La metropolitana nel cuore della storia di Napoli: il Tempio dei Giochi Isolimpici
Anche se la stazione della Linea 1 della Metropolitana di Napoli è stata riaperta, continueranno i lavori per inglobare al suo interno gli eccezionali ritrovamenti archeologici scoperti durante gli scavi, un patrimonio storico-monumentale di straordinario valore, a partire dal magnifico tempio dei Giochi Isolimpici che sarà visibile sia attraverso un percorso indipendente dall’utilizzo della metropolitana, sia dall’esterno grazie ad una copertura vetrata. «E’ una scoperta straordinaria posta otto metri al di sotto il livello piano di campagna, ma per consentire l’attivazione della linea ferroviaria, ed è un’opera straordinaria anche questa, si è scavato un primo pozzo a circa trenta metri, poi si è arrivati a quaranta metri di profondità, dove sono state portate avanti delle opere davvero di una grande complessità ingegneristica, ma nel rispetto della storia, perché ai primi trenta metri si è potuto lavorare al recupero della prima metà del tempio, non solo, e di strato in strato da lì si è partiti a unlavoro di recupero ulteriore di reperti altrettanto straordinari che vanno fino all’età del ferro.» [Carmine Piscopo - Vicesindaco Comune di Napoli] «Abbiamo dovuto cambiare pelle tante volte, ma lo stesso progetto di Fuxas è cambiato molto. Quello che vedete oggi, che è un magnifico gioco di luce e di specchi era completamente diverso solamente quattro anni fa. Quindi è una stazione che ha dovuto adattarsi a quello che si è trovato. [Ennio Cascetta – Presidente della Metropolitana di Napoli] Adesso sarà dunque necessario portare alla luce l’altra metà del tempio e procedere al restauro e alla ricollocazione nella sede originale, completando così l’atrio della stazione, un cronoprogramma definito con la Sovraintendenza e monitorato dal Tavolo Tecnico Permanente. Il complesso monumentale fu realizzato in onore dell’imperatore Augusto che fu anche presente ai giochi nel 14 d.C. e fu costruito per ospitare i giochi nella città più greca d’Occidente, come era la Napoli nel I sec. “Isolimpici” significava appunto equipararli a quelli che si svolgevano ad Olimpia, duravano cinque giorni, e rispetto ad Olimpia avevano una particolarità: nei giochi napoletani, oltre alle specialità atletiche e ippiche, si aggiungevano anche gare di recitazione e canto. Il tempio si trovava sull’antica linea di costa della Napoli Greca e per la sua identificazione è stato fondamentale il ritrovamento di alcune lapidi che contenevano, appunto, gli elementi dei vincitori dei giochi isolimpici. «Il rettifilo, perdendo il proprio tracciato forte, che è sempre stato un tracciato imposto dall’alto, si inchina rispetto al riemergere nella memoria di questa città che ancora fa riemergere per un destino possibile tempi sepolti che ritornano alla vita. In questo la città di Napoli mostra non solo di essere straordinaria sotto il profilo dei ritrovamenti archeologici, ma reimmettendoli all’interno di un alinea ferroviaria, dunque di un’infrastruttura della città, e variando con grande coraggio anche tracciati originari della storia al riemergere di altre parti della storia, mostra di essere davvero la forma visibile del tempo. E in questo Napoli merita un’attenzione particolare, non solo per l’elevato valore e la bellezza dei reperti archeologici, ma nella capacità di reimmetterli nel flusso della storia e del tempo presente, mostrando una possibilità completamente diversa e di dare un destino ancora possibile a queste opere che intanto mutano e vengono risignificate anche dalle nostre infrastrutture.» [Carmine Piscopo - Vicesindaco Comune di Napoli]
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