Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Per una società liberale democratica e intellettuale

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La società liberale e democratica è il più alto tipo di società che la storia abbia prodotto e deve essere difesa con ogni sacrificio, fino a dare la vita, se necessario, come hanno fatto Protagonisti e Martiri del Risorgimento.

Essi l’hanno realizzata storicamente per la prima volta nella storia millenaria d’Italia, facendola scendere dal mondo dei sogni e delle aspirazioni, poi travolta e perduta per colpa di forze irresponsabilmente illiberali e antiliberali con l’avvento della dittatura fascista, che tante tragedie morali e materiali ha prodotto, fino ad allearsi organicamente con il disumano nazismo di Auschwitz.

La società libera e democratica è stata ripresa faticosamente e con sacrifici immani con l’Antifascismo e la Resistenza, nel loro spirito liberaldemocratico, con l’aiuto fondamentale e decisivo dell’Inghilterra col suo Commonwealth e degli Stati Uniti, verso i quali la gratitudine degli Italiani e delle Italiane liberi e democratici è e dovrà essere eterna.

La riconquistata società libera e democratica, anche alla luce dell’esperienza dittatoriale conosciuta, deve essere fatta vivere da noi e trasmessa rafforzata e portata più avanti per i nostri figli e nipoti come un patrimonio sacro e irreversibile.

La società libera e democratica vive sul fondamento granitico delle Costituzioni e delle sue Istituzioni, tra le quali si collocano degnamente quelle nostre italiane, nate in contrapposizione con il regime dittatoriale fascista, quindi rese più attente e vigili, tranne in alcuni punti, che sono in contraddizione con la sua ispirazione liberaldemocratica.

 

Ma le società liberaldemocratiche, come dimostra la storia, se hanno posto fine all’Essere Umano schiavo, servile, vassallo, clericale, incolto, senza diritti e garanzie, non riesce a difenderlo da incombenti processi di massificazione, di incultura, di rozzezza, di minorità intellettuale, morale ed emozionale, per cui, al di là di enunciazioni e di leggi, nella realtà quotidiana sono possenti forze e processi di varia origine, antica e contemporanea, che vanno verso la permanenza di minorità e di non emancipazione.

Occorre quindi, anche per inverare pienamente  l’ispirazione profonda di emancipazione delle società liberali e democratiche, che venga formalmente e costantemente esaltata, in parallelo, anche ‘la dimensione aristocratica’, non in senso nobiliare per nascita o eredità, che offenderebbe il principio sacro dell’eguaglianza di tutti i cittadini, di tutte le cittadine, ma in senso morale, intellettuale, emozionale, in modo da avere cittadini e cittadine e climi civili e sociali da essi fatti vivere dignitosi, adulti in senso pieno.

La società libera e democratica deve tendere ad avere non cittadini massificati, sostanzialmente minorenni, rozzi, incolti, facile preda di demagoghi e di pastori, di vario colore, pericolosamente incolti e fanatici, nemici di libertà e di democrazia e che possono quindi indebolirle, o al limite abolirle, nella nostalgia e nella predilezione di regimi autoritari, assolutisti, clericali.

Quindi non uomini e donne massa, conformisti, sostanzialmente incolti, rozzi, minorenni, portati all’offesa, alla prepotenza, alla violenza, che rifuggono dai valori della crescita intellettuale, morale, emozionale, che non conoscono, non vogliono coltivare i valori della dignità personale, dello sforzo, del sacrificio, dell’impegno, del rispetto, del riconoscimento del merito e del valore degli altri, in libero agonismo etico, senza invidia e cattiveria, della vera cultura, della responsabilità civile e politica.

Essere insomma ‘Esseri umani aristocratici’ dal punto di vista intellettuale, morale ed emozionale, nello stile del vivere quotidiano, che incarnano il volto nobile dell’Umanità, non ‘Esseri umani plebei massificati e minorenni’ col loro volto pericoloso e grottesco, che le stesse società liberaldemocratiche storicamente note non riescono ad intaccare.

Da questo principio nascono indicazioni che vanno verso la consapevolezza anzitutto del valore centrale dell’educazione pubblica in una società libera e democratica, perché in quei cicli della scuola materna, della scuola elementare, della scuola media inferiore, della scuola superiore, dell’Università, si giocano in gran parte il destino personale e la qualità della vita sociale, civile, politica di un Popolo libero e democratico.

Lì si decide in massima parte se nasceranno e vivranno Esseri umani e cittadini aristocratici in senso intellettuale, morale, emozionale  o minorenni intellettuali, morali ed emozionali, che saranno un pericolo per se stessi, gli altri, la stessa società libera e democratica.

Come esempio ci si potrà avvicinare a questo fondamentale obiettivo umano e civile solo se  ogni scuola pubblica nei suoi vari gradi in ogni angolo della nostra cara Italia (da ogni piccolo paese alla più estrema periferia cittadina) sarà capace di forza formativa come i più esclusivi collegi del mondo con il loro rigore, la loro serietà, la loro forza formativa.

 

 

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