Nobili meridionali guide del Risorgimento
Il Risorgimento Italiano rappresenta un epocale processo, il più grande nella storia millenaria della penisola italiana, che ha portato all’Unità politica ed alla Libertà, ad ordinamenti liberali e costituzionali. Si è svolto dalla fine del Settecento fino alla Prima Guerra Mondiale, Quarta ed Ultima Guerra di Indipendenza con il ritorno nel seno della Patria delle italianissime Trento, Gorizia, Trieste, Istria (poi perduta per la tragica e sciagurata politica della dittatura fascista). Il completamento duro e faticoso è costato seicentomila morti e un milione e duecentomila feriti nella Prima Guerra Mondiale contro l’Austria (tra cui mio nonno, di cui porto il nome). L’Austria è stata la più accanita e feroce nemica dell’unità Italiana, ed ha avuto sempre fino a che sono esistiti storicamente l’alleanza colpevole e traditrice d’Italia del papalino Stato della Chiesa, ostacolo millenario per l’Unità d’Italia (fino al 1870), e la infame, anche per questo, dinastia borbonica di origine spagnola dominatrice del Mezzogiorno e della Sicilia dal 1734 al 1860. Il completamento del Risorgimento dell’Unità ebbe due grandi guide costituite da nobili meridionali (che solo dal 1861 poterono assurgere alle cariche di governo più alte della storia non solo sul Mezzogiorno, ma su tutta l’Italia).
Essi furono il napoletano Armando Diaz, che assunse il comando dell’Esercito dopo la disfatta di Caporetto nel 1917 e il palermitano Vittorio Emanuele Orlando, che guidò l’Italia dal 1917 al 1919 e fu colui che rinsaldò lo spirito combattente al fronte e nel paese. A lui si devono le memorabili indicazioni Resistere! Resistere! Resistere! e Monte Grappa tu sei la mia Patria! Vivano sempre il Mezzogiorno e la Sicilia, nobili e alte, che hanno onorato se stesse e l’Italia e che smentiscono alla luce della verità storica le falsità dei nemici veri e corrosivi civilmente del Mezzogiorno e d’Italia con le fandonie di un Mezzogiorno passivo e sfruttato. Falsificatori, diseducativi, nemici della dignità e del progresso civile e politico della nostra cara grande Italia.
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