Le risorse alimentari mondiali
Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecati nel mondo, una quantità 4 volte superiore a quella necessaria per nutrire gli 868 milioni di affamati che abitano il nostro pianeta. Si legge dal Rapporto 2014 Waste Watcher - Knowledge for Expo presentato da Andrea Segré, presidente di Last Minute Market, e dal presidente di SWG Maurizio Pessato alla presenza del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali con delega per Expo Milano 2015 che: 8 miliardi di euro di cibo all’anno vengono gettati nella spazzatura; 1/3 della produzione mondiale di alimenti viene gettato via e di questo: 32% produzione agricola, 22% post raccolta e immagazzinaggio, 11% distribuzione, 22% consumo domestico. Acqua ( 250 miliardi di litri). Suolo (il 30% della superficie agricola mondiale utilizzabile). CO2 (3,3 miliardi di tonnellate per la produzione, trasformazione, conservazione, trasporto). Per intenderci, è il 3° inquinatore dopo Cina (7,3 milioni di t) e USA (6,9 milioni di t). Il costo del cibo sprecato è pari a 750 miliardi di dollari. Per intenderci, il PIL della Svizzera. Nel documento redatto da Slow Food si apprende che nel Nord del mondo si produce e acquista troppo cibo e spesso viene gettato perché deteriorato. Hanno dimenticato le lezioni degli anziani sviluppando un approccio tollerante dello spreco. Nel Sud del mondo, invece, il cibo si spreca per mancanza di infrastrutture e strumenti per la conservazione e trasporto adeguati. La Commissione Europea ha individuato, inoltre, le seguenti principali cause di perdita e spreco alimentare in Europa: Sovrapproduzione alimentare. Elevati standard estetici del mercato. Inefficienze nella gestione dei magazzini e delle scorte. Danni alle confezioni. Strategie di marketing che incoraggiano acquisti eccessivi. Inefficienze nella filiera. Abbondanti porzioni standard nella ristorazione.
E, a seguire, quanto riguarda i consumatori:
Scarso valore associato dai consumatori al cibo. Preferenza per alcune parti degli alimenti, che conduce a scartarne altre. Mancata pianificazione degli acquisti. Scarsa conoscenza dei prodotti. Conservazione e imballaggio inadeguati. Confusione sulle indicazioni in etichetta “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”. Tutte le cause citate sono una conseguenza del fatto che il cibo è considerato alla stregua di una merce come un’altra. La gravità del problema richiede un intervento diretto ed efficace e per questo motivo l'Università Bocconi ospiterà, nell'ultima settimana di giugno 2015, 200 studenti provenienti da tutto il mondo con un preciso obiettivo: combattere la fame nel mondo e ridurre gli sprechi alimentari. A tal proposito ho incontrato a Napoli la studentessa napoletana e bocconiana Maria Grazia Vargas Improta, ambasciatrice dell’ iniziativa #FoodSavingBec che vede collaborare l'università Bocconi con EXPO 2015, Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali), Commissione europea, ONU per EXPO 2015, FAO e World Food Programm. I 200 ambasciatori che parteciperanno all’ iniziativa ricercheranno infatti soluzioni volte al superamento dei predetti problemi. La sensibilizzazione di un team di studenti nel mondo e l’ indirizzamento degli stessi a ricercare soluzioni sembra essere davvero un’ iniziativa molto lodevole. Mi sembra che anche l’azione di sensibilizzazione dei nutrizionisti verso i cittadini, in collaborazione con enti pubblici, associazioni o privati, possa contribuire alla riduzione del problema. Infatti, attraverso l’organizzazione di conferenze e lezioni di corretta e sana nutrizione per soggetti determinabili, si offrirebbe un buon contributo contro lo spreco alimentare domestico e a favore di una più corretta nutrizione dei soggetti, con apprezzabili benefici sulla salute. L’ educazione nelle scuole e nelle famiglie è un importantissimo strumento per migliorare l’efficienza di sfruttamento e distribuzione delle risorse. Il ministro Maurizio Martina ha infatti ricordato “uno dei grandi temi che anche Expo Milano 2015 sta sviluppando è portare l’ educazione alimentare nelle scuole attraverso un programma educativo che includerà anche l’educazione sugli sprechi domestici”. La risoluzione del problema “spreco di risorse alimentari” mentre parte del mondo soffre la fame è un dovere non solo economico ma soprattutto morale.
Fonti:
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