Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Delirio e fanatismo

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Delirio e fanatismo fanno parte purtroppo della condizione umana, hanno conseguenze negative o tragiche e non possono essere ignorati.

Ambedue dal pesante significato semantico ne differiscono per l’etimologia: delirio proviene dal tardo latino, allontanamento (de) dal solco (lira); fanatismo proviene dal latino classico fanum (tempio), in riferimento al sentimento religioso. L’etimologia di delirio, “essere fuori dal solco” che delimita il reale, lo riavvicina al fanatismo, risultano lontani nella popolarità in rete: 15 milioni di item per delirio, 5 milioni per fanatismo.

Il delirio, definito come«giudizio errato della realtà che non viene corretto né dalla critica né dall'esperienza», è una situazione impegnativa che i medici e in particolare gli psichiatri devono fronteggiare nella pratica clinica; richiede autocontrollo e comprensione.

Il paziente perde consapevolezza di ciò che lo circonda ed entra in stato confusionale; il delirio compare all’improvviso, può durare ore o giorni.

 

Le situazioni possono essere molto diverse: da stati deliranti transitori nei soggetti giovani che hanno assunto droghe a persistenti negli anziani indeboliti da malattie debilitanti.

Possono comparire negli stati terminali della vita.

Un doloroso ricordo personale è il delirio di mia madre che nelle ultime ore di vita invocava il nome di mio padre, suo grande ed unico amore, deceduto venti anni prima. Le conseguenze dei deliri di tipo persecutorio o di gelosia, sono spesso registrate dalla “cronaca nera”.

I deliri di grandezza, talora indicati come megalomania, o paranoici, a tema persecutorio, sono considerati di solito gli attributi dei dittatori o dei grandi condottieri. Anche se non responsabili in modo esclusivo hanno decisamente contribuito ad esiti nefasti nella storia dei popoli.

Le folle che osannano idoli politici o sportivi talora definite “deliranti” non sono identificabili con quelle fanatiche nelle quali il delirio non si manifesta con l’ammirazione, ma con l’odio.

Talora purtroppo le stesse folle si trasformano da “osannanti” in fanatiche. Una nota di costume: alcuni decenni fa era in uso, soprattutto nel dialetto romano, definire scherzosamente come “fanatico” la persona che esagerava nei comportamenti, per esempio adorando oggetti di consumo. L’uso del termine è praticamente scomparso dopo i recenti episodi di terrorismo fanatico.

Il fanatismo può essere definito come una espressione esasperata e intollerante di un credo religioso, politico, Ideologico e simili. Qualche volta è indicato come estremismo, esaltazione, intransigenza, talora è incluso nel concetto di integralismo e fondamentalismo; ha come controparte moderazione e tolleranza.

Nel fanatismo, come nel negazionismo, è quasi sempre presente un nucleo di idee errate che non si modifica col ragionamento critico che lo ravvicina allo stato delirante. Il negazionismo può essere rivolto alla storia negando fatti realmente avvenuti, o distorcendo le modalità con le quali sono avvenuti; per esempio attribuire la shoah a carenze alimentari o ambientali secondarie al conflitto bellico o definire le camere a gas come “ambienti per la disinfezione per le malattie infettive”.

Gli attuali negazionisti dei progressi della scienza hanno radici lontane: tutti ricordano il processo a Galileo pe le sue scoperte scientifiche quattro secoli fa, meno nota la nascita di una National Anti-Vaccination League a Londra negli anni 1880-89 contro la vaccinazione per il vaiolo, allora resa obbligatoria per legge. La definitiva scomparsa della terribile malattia si accompagnò alla scomparsa della Lega.

Colpiscono nel fanatismo la lucidità con la quale spesso vengono messi in atto propositi deliranti, il rapporto con la morte e l’identificazione con la divinità.

La storia fornisce esempi dei vari aspetti.

Nel gennaio del 1942, a Wannsee, alla periferia di Berlino, si riunirono i vertici della gerarchia nazista, oggetto dell’incontro   “la soluzione finale della questione ebraica”; Adolf Eichmann redigeva il verbale. Dato il numero enorme di ebrei da eliminare, undici milioni sparsi nei vari Paesi, non risultò chiaro quale fosse il metodo migliore per realizzare il “progetto”; comunque al termine della breve riunione, durata solo un’ora e mezzo, i gerarchi andarono tranquillamente a pranzo, sicuri che la soluzione sarebbe stata trovata…

Un esempio recente è stata l’accurata progettazione dell’attacco alle torri gemelle di New York da parte del gruppo di terroristi islamici. Un altro aspetto del fanatismo, l’esaltazione della morte, è evidenziato dal grido «viva la muerte» che caratterizzava il partito dei falangisti durante la guerra civile in Spagna del 1936 o dalla presenza del teschio umano sulle divise delle SS naziste.

Il rapporto che il fanatismo ha spesso con le divinità è evidente nella scritta, Gott mit uns, Dio è con noi, sulla fibbia delle cinture dei soldati della Wehrmacht nell’ultimo conflitto mondiale, come pure dal grido Allah abkar, Allah è grande, del terrorista islamico quando compie l’attentato.

Nei fanatismi ideologici sono stati applicate rigidamente e con modalità crudeli correnti di pensiero che erano nate da necessità sociali, come il socialismo o il marxismo: la collettivizzazione staliniana, la rivoluzione culturale di Mao Tse Tung sono sfociate in milioni di morti.

Pol Pot, il dittatore cambogiano, entrato in contatto con ideali marxisti a Parigi negli anni 70, al ritorno in patria intese abolire la proprietà privata collettivizzata secondo modelli sovietici, cinesi e vietnamiti, con un ritorno ad una primitiva società agricola. Si calcola che un cambogiano su quattro, due milioni circa di esseri umani, siano stati assassinati dagli khmer rossi guidati dal dittatore, spesso dopo atroci torture.

Tra i fanatismi ideologici possiamo anche includere quelli dovuti a nazionalismi esasperati o a ruoli d’iperpotenze sopranazionali con conseguenti guerre di distruzione. Accanto ai “moderni” persistono purtroppo anche i fanatismi “antichi”, tribali, come quello che ha portato al genocidio in Ruanda: quasi un milione di etnia tutsi uccisi da quelli di etnia hutu quasi sempre con modalità “manuali “, ad arma bianca, uno degli ultimi massacri del secolo scorso. Non occorre ricordare quelli dovuti a fanatismi nei secoli precedenti.

Per i deliri individuali è senz’altro necessario l’intervento medico con l’aiuto delle forze sociali in particolare per la popolazione debole o gli anziani.

I deliri di ammirazione collettivi vanno seguiti con attenzione perché la trasformazione in deliri fanatici è sempre possibile.

È un compito ineludibile superare l’abisso morale che da sempre si ripresenta nella storia dell’umanità, da una parte chi dona la propria vita per quella altrui, dall’altra il fanatico delirante che vuole dare la morte.

Per prevenire e contrastare il fanatismo in qualunque modo si presenti, oltre ovviamente a richiami morali e alla prevenzione degli attentati, è necessario lo sviluppo di Paesi democratici, laici e pluralisti, una continua educazione civica, l’attenzione alla intelligenza critica delle emozioni e dei sentimenti, tuttora molto carente.

Quella artificiale può essere utile per prevenire gli attentati.

 

Polina, 10 anni, ultima classe elementare a Kiev,

uccisa dal fanatismo ideologico della guerra contro l’ Ucraina nel febbraio 2022

 

 

 

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