Virus e Messiah
L'intento di questa riflessione è offrire un messaggio di speranza per superare questo periodo drammatico e doloroso che stiamo vivendo e che cambierà il nostro mondo. E’ fondamentale avere degli obiettivi da raggiungere, finalità che potranno aiutare tutti noi a non cadere nella disperazione, o peggio, nel calderone del caos. Le competizioni politiche ed economiche, a mio avviso, devono essere accantonato affinché possa risvegliarsi nell'uomo la capacità di cooperare per superare il suo individualismo. Cosa fece Abramo nostro Padre, quando restò solo dopo la morte di Sara? Acquistò una tomba in terra di Canaan per seppellire sua moglie. Creò in questo modo un punto di riferimento nella terra promessa, che fu un incentivo per il popolo ebraico nel costruire la sua Nazione futura. Ecco allora la domanda: Cosa sta accadendo nel mondo a causa della maghefà (pandemia-flagello) provocata dal Corona-virus? E casuale(mikrì) oppure è una chiamata (mikrà)? La differenza è impercettibile, essendo legata ad una piccola alef, ma solo chi vede nella storia la presenza di “D-o” (Schekinà) può riconoscerla.
Vorrei fare a riguardo, un raffronto, tra la piaga che colpì i primogeniti egiziani, durante la notte della Pasqua ebraica e quella attuale del virus Corona. Sta scritto: «I-o percorrerò il paese d'Egitto in quella notte, percuoterò ogni primogenito….e farò giustizia di tutte le divinità egiziane. I-o sono il Signore.» (Esodo 12.12) Il libro dello Zohar (Kabbalà) indica il motivo per cui D-o Benedetto stesso, agisce contro i primogeniti egiziani, non lasciando agli angeli, l'esecuzione di questo suo ordine. La ragione è che la decima ed ultima piagha, richiedeva una precisa distinzione sull'identità del primogenito e solo D-o era capace di discernere questa differenza. Il Corona-virus che appare come un sole che sembra esplodere, colpisce maggiormente le persone anziane, per cui il virus fa una distinsione precisa, simile alla decima piagha che colpì i primogeniti in Egitto. Chi dunque vuole colpire il nostro virus? La generazione dedita all'idolatria del sangue e della razza. Dietro la pandemia, difatti, si nasconde un programa spirituale, il cui obiettivo è quello di cambiare il mondo ossia gli attuali rapporti umani. Il flagello vuole ricordarci che la nostra società è diventata materialista (consumismo) e violenta (hamas) come la generazione del diluvio (mabul). «Il Signore vide che la terra era corrotta e che ogni creatura seguiva una via di corruzione.» (Genesi 6.12) Il virus colpisce sopratutto le vecchie generazioni, che hanno accumulato le contraddizioni della nostra società invece di risolverle, permettendo questa ''alienazione'' dell'uomo. La piaga sembra voler porre un rimedio (tikkun olam) a questa tragedia e richiamare la nostra attenzione sul potere del libero arbitro: possiamo scegliere di sostenerci a vicenda, oppure di essere egoisti, pensando solo a noi stessi. Il virus vuole infine insegnarci che è possibile cambiare strada, iniziando un percorso di teshuvà, inteso come un ritorno ad ascoltare la Parola del Signore. Cambiamenti stanno già avvenendo in questa direzione. La Società delle Nazioni (ONU), ha chiesto un cessate il fuoco generale ai popoli per collaborare, invece di guerreggiare. La parziale cessazione delle ingiuste e delle vergognose condanne a senso unico delle Nazioni Unite, contro lo Stato d'Israele, stanno diminuendo. E cosa dire, cari amici, della collaborazione tra lo Stato d'Israele e l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) per debellare il contagio virale? Tutti questi straordinari avvenimenti sono in linea con l'avvento dei tempi messianici, iniziato con il ritorno del popolo ebraico nella sua Terra, dopo un esilio bimillenario. Quale lettura allora dobbiamo dare a questo prodigioso avvenimento, se non quello che il male (virus) può portare al bene (messiah) attraverso un percorso di riflessione e di pentimento? I Gentili inizieranno a capire l'importanza e la ricchezza dello Shabat e ne osserveranno alcune regole, avvicinandosi, così facendo al popolo ebraico. Ed ecco il motivo per cui le stazioni di culto religioso come le Sinagoghe, le Chiese, le Madrasse ecc. sono state costrette a chiudere, pressate dalla violenza del virus. E cosa dire difatti, che nell'avvicinarsi della Pasqua cristiana, le porte del Santo Sepolcro in Gerusalemme, sono state sbarrate per la prima volta dopo 700 anni? E' un segno dei tempi? Certo, perché Il Signore rifiuta le loro suppliche di facciata, in odore di idolatria, mentre chiama i suoi 'tementi' con amore. Egli vuole essere glorificato ed osannato nel Tempio in Gerusalemme, che sarà una «Casa di preghiera per tutti i popoli della Terra» (Isaia 56.7) Oggi le Nazioni del mondo, dovrebbero capire la necessità della ricostruzione del Tempio, inteso come centro di incontro per una fratellanza universale.
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