Aniello Falcone, il “Velázquez di Napoli”
Allievo di De Ribera e maestro a sua volta di Salvator Rosa e Micco Spadaro, grande specialista di genere fra battaglie e nature morte, ad Aniello Falcone, uno dei più grandi pittori napoletani di fine Seicento, finora non era mai stata dedicata una mostra. Ci pensa oggi il Museo Diocesano con l’occasione del restauro del suo capolavoro, il Riposo dalla fuga in Egitto, il dipinto del 1641, con un lavoro che ha riportato alla luce la versione originale del dipinto, rimuovendo un velo sul seno allattante aggiunto in un momento successivo. Oltre alla presenza forte nel patrimonio artistico napoletano, come nella Chiesa di San Giorgio Maggiore e di San Paolo Maggiore nel Gesù Nuovo, le opere di Aniello Falcone sono presenti in musei e in collezioni private d’America con un senso originale che ondeggia tra naturalismo, classicismo e innovazione che lo hanno fatto definire come "il Velázquez di Napoli". «La risorsa culturale per Napoli è fondamentale per far crescere la cultura nei giovani, per aiutare il nostro turismo, per valorizzare quelle che sono le nostre eccellenze. È un tema fondamentale su cui ci sarà un grande impegno dell’amministrazione perché dobbiamo mettere a punto un grande piano strategico proprio per valorizzare le tante eccellenze che abbiamo in città. La cultura è uno degli asset più importati della città. Soprattutto in questa fase iniziale la mia scelta di tenere la delega è proprio per valorizzarla al massimo per mettere in campo tutte le energie cittadine, e per fare in modo di creare questo grande piano strategico culturale di cui la città ha bisogno. È un tema fortemente trasversale e noi abbiamo bisogno di una visione di sistema. Ci sarà sicuramente una struttura che mi affiancherà di persone molto competenti e quindi faremo in modo di mettere insieme delle valide competenze. E poi anche utilizzando lo strumento dell’ascolto e del dialogo in Comune non deve essere un agente culturale, ma deve organizzare le tante iniziative delle eccellenze che ci sono in città e fare una politica culturale» [Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli]
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