di proteggere i sagri Ministri, che adempiendo la loro missione predicano la sana morale, istruiscono il Popolo de' suoi doveri, e rilevano con patriottico zelo l'orrore al delitto, la sommissione alle leggi, ed il rispetto alle Autorità costituite, provvedendo efficacemente, che sieno forniti di quell'onesto, e decente sostentamento, che loro possa appartenere. Ecco le vere intenzioni del Governo. Schivate dunque tutti costoro, che assumendo la maschera di vostri Amici spargono contrarie voci. Sono essi i più dannevoli nemici del Genere Umano. Mostrate loro, che siete rischiarati intorno al vero interesse della Società. Questo è il momento, in cui spaventati eglino, come percossi da fulmine, entreranno nel loro nulla morale. E voi intanto sicuri, e tranquilli nel seno delle amabili vostre famiglie, goderete delle produzioni delle vostre fatiche, e de' vostri talenti, colla consolante fiducia, che il Governo Provvisorio s'occupa sollecitamente ad organizzare la Costituzione, che sarà il sostegno della libertà, ed a formare le leggi, che tratte da naturali rapporti partoriranno la nazionale prosperità ‑ CIRILLO Presidente ‑ DE TOMMASO Segretario.

 

8. Pratile. Il Presidente propone di procedersi all'elezione de' Giudici a scrutinio segreto sulle nomine fatte dalla Commissione particolare eletta a tal uopo. Approvato. Il Segretario ne incomincia la lettura, e siccome si legge un Cittadino de' designati si passa a' voti.

 

Tribunale di cassazione.

 

Giudici

Emmanuele Mastellone incluso per dieci voti.

Flavio Pirelli incluso per tredici voti.

Vincenzo Paterno incluso per dodici voti.

Tommaso Derosa incluso per dodici voti.

P. Giacinto Dragonetti; si trova parità di voti: sette al sì, e sette al no.

 

Si discute se il Presidente possa dirimerla con altro suo voto, a norma del decreto del Commissario organizzatore del Governo ci Francese Abrial, che gli accorda doppio voto nel caso di parità nella elezione de' Membri mancanti nella Commissione Legisla­tiva. Si conchiude di no; si perché il Presidente osserva, che il suffragio suo qualunque fosse, verrebbe così ad esser palese nell'atto, che si passa la nomina a scrutinio segreto, e perché il decreto di Abrial parlando della sola nomina de' Rappresentanti par che non possa estendersi ad altro caso. Resta però risoluto di mettersi di nuovo a' suffragj in altra sessione, in cui sian presenti i Rappresentanti non intervenuti stamattina.

Girolamo Mascaro escluso per nove voti.

Francesco Antonio Astore incluso con nove voti.

 

 

Seg. Angelo Mascia incluso per dieci voti.

 

Tribunale Criminale.

 

Giudici

Nicola Giannotti escluso per otto voti.

Paolo Melchiorre incluso all'unanimità.

Michele Pierri incluso per nove voti.

 

 

Accusator Pubblico. Luigi Serio incluso per undici voti.

 

Tribunali Civili.

Giudici

Salvatore Espinosa incluso per undici voti.

Antonio Larossa incluso per nove.

Orazio Grimaldi incluso per tredici.

Giacinto Bellitto incluso per dodici.

Carlo Chiarizza incluso per tredici.

Domenico Bianco incluso per undici.

Vincenzo Lupo incluso per dieci.

Costantino Melillo incluso per nove.

Pascale Videa escluso per otto.

In costui vece si mette a' suffragj per Giudice il Cittadino Felice Saponara nominato dalla particolar Commissione per uno de' Segretari de' Tribunali Civili, e resta incluso con tredici voti.

 

 

Segretarj

 

Casimiro Altieri incluso per undici.

Vincenzo Starace escluso per dieci.

 

Tribunale del Commercio.

Giudici

Francesco Saverio Manes escluso per novi voti.

Elia Serao incluso per tredici voti.

Saverio Giovino escluso per otto voti al no.

Aniello Dauria incluso per otto voti.

Francesco Altobelli incluso per nove voti.

 

Seg. Mauro Barzelli escluso per nove voti.

 

Resta aggiornato lo scrutinio de' Giudici di pace ec.

Filangieri fa mozione, che si discuta il progetto della legge su i fedecommessi formato dalla particolar Commissione.

Pagano crede che debba preferirsi la discussione della legge su gli Emigrati. Signorelli dice, ch'egli ha scritta una sua mozione, e un progetto di legge sulla responsabilità degli ex baroni, quantunque niuna particolar Commissione ne avesse. Domanda di leggersi, e discutersi in preferenza di ogn'altra cosa.

Si approva, il Segretario ne fa lettura.

