Elogio del Liberalismo Socialista
Nella storia delle Nazioni, in particolare anche dell’Italia, convivono nello stesso tempo e negli stessi luoghi in modo drammatico, tragicamente intrecciati, “due popoli”: quello tradizionalista e quello più evoluto. Il primo è fondamentalmente arcaico, di mentalità elementare, spesso ancora medievale (si pensi solo ‘freddamente’ in pieno Duemila alle circa ‘annuali’ 80 mila feste patronali, le più varie, ai mille pellegrinaggi, ai cento santuari e a ciò che ci gira intorno), spesso superstizioso, tutto passioni, spesso rozze e anche violente, attaccato alle tradizioni ed ai poteri locali e con tendenze servili-autoritarie, a seconda delle situazioni e dei ruoli, annidato spesso nei paesi e nelle frazioni o nelle periferie. L’altro popolo, quello evoluto è più civile, più colto, più libero, con componenti spesso di generosa utopia emancipatrice, democratica astratta, socialcomunista generica, laica all’estremo.
Questa intuizione e le successive argomentazioni dei “due popoli”, legate alla tradizione dello storicismo critico, che ha le sue origini ad esempio in Giambattista Vico e Vincenzo Cuoco, permettono di intuire i fondamentali problemi della vita sociale e politica. È difficile riformare radicalmente quel primo popolo, con le sue abitudini millenarie, sono illusorie e spesso astratte le formule e le azioni del pur generoso pensiero democratico, utopico e laico, che in alcune applicazioni storiche estreme ha prodotto tragedie e totalitarismi, come quelli comunisti, e corruzioni sistematiche e ricorrenti in esperienze democratiche, socialiste, socialdemocratiche. Quindi meglio il possibile che l’impossibile, prendendo atto con lucido realismo che quasi sempre l’ottimo è il nemico del meglio. Allora la via più razionale e meditata che ci viene come lezione chiara e dura della complessa e tragica, storia umana è quella di un sempre vigile liberalismo socialista critico, razionale, che sappia sempre tenere insieme sapientemente liberta’ ordine e giustizia sociale, legge e serieta’, lavoro e non parassitismo, diritti e doveri, Nazione ed Europa. Questa è una libera riflessione nel richiamo come fondamentali esempi in Italia, a tutti i Martiri del Risorgimento della Unità della Patria e della Libertà dei Cittadini, da fine Settecento alla Prima Guerra Mondiale, all’esperienza politica di Camillo Benso di Cavour, all’azione ed al pensiero di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Garibaldi, nell’Ottocento, ed alla riflessione ed all’azione di Carlo Rosselli nel Novecento, martire (col fratello Nello nel 1937) antifascista e antitotalitario, programmaticamente ‘socialista liberale’ col suo Movimento “Giustizia e Libertà’, coi suoi Compagni Martiri contemporanei e successivi nella Resistenza.
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