Le società storiche sui conflitti della memoria collettiva e la “bonifica storica”
In particolare, esprimiamo preoccupazione per l’attività di “bonifica storica” che, specie in molte realtà del Mezzogiorno, si compie attraverso i cambi di denominazione di vie e piazze, la rimozione di monumenti – basti citare la recente decisione della Camera di Commercio di Napoli di spostare il busto del generale Enrico Cialdini dalla sua originaria collocazione – o le pressioni finalizzate a contendere la titolazione di scuole e biblioteche già dedicate a personalità del Risorgimento. Intendiamo attirare nuovamente l’attenzione sulla natura dei processi decisionali che conducono a simili esiti, spesso consumati in aperta polemica con le forme di conoscenza scientifica del passato e per mezzo della marginalizzazione degli storici. Intendiamo ancora una volta sottolineare i limiti di una letteratura che finisce essa stessa con il riproporre una visione dicotomica del Risorgimento, a-problematica e semplificatoria, di “buoni” contro “cattivi”, vittime contro carnefici. Leggi tutto: Le società storiche sui conflitti della memoria collettiva e la “bonifica storica” Altamura 1799-2019. Innalziamo l’Olmo della Libertà
Il detto albero venne solennemente innalzato alle ore ventidue d'Italia del giorno 8 febbraio 1799 (venti piovoso, anno settimo repubblicano). L’albero della libertà fu benedetto dai sacerdoti, in mezzo alle acclamazioni del popolo festante: i cittadini, stretti in catena, gli danzavano d'intorno; le dimostrazioni di gioia entusiastica e il canto degli inni patriottici durarono sino a notte avanzata.» [Ottavio Serena, Altamura nel 1799, a cura di Giuseppe Pupillo, Bari, 1993, pp.17- 24] Leggi tutto: Altamura 1799-2019. Innalziamo l’Olmo della Libertà Lingua e Cultura Greca, da Napoli all'Europa
Alla presenza di presidi e docenti sono state illustrate le numerose iniziative predisposte con il coinvolgimento di istituzioni e scuole che parteciperanno al progetto. «La giornata mondiale della lingua Greca ha avuto Napoli tra le sue promotrici più convinte. E’ un’idea che in qualche modi ha preso piede nella nostra città insieme agli amici della comunità ellenica di Napoli, è stata poi accolta dal Parlamento Greco, è diventata un appuntamento culturali tra i più significativi d’Europa e poi del Mediterraneo, dal mio punto di vita, perché questo appuntamento ci riporta dalle nostre radici, alle radici dell’Europa, e quindi al fatto che, nonostante la drammatica crisi e i grandi errori, questo grande ideale europeista non si deve smarrire e non deve declinare, perché questo vorrebbe dire tradire noi stessi, tradire le origini della nostra cultura. Il fanatismo e altro delle donne e le loro colpe storiche
Che gli uomini siano responsabili molto e in prima linea delle tragiche vicende della storia (fanatismi, eccidi, assassini, torture, egoismi, istigazioni a delinquere e complicità, sadismi, stermini) è vero e non si deve e non si puó negare. In tutti i programmi, gli scritti, i racconti dei campi di sterminio si vedono ad esempio solo uomini nazisti. Ma, rimanendo alla sola Germania, più della metà della popolazione era femminile e il consenso totalitario a Hitler era totale e quindi ci si domanda: e le ‘naziste’ cosa hanno fatto e in che modo e in che senso sono corresponsabili di quello che è avvenuto? Non andavano a letto e carezzavano da mogli, amanti, amiche i nazisti fanatici e assassini e non sapevano, dalla a alla zeta, con le loro millenarie, proverbiali, curiosità morbose e furbizie di ogni tipo, cosa decidevano o facevano i loro uomini dal vertice alla base, e non condividevano anche loro e non li confortavano sulla giustezza delle loro azioni, dei loro orientamenti? E questo vale per le ‘fasciste’ italiane e le ‘comuniste’ russe e in mille altri casi tragici del passato, lontano e vicino, e del presente. Leggi tutto: Il fanatismo e altro delle donne e le loro colpe storiche I cervelli nazisti da Hitler allo Zio Sam
Ebbene sì, perché il progetto del razzo statunitense Saturn V fu elaborato e diretto dal barone nazista Wernher Magnus Maximilian von Braun. Il geniale inventore dei razzi V1 e V2, che colpirono Londra e il Belgio nell’autunno del 1944 e che nelle intenzioni del Füehrer dovevano costituire l’arma segreta della Germania per raggiungere la sospirata Endsieg (la vittoria finale). La storia di von Braun e del gruppo di scienziati nazisti (fisici, chimici, medici) arruolati da Zio Sam nell’immediato dopoguerra nell’esercito a stelle e strisce è stata ricostruita in un libro firmato da Annie Jacobsen, reporter del «Los Angeles Times Magazine» e già autrice del bestseller «Area 51», la base super segreta usata come poligono per centinaia di esperimenti nucleari. Il saggio, uscito in Italia s’intitola «Operazione Paperclip», nome in codice della missione dei servizi segreti americani (prima l’Oss e poi la Cia) che si pose l’obiettivo di sottrarre i cervelli tedeschi e i loro segreti scientifici all’Unione Sovietica. Paperclip si traduce in italiano «graffetta», allusione abbastanza scoperta ai dossier degli scienziati, che furono sapientemente ripuliti dai servizi segreti americani. Altri articoli... |
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