 

9. Pratile. Si legge un progetto di legge del Cittadino Moja Scolopio per una riforma de' religiosi.

 

Il Presidente crea una Commissione di quattro membri Forges, Conforti, Scotti e Colangelo per esaminare tal progetto, e riferire.

Giunse Messaggio della Commissione Esecutiva cori una relazione del Giudice di pace del Cantone di Pietravairano nella quale chiede spiega 1. se l'amministrazione della giustizia debba esser gratuita, 2. se si debbano esigere le multe pe' delitti. Il Presidente crede l'oggetto degno di esame, e lo sottomette a discussione.

Resta dopo qualche discussione appoggiata la mozione di Pagano, che fino allo stabilirsi di un indennizzazione pe' Giudici, si osservi il rito antico; che per la multa fino a che il Codice penale non siasi dato fuori, si osservi l'antico.

Si discute il progetto di legge di Gambale contro gli Emigrati.

Dopo qualche discussione resta la legge fissata siccome la riportiamo.

 

LEGGE

 

Considerando, che la Patria quando si trova in bisogno ha dritto di richiamare nel suo seno tutti i suoi figli, che la possono soccorrere o col consiglio, o colla mano.

Considerando, che coloro, che sono fuggiti al nemico sono rei di lesa Nazione, e che egualmente coloro, che abbandonarono la Patria col passato Tiranno nell'atto, che la diede in preda al saccheggio, all'anarchia, alla distruzione, partirono con animo ostile, sono rimasti ivi col tiranno a far la più spietata guerra alla propria patria. Ordina e stabilisce.

1. Tutti coloro, che han seguito il Tiranno in Sicilia, e vi sono rimasti, sono dichiarati Emigrati e nemici della patria, e i loro beni pubblicati, dal dì della promulgazione di questa legge, a benefizio della Nazione, detrattine però i debiti, i pesi, e i livelli legittimamente inerenti a' beni medesimi.

2. Tutti coloro, che dopo lo stabilimento della Repubblica sono usciti dal suo territorio, e si sono rifuggiati presso del tiranno, o presso i nostri nemici, o ne' paesi che sono in controrivoluzione, sono dichiarati nemici della patria, e come tali posti fuori della legge, e denunziati all'Alta Commissione Militare, i loro beni sono egualmente pubblicati secondo l'art. 1.

3. Coloro, che alla fuga del tiranno da Napoli si trovavano impiegati, o stabiliti in Sicilia, dovranno rendersi in questa Centrale fra lo spazio di tre mesi dal dì della promulgazione di questa legge; elasso il qual tempo saranno dichiarati Emigrati, e li loro beni pubblicati a norma dell'art. 1. Lo stesso s'intende per que' Cittadini, che con passaporto della Repubblica siensi portati dopo il di lei stabilimento in Sicilia.

4. Que' Cittadini, che si trovano in alcune delle Città d'Italia, sono obbligati a restituirsi nel territorio della Repubblica fra lo spazio di tre mesi dalla promulgazione di questa legge, sotto pena di essere dichiarati Emigrati spirato Cile sarà il termine prefisso. Per coloro poi che si trovassero in altre parti di Europa resta un tal termine prolungato a sei mesi.

5. Que' Cittadini, che si trovano attualmente impiegati presso Nazioni amiche se vogliono restar fuori del territorio della Repubblica dovranno, per mezzo della Commissione Esecutiva indrizzarsi con loro petizione, alla Commissione Legislativa la quale prese in considerazione le loro domande e le loro circostanze deciderà se debba, o riò loro accordarsi.

6. Coloro che in virtù di questa legge sono dichiarati Emigrati, se rientrano sul territorio della Repubblica, saranno arrestati, e puniti colla morte.

7. Restano esclusi dal disposto in questa legge tutti coloro, che si trovassero per commissioni del Governo fuori del territorio della Repubblica.

8. La Commissione Esecutiva è incaricata della promulgazione, e pronta esecuzione di questa legge come anche di spedirne delle copie agli agenti della Repubblica presso le Nazioni amiche, acciò possa venire a cognizione de' Cittadini Napoletani che si trovano nel territorio delle medesime.

CIRILLO Presidente ‑ DE TOMMASO Segretario.

La Commissione Esecutiva ordina, che la presente legge sia pubblicata, eseguita, e munita del suggello della Repubblica. Napoli, 9. Pratile, anno 7. della Libertà. ‑ERCOLE D'AGNESE Presidente. ‑ CARCANI (FERD.) Seg. Gen.

 

10. Pratile. Vaca.

 

11. Pratile. Coletti fa mozione che si passino a scrutinio l'elezione de' Giudici di pace nominati dalla particolar Commissione.

Il Presidente fa prima legger dal Segretario le leggi redatte contro gli Emigrati; per la responsabilità degli ex‑baroni nelle insorgenze, che avvengono ne' dianzi lor feudi; e per la divisione de' beni degli insorgenti metà a' benemeriti difensori della Patria, e metà alla gente onesta, che ha sofferti saccheggi, e disastri.

Si ripiglia la mozione, Coletti e il Segretario comincia la lettura della nota presentata dalla particolar Commissione. Messi i nominati a' suffragj restano inclusi

 

Raffaele Stabile per 14. voti.

Giuseppe Derogatis per 1 l.

Francesco Tropeano per 9.

Pietro Vaccaro per 15.

Steffano Albanese per 14.

Raffaele Franco per 13.

Giuseppe Niccola Rossi per 15.

Gaetano Gagliardi per 14.

Niccola Berardi per 9.

Francesco Reale per 9.

Gherardo Mazziotti per 11

Mauro Coccoli per 9.

Giustino Fortunato per 14.

Sabino Senesi per 13.

Innocenzo Cirillo per 14., sebbene il Presidente non desse voto perché suo nipote.

 

Per Gregorio Cantore si fa parità di otto, e otto voti, e si differisce a dirimerla allorché intervenga maggior numero di Rappresentanti.

Si vota per dirimere la parità fatta il giorno 8. pel Cittadino Giacinto Dragonetti nominato Giudice del Tribunale di Cassazione, essendo stamattina presenti que' Rappresentanti che allora non intervennero, ed è incluso per nove voti. Si avverte, che il Cittadino Larossa ha portata la sua rinunzia al Giudicato Civile.

 

LEGGE.

 

Considerando, che invano il Governo Provvisorio si occupa di alleggerire i Pesi pubblici sofferti dai Dipartimenti, fino a che vi siano de' malvagi, che ne impediscano le abolizioni, e gli effetti salutari:

Considerando, che non pochi ex‑baroni, ed ex‑nobili per mezzo dei loro agenti, ed erarj s'interessano ad inutilizzare la legge feudale portata in sollievo delle popolazioni da loro per tanto tempo tiranneggiate:

Considerando ultimamente, che molte insurrezioni sono state fomentate da' detti Agenti, ed altri dipendenti degli ex‑baroni, ed ex‑nobili, cagionando spargimento di sangue, e saccheggi: Ordina, e stabilisce:

1. Che gli ex‑baroni, ed ex‑nobili saranno risponsabili delle insurrezioni ne' casi seguenti:

2. Quando le insurrezioni saranno fatte, o fomentate da' loro Agenti, Erarj, o dipendenti, né essi prima, e dopo delle insurrezioni abbiano preso dal canto loro ogni opportuno provvedimento per impedirle, o distruggerle.

3. Se non faranno promulgare la Legge de' 17. Ventoso per l'abolizione delle feudalità, quella degli 8. Fiorile per l'abolizione del testatico, ed altre emanate in sollievo delle popolazioni.

 

4. Se non destituiranno immediatamente da'loro impieghi gli attuali loro agenti, erarj, e dipendenti immorali, torbidi, e realisti.

5. Se essi ex‑baroni, ed ex‑nobili non daranno subito notizia al Governo degli allarmi sparsi ne' foro territorj, ed ex‑feudi delle insurrezioni o tentate, o eseguite, de' complotti notorj liberticidi.

6. Sono esclusi dal disposto in questa legge quegli ex‑baroni, ed ex‑nobili, che hanno dato, o danno positive pruove del loro attaccamento alla Repubblica, e pe' quali costi legalmente trovarsi impedita ogni comunicazione e commercio fra loro, ed i foro ex‑feudi.

 

La Commissione Esecutiva è incaricata per l'esecuzione, e promulgazione della presente Legge.

 

CIRILLO Presidente

DE TOMMASO Segretario.

 

La Commissione Esecutiva ordina, che la presente Legge sia pubblicata, eseguita, e munita del suggello della Repubblica. Napoli, 11. Pratile, anno 7, della Libertà.

 

ERCOLE D'AGNESE Presidente.

CARCANI (FERD.) Segr. Gen.

 

12. Pratile. Il Segretario legge, una lettera dal Citt. Attumonelli a lui diretta, colla quale presenta alla Commissione Legislativa l'Elogio, ch'egli ha composto dell'illustre Condorcet. Ringraziamento, e menzione onorevole.

Si legge un progetto di legge presentato dalla particolar Commissione Colangelo, e Magliano per l'abolizione de' privilegj, e matricole nell'aprir bottega da vendere, e cuocere comestibili. Noi la daremo quando sarà pubblicata.

 

Il Citt. Tomaso Susanna ha ricusato di assumer l'incarico di Ministro di guerra.

 

 

E. F. P.

 

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