Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Lettera all'umanità

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Nessuna pretesa e nessun insegnamento o imposizione agli altri, poichè io per primo, vivo da sperimentatore la vita e i suoi avvenimenti; ma è palese sostenere che in questo periodo "e non solo", l'odore di avvelenamento dell'animo e del quieto vivere collettivo è molto forte.

Quindi, con etica, umiltà e rispetto, vengo a scrivere questa lettera all'umanità, affinchè altre lettere, infinite e costanti, si aggiungano alla mia, a quelle già scritte nelle epoche e a quelle che verranno.

Vengo con questa lettera a ricordarvi e a ricordarmi che siamo persone, uomini e donne, padri e madri, bambini e anziani, lavoratori o pensionati, preti o protestanti, calmi o agitati, giusti e meno giusti, buoni e meno buoni; e che nei tali dovremmo/dovremo riconoscerci e rispettarci.

E' il mondo ad ospitarci, e nel nostro caso specifico, siamo ospiti della sua amata figlia Italia.
L'Italia che ancora ha, e per sempre avrà fede in noi che siamo la sua carezza e la sua miseria.

Ci sarà un giorno comune a tutti se lo sentiremo veramente, un giorno dove sorridere sarà il tema che vince sulla disgregazione della collettività; un giorno da ripetere all'infinito...

Un giorno, io non ci sarò più "a tempo debito ovviamente e con molta calma", ma questa lettera, assieme alle altre lettere del passato, del presente e del futuro, ci terranno in vita, e sopratutto regaleranno a tutti gli ospiti di questa figlia del mondo "l'Italia", giorni sereni da ricordare, da divulgare, da vivere e da suggerire ad ogni persona e personalità.

 

Saranno l'etica, la volontà ed il rispetto, a dissolvere la disgregazione della collettività, grazie al pensiero calmo e veritiero che ognuno di noi dentro sente ed ha.

 

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