La rivolta studentesca negli atenei Usa
Sta assumendo dimensioni impensabili la rivolta degli studenti nelle università americane. Partita in un primo tempo dai prestigiosi atenei della “ivy league”, per lo più situati sulla costa orientale, si è poi estesa alla California e all’intero territorio nazionale, coinvolgendo un numero crescente di college grandi e piccoli. Si tratta di una situazione che le autorità accademiche, e lo stesso governo federale, stanno affrontando con grande fatica. Il presidente Biden ha autorizzato l’intervento della polizia in vari campus, con l’arresto di centinaia di dimostranti e con lo smantellamento delle tendopoli che gli studenti avevano costruito all’interno dei campus, per esempio alla Columbia University di New York. Biden ha chiarito che la libertà di manifestare non è in discussione, aggiungendo però di non considerare tollerabili gli atti di antisemitismo rivolti contro gli studenti ebrei che alla Columbia, come in altre istituzioni universitarie, sono molto numerosi. Tutto fa presagire che la tensione sia destinata ad aumentare. Non a caso il Partito repubblicano, ancora dominato da Donald Trump, ha subito invocato l’intervento dei militari della Guardia Nazionale. Ai tempi della guerra del Vietnam, tuttavia, il loro intervento nei campus aveva condotto a scontri armati che causarono morti e feriti. Quattro studenti furono uccisi e nove feriti alla Kent Stare nel 1970, dopo l’intervento della Guardia Nazionale dell’Ohio. Vi sono fondati timori che fatti simili possano ripetersi anche ora, vista la situazione di estrema tensione. Nel frattempo si assiste anche a episodi tragicomici. Gli studenti barricati chiedono di ricevere “cibo vegano e privo di glutine”. Dal canto loro, gli ayatollah di Teheran hanno invitato i manifestanti a lasciare le università Usa e a frequentare quelle iraniane. Peccato che, in quel Paese, le manifestazioni siano del tutto proibite, e che la “polizia religiosa” iraniana abbia ucciso e torturato un gran numero di manifestanti. In particolare donne che rifiutavano di indossare il velo islamico. “Le acque di Napoli”: 300 eventi per il Maggio dei Monumenti
Dopo le ultime due edizioni dedicate alla terra e all’aria, il Maggio dei Monumenti 2024 sarà dedicato all’acqua, elemento con cui riscoprire e attraversare la città. Dal mare alle sorgenti, dalle fontane ai bacini artificiali, dagli acquedotti alle piogge, ai fiumi sotterranei agli abissi, l’acqua assume la forma di ciò che la contiene, e allo stesso tempo modifica, scava, agisce sui luoghi e sulle idee. Dunque, un elemento fisico, ma anche simbolico, che nella tradizione napoletana ha ispirato miti, leggende, canzoni e romanzi. Con più di trecento appuntamenti, dal 3 maggio al 2 giugno, si ripete la storica manifestazione del Maggio dei Monumenti giunta alla trentesima edizione. Aperture straordinarie, spettacoli, incontri, laboratori, performances e una mostra diffusa articolata in cinque sezioni. Un appuntamento fisso che racconta l’eredità secolare di Napoli proprio in un periodo di piena affluenza di turisti. E saranno coinvolti anche tanti enti pubblici e privati, come l’ABC, la stazione zoologica Anton Dohrn, l’Istituto Italiano per gli Studi Storici, l’Università Federico II, la Società Napoletana di Storia Patria, musei, scuole ed associazioni. Leggi tutto: “Le acque di Napoli”: 300 eventi per il Maggio dei Monumenti Gaza, l’Occidente bombarda anche la sua reputazione accademica
Nell'aprile del 1968, più di mille studenti della Columbia University, in risposta ai crimini dell'esercito americano in Vietnam, organizzarono un sit-in e una protesta nel campus, con l'obiettivo di fermare la cooperazione accademica dell'università con l'esercito. È passato più di mezzo secolo da quel giorno e ancora, nell'aprile del 2024, il campus della Columbia University, con sede a New York, è testimone di un altro sit-in di studenti che chiedono la fine della cooperazione con aziende legate al regime sionista di Israele, erigendo tende con cartelli con messaggi come "Zona Liberata", proprio come facevano negli anni Sessanta. La sospensione e la detenzione degli studenti rimangono procedure immutate, risalenti agli anni '60. Nel momento in cui scrivo è in atto un’irruzione di specialisti antisommossa all’interno del campus. Ciò che accade oggi 1° Maggio 2024 alla Columbia University, è avvenuto innumerevoli volte negli ultimi decenni, in diverse università degli Stati Uniti e d'Europa. Leggi tutto: Gaza, l’Occidente bombarda anche la sua reputazione accademica Nei versi di Marzo 1821 l’Identità Italiana
Alcuni mesi fa degli utenti di Twitter hanno pubblicato dei commenti molto critici riguardo Alessandro Manzoni e il suo insegnamento nelle scuole. A margine di una discussione in cui si chiedeva di esprimere delle opinioni ‘scorrette’ su alcuni libri, è infuriata la polemica quando uno dei partecipanti ha commentato che l’autore ottocentesco sarebbe sopravvalutato e la sua opera I promessi sposi vienestudiata ossessivamente, tanto da rappresentare l’incubo di ogni studente italiano. Meglio, quindi, abolire entrambi e dedicarsi ad altri autori, ovviamente stranieri, quali Zola, Twain, Dickens. Se si leggono i commenti di altri partecipanti sembra che il capolavoro manzoniano sia una specie di romanzo Harmony all’italiana, patetico e sdolcinato. Eppure si sa bene: l’opera è uno straordinario affresco di storia in cui si sintetizza il pensiero dell’autore basato sul problema storico e su quello linguistico, e non solo. Manzoni fu anche uno scrittore patriottico, impegnato direttamente nella temperie risorgimentale. Le vicende dei due innamorati milanesi furono il pretesto per alludere al problema della dominazione straniera (gli Austriaci a lui contemporanei come gli Spagnoli nel Seicento), così come le Odi civili da cui si evince tutta la sua visione politica. Velia Titta, la moglie poetessa di Giacomo Matteotti
Il 10 giugno 2024 ricorre il centenario della morte di Giacomo Matteotti, ucciso dai fascisti. Di lui sappiamo quasi tutto: l’impegno politico fin da giovane, quando fu confinato in Sicilia per essersi battuto contro gli interventisti nella prima guerra mondiale, le successive ripetute aggressioni per il suo antifascismo, fino al discorso finale in Parlamento che ne decretò la morte. Ne fu lucidamente consapevole, tanto che in conclusione si rivolse ai suoi compagni di partito dicendo: «Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me». Spesso tuttavia le storie dei familiari dei personaggi eroici sono poco conosciute anche se hanno avuto un’importanza fondamentale nelle vicende dei protagonisti. È il caso di Velia Titta, poetessa e romanziera che condivise con Giacomo Matteotti un grande amore, ma anche sofferenze e persecuzioni. Velia Titta, ultima di sei figli, nacque a Roma (o secondo alcuni a Pisa) il 12 gennaio 1890. Il padre lasciò la famiglia quando lei aveva dieci anni e la madre morì poco tempo dopo. Le fece da padre il fratello Ruffo, di tredici anni maggiore, che divenne un baritono famoso col nome di Titta Ruffo. Leggi tutto: Velia Titta, la moglie poetessa di Giacomo Matteotti Altri articoli... |
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