Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Cesare Paribelli. Discorso alle donne repubblicane del 1799

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Cesare Paribelli fu un patriota repubblicano di fine Settecento che partecipò attivamente alle sorti della Repubblica Napoletana del 1799. 

Dal generale Jean-Étienne Championnet ottenne delle cariche nel governo provvisorio; nel  Comitato Centrale, sostenne con fervore gli indirizzi politici democratici ritenuti più necessari, come l’abolizione della feudalità e la richiesta dell’indipendenza ufficiale della Repubblica.

Con un “Discorso alle donne di Lerici”, il Paribelli si dimostrò sensibile verso una giusta collocazione delle donne in ambito politico facendo riferimento  alla loro  condizione sociale e politica nella storia greca e romana.

Secondo le sue osservazioni, se a Sparta Licurgo era stato il primo a riconoscere nella sua legislazione il valore civile delle donne, ispirando loro “l’amore per le pubbliche cose” e coinvolgendole nella vita della collettività tramite una “sublime educazione morale”, a Roma non poche volte le donne avevano inciso sul destino della nazione, apportando svolte significative “ne’ più critici momenti” della sua storia.

 

A tal riguardo il Paribelli ricordava l’episodio delle Sabine che , “offrendo i loro petti indifesi ai colpi alterni dell’uno e dell’altro partito”, avevano posto le basi per l’unità della nazione, mentre in periodo successivo erano stati fulgidi  esempi quelli di Lucrezia e Clelia, la prima per l’alta moralità e l’altra per l’intrepido coraggio, nel corso dell’istituzione e conservazione della Repubblica Romana.

Al di là del riferimento alla storia classica, l’attenzione del Paribelli alla condizione della donna nelle repubbliche democratiche di fine Settecento rappresentava una doverosa ed esplicita testimonianza di come, con l’avvio della democrazia, non si poteva non tenere conto di un necessario dibattito che i rivoluzionari repubblicani dovevano doverosamente avviare.

In effetti, durante il triennio repubblicano di fine Settecento, per quanto le donne restassero ancora prive dei fondamentali diritti civili, sulla spinta del principio dell’uguaglianza, si mostrava impellente avviare una discussione per una maggiore affermazione di esse  sulla scena pubblica.

Sollecitate dai patrioti, le cittadine partecipavano attivamente alla costruzione di una nuovo e più democratico assetto della società, animando assemblee pubbliche, dirigendo giornali e rivendicando, in maniera coerente con i nuovi princìpi costituzionali , i propri diritti alla cittadinanza attiva.

Le parole con cui il Paribelli si rivolse, in un discorso pubblico, alle donne di Lerici, costituiscono un esempio emblematico dell’importanza riconosciuta dai repubblicani democratici di fine Settecento al ruolo e al valore civile della donna nella società del futuro e meritano di essere riportate integralmente:

“Cittadine, voi vedete quanto potete sul genere umano, voi vedete che da voi dipende in gran parte il migliorarlo o il degenerarlo, voi vedete che in vostra mano sta il destino delle Nazioni e dell’universo; sollevate, dunque, i vostri cuori e sì magnifiche idee, rivendicate la naturale vostra dignità statavi rapita ne’ tempi dell’ignoranza, della barbarie e della schiavitù, peste del mondo che tutto contamina e avvelena, dagli uomini prepotenti e tiranni, che non conoscendo altro diritto che la forza ne abusarono contro di voi sino alla servile condizione di semplicità, a passivi istrumenti de’ loro brutali piaceri.

In vita, esercitate, dunque, da madri sul cuore dei vostri figli, da spose sul cuore de’ vostri mariti, da amanti sul cuore dei vostri adoratori tutti gli imperi che la Natura vi ha accordati, ma esercitateli da Spartane per educare eroi, i di cui petti solidi e invitti siano le sole mura, la loro fortificazione, la sola difesa della vostra Patria, ma esercitateli servir di premio alle grandi azioni già fatte e d’incitamento ad altre ancora più grandi, ma esercitateli per coronare colla vostra tenerezza tutti gli sforzi magnanimi e generosi e tutti i sacrifici fatti pel bene della Patria Cittadina, per sublimare viepiù le vostre idee e per convincervi che lo stato di degradazione nella quale erasi costituita la tirannica usurpazione degli uomini non era quello a cui la Natura e la Ragione vi avevano destinate”.

 

 

Discorso alle donne di Lerici del Fondo Paribelli , in Paolo Conte, Cesare Paribelli. Un giacobino d’Italia,  Milano, 2013

 

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