Nuove generazioni e limiti culturali
L’Italia è paese noto in tutto il mondo non solo per le sue singolari bellezze paesaggistiche, che vanno dalle Alpi innevate alla Sicilia quasi africana, con un corredo di isole e penisole, che non hanno pari nel mondo, ma anche per la sua ricchezza inimmaginabile di urbanistica, di arte, di cultura, di memorie, per cui il 70 e più per cento dei beni culturali del pianeta sta in Italia. Roma, anzitutto, come epicentro della più grande civiltà della storia universale, quella latina (che tocca non solo con la sua eredità linguistico-culturale il mondo Mediterraneo-occidentale, ma l’America, non a caso ‘Latina’, e paesi dell’Africa e dell’Asia, centro poi della mondiale religione cristiano-cattolica) è la principale città e meta turistica di ogni abitante del pianeta Terra. Che poi passa naturalmente a città come Firenze, Napoli, Milano, Venezia, città-mondi, con storie sorprendenti e preziose. Questo immenso patrimonio geografico, urbanistico, artistico e culturale è quasi del tutto ignoto all’italiano medio sia per i limiti della scuola (pubblica e privata), sia per i limiti dei mezzi di comunicazione. È una tragedia civile, che rende le generazioni troppo spesso inconsapevoli del retaggio che la nascita fortunata potrebbe loro assicurare.
Purtroppo vivono una vita limitata, superficiale, in preda alla cronaca sempre gravida, a spettacoli noiosi, vuoti, che non lasciano nessuna sperimentale crescita intellettuale, morale ed emozionale. C’è bisogno di trasmissioni e iniziative come quelle portate avanti dallo straordinario Piero Angela, che riusciva a tradurre a livello popolare le più grandi conquiste scientifiche, tecnologiche, e di altro genere. Se, invece di tanto vuoto, fossero conosciute ad esempio le grandi personalità storiche, politiche, letterarie, artistiche, filosofiche, scientifiche, tecnologiche italiane, vi sarebbe una svolta straordinaria nella vita culturale e civile media italiana.
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