Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Miti e Riti (2)

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Fin dalla tenerissima età, non erano più le fiabe , le favole e le fole che mi mandavano a picco nel sonno del mio letto di infante e adolescente, al contrario, erano le incredibili e furibonde storie notturne del conte Dracula che, divenendo incubi notturni, mi tenevano desto per tutta la notte, attraversato da brividi e sudori freddi.

Eppure tutte le volte che la televisione o il cinema proponevano le macabre e crudelissime storie del Principe della Notte ero sempre appiccicato allo schermo, preso in un inestricabile vortice di attrazione- repulsione di cui non riuscivo a spiegarmi le ragioni e le motivazioni profonde.

Le spiegazioni della psicologia  si sprecano  e noi, certamente, non le rincorreremo anche perché vogliamo mettere in luce altri e più importanti aspetti del draculismo e del vampirismo suo inevitabile associato.

Soprattutto intendiamo esaminare gli aspetti più evocativi, narrativi e alternativi della mitologia e della simbologia draculica e vampirica.

Aspetti fortemente radicati nella coscienza e nell’incoscienza dell’immaginario collettivo dei nostri giovani ed adolescenti che proprio, forse, nelle difficoltà e nel disagio del vivere scolastico quotidiano, sedimentano e maturano forme conoscitive e modelli educativi entusiasticamente protagonistici e antagonistici.

In tempi di grandi sconvolgimenti scientifici e tecnologici , le caratteristiche “biotecnologiche” della vicenda draculica  non possono non contribuire all’ulteriore affermazione e consolidamento universalistico, globalizzante, del tormentato e dirompente percorso narrativo e mitopoietico del Principe dei Carpazi.

 

Come non scorgere da parte di giovani ed adolescenti, sempre più ingabbiati e repressi da una Scuola della Didattica unilineare, standardizzata , massificata e globalizzata, nel mito di Dracula l’oppressione di un potere demoniaco che, pur di riprodursi eternamente e demoniacamente,  non esita, con i neonati e satanici strumenti della biotecnologia, a succhiare il sangue degli studenti, impotenti e addormentati da una  Didattica e da una Scuola che ha come scopo la sola autoriproduzione  parossistica e insensata ?

Difficile, molto difficile, sottrarsi a una tale percezione e considerazione. Perché nel mondo della Narrazione orale e mediatica come pure info-elettronica e informale l’Analogia e la Metafora regnano e imperversano sovrane a dispetto della cosi detta saggezza razionale e del buon senso dominante degli adulti.

La ricerca dell’eterna giovinezza e dell’immortalità, non a caso, da adolescenti e giovani invaghiti della narrativa transilvanica, è sempre più spesso associata alla ricerca spasmodica e all’ansia frustrante del potere eterno, autoproduttivo, autogenerativo e autopoietico che si richiude in se stesso , esclusivistico e aristocraticistico che si nutre dello sfruttamento sociale politico  dei più deboli  e degli emarginati.

Facile individuare e sollecitare una stretta  relazione analogica tra docenti e  allievi in una Scuola  e in una Università  dove i docenti producono e riproducono ciclicamente ed eternamente un proprio circuito di potere mitopoietico attento soprattutto ai propri simboli, riti e convenzioni che tagliano fuori il mondo magmatico, incandescente e ribollente di giovani e adolescenti costretti, al contrario dei loro docenti, a fare i conti con una realtà sociale  ed esistenziale del tutto agli antipodi di quella dei docenti: un potere affermato e consolidato quello dei docenti, che, anzi, soprattutto a livello universitario, non solo tende a imporsi, ma anche a fagocitare i residui spazi di libertà sociale ed esistenziale di giovani ed adolescenti, votati, loro malgrado, ad una vita di difficoltà, di precariato e di cangiante effimero.

Al di là e contro le mitologie e le simbologie  “nere” del draculismo, del licantropismo e del vampirismo, non solo gli studenti colgono anche nella vicenda reale di Vlad Tepes Dracul, voivoda feroce, spietato e crudele, della Romania del XV secolo i tratti reali di un potere diabolico che si ripresenta eternamente dispotico e incommensurabile, incommensurabile e incomprensibile certamente alla gente comune, al popolo, a tutti quelli che lavorano e studiano, mettendo in gioco le loro vite per tutto il resto della loro vita nel tentativo di ritagliarsi un modesto e pur necessario posto al sole.

Per quanto Vlad Tepes Dracul da certa storiografia contemporanea non solo rumena possa essere rivalutato come eroe nazionale, come fiero e invincibile Combattente della Cristianità contro il Turco invasore e contro i malvagi e neocolonialisti Ungheresi, anche il giovane e l’adolescente più sprovveduto avverte a  naso , aiutato anche dal tanto disprezzato tam tam della rete Internet, nuovo potere  alternativo e contestativo, che qualcosa non torna nei conti.

Come è possibile far passare per eroe un personaggio così violento e macabro, così profondamente e abissalmente anti-umano, massacratore e distruttore di tanta umanità contadina ?

Cronisti e storici nel passato e nel presente hanno giustificato tanta inusitata e insensata violenza da parte del Voivoda Nero, presentandolo come un nuovo Ivan il Terribile, come il moderno Costruttore di uno Stato Nazionale che, diversamente, senza violenza monarchica e accentratrice, mai e poi mai si sarebbe potuto edificare.

Ma anche qui facilmente giovani , adolescenti e studenti storcono il naso di fronte a tale devastante e incomprensibile affermazione teorica. Anche se così fosse, era proprio necessario, per costruire e venerare tale Moloch e tale Leviatano, immolare sul suo sanguinante, esecrando ed immondo  altare  migliaia e migliaia di vittime innocenti che, guarda caso, alla fine e all’inizio sono sempre le stesse e cioè pacifici e innocenti contadini ?

E poi la Storia non ci invita, non ci obbliga, se la Scuola e l’Università hanno davvero svolto il loro ruolo formativo, educativo e critico, a perseguire e immaginare scenari e soluzioni alternative ?  Non è possibile costruire uno Stato moderno con il contributo positivo dei contadini e non contro di essi ?

Un vero Eroe Vlad Dracul Tepes lo sarebbe stato davvero se fosse stato a fianco dei contadini invece di massacrarli e torturarli. E anche questo i nostri adolescenti, i nostri studenti capiscono al volo grazie all’Università popolare e alternativa dei circuiti mitopoietici dei cd legali e illegali e della  Rete dissacrante e rivoluzionaria perché non conosce e non pratica barriere al servizio permanente effettivo dell’informazione totale e alternativa.

 


Miti e Riti (1)

 

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