Armamenti per la pace
I paesi che più hanno investito negli armamenti sono stati gli Stati Uniti, la Cina, l’Arabia Saudita, l’India, la Francia, che raggiungono da soli il 60 per cento della spesa militare di tutti i paesi del mondo. Se è vero che gli eserciti hanno, oltre la funzione specifica della difesa nazionale, anche quelle civili, in casi di disastri naturali e di difesa aggiuntiva dell’ordine pubblico contro la criminalità organizzata, una diminuzione almeno degli armamenti potrebbe permettere, con la direzione dell’ONU, di affrontare i gravi problemi dei disastri ambientali, dell’inquinamento dei mari, dell’aria, della terra, della fame, delle immigrazioni e del loro controllo, della criminalità organizzata internazionale. Anche perché una eventuale altra guerra mondiale sarebbe l’ultima per l’umanità che, con gli armamenti nucleari, chimici, batteriologici ed oggi anche robotici e informatici, produrrebbe l’estinzione di tutti (uomini e donne, bambini, giovani, adulti e vecchi), degli altri esseri viventi, della natura, rendendo la Terra un tragico deserto silenzioso e vuoto come la Luna o Marte. Perció occorre che tutti coloro che operano nella politica, si impegnino per sapere e controllare tutto ciò che si sta programmando nelle fabbriche e nei laboratori militari (dove si sono raggiunti e si stanno ricercando scenari di distruzione del nemico diabolici, inimmaginabili) rendendo l’ONU sempre più il vero soggetto planetario, che garantisca la PACE e quindi la sopravvivenza di noi tutti come specie.
Se è vero che la via maestra sarebbe quella di un disarmo unilaterale, quale quello deciso per Costituzione già nel 1948 dal paese del Costarica (dove l’ONU ha aperto giustamente l’Università della Pace), una via realistica sarebbe quella di mettere completamente al servizio dell’ONU gli eserciti nazionali, diminuendo man mano la spesa militare, in proporzione alle adesioni che si aggiungono e allo stato di tensione internazionale che si allenta. Il vero, grave, tragico problema del mondo è che gli uomini e le donne di ogni latitudine non vanno oltre le loro piccole questioni quotidiane, non sono abituati e non hanno il coraggio di guardare e di andare oltre il proprio naso.
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