1799. A S. Giorgio a Cremano una lapide ricorda i fratelli Formisano
Dei due fratelli sacerdoti, protagonisti e vittime della breve e sfortunata esperienza locale della Repubblica Napoletana del 1799, più volte il prof. Giuseppe Improta aveva sollecitato il ricordo attraverso i social, i giornali ed il suo recente libro Dall’Arso a Troisi sulla storia e toponomastica sangiorgese. Finalmente il 7 luglio 2021 è stato reso onore a due coraggiosi martiri e vittime di libertà, appartenenti a quella parte del clero napoletano che nel 1799 favorì le idee repubblicane di libertà e di uguaglianza. Un clero che ha visto impegnati in prima persona anche non pochi vescovi, poi uccisi o esiliati, come Natale di Vico Equense, Gamboni di Capri, della Torre di Lettere e Gragnano. Per far conoscere questo patrimonio ideale e culturale del territorio, il parroco sangiorgese ha fatto anche stampare e distribuire un opuscolo illustrativo, che è reperibile nella sua parrocchia del Carmine e sul sito del prof. Improta. Nell’opuscolo sono state pubblicate notizie inedite relative ad uno sconosciuto giovane “giacobino” locale, ed al sacerdote don Cristoforo Formisano tratte dal IX Libro dei Defunti della parrocchia di S. Maria a Pugliano di Resina, oggi Ercolano, da cui si è appreso che: «Il Sacerdote Secolare d. Cristoforo Formisano di Resina, … di anni 43 in circa ai 13 Giugno 1799 ha reso l’anima sua a Dio Benedetto in Comunione di S. M. C. non avendo potuto ricevere Sagramento alcuno per essere stato morto violentemente sopra del castello al Granatello». Altre notizie raccontano della sosta del cardinale Ruffo e dei suoi seguaci sanfedisti a San Giorgio, alcune ore prima del più noto e definitivo assalto al fortino di Viglien A proposito sempre di “memoria” da conservare il prof. Improta ha avanzato un’altra proposta: quella di aggiungere, come è stato fatto per altri toponimi cittadini,al già esistente e generico androtoponimo VialeFormisano una semplice parentesi esplicativa del tipo «Antonio e Cristoforo, sacerdoti, martiri della Rivoluzione napoletana del 1799», così come è stato chiesto per la napoletana via Conte di Ruvo la specifica «Ettore Carafa, Conte di Ruvo» anch’egli protagonista e martire nel 1799 della reazione borbonica. «Ma – scrive il prof. Improta - probabilmente ci sarà bisogno di attendere tempi migliori o autonome decisioni del Presidente del Consiglio Comunale di San Giorgio Michele Carbone. Al momento il sindaco Giorgio Zinno preferisce non ostacolare le discutibili scelte dell’assessore pro tempore alla cultura, alacremente impegnato a tutelare ed appoggiare i movimenti neoborbonici. Al punto da fare insieme pressione sul parroco per far eliminare il riferimento agli “insorgenti filoborbonici”, come responsabili della morte dei fratelli Formisano, ed alla parrocchia del Carmine quale soggetto committente dell’epigrafe. Con conseguente…anacoluto, che a qualcuno non è sfuggito!»
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