Cluj Napoca e il Monumento della Resistenza Anticomunista
Cluj Napoca, questa straordinaria città romena ed europea, oltre ad essere la sede della chiesa unitariana di Transilvania, la più avanzata chiesa universalistica cristiana che si conosca (come si è spiegato nel precedente articolo), presenta, ad espressione del suo coraggio civile di verità, il Monumento della Resistenza Anticomunista.
Esso vede al centro la solenne denominazione ed ai lati e sopra di esso il simbolo spezzato della falce e martello, una catena, le sbarre di una prigione.
Il tutto è ripetuto in forma simmetrica dall'altro lato, mentre sui due lati sono segnate le località romene, che hanno conosciuto carceri e campi di lavoro, dove sono stati mandati decine e decine di migliaia di oppositori e semplici cittadini di ogni classe sociale considerati potenzialmente pericolosi e nemici dell'ordine comunista, sempre in modo arbitrario, sulla base di spionaggio, vendetta, invidia sociale, in una situazione di arbitrio e di mancanza dei più elementari principi di umanità e del diritto.
A livello collettivo, della vita civile viene messo sotto il fuoco dei riflettori non solo e giustamente l'antifascismo, l'antinazismo, ma anche l'anticomunismo, come terzo elemento che garantisce una vera coscienza civile antitotalitaria.
Finalmente si accende la luce della verità su questo terzo insidioso totalitarismo rosso, che si è presentato con una ideologia progressista, e perciò ha facilmente più ingannato le masse sia dei paesi che hanno tragicamente poi conosciuto sulla propria pelle quel regime, sia dei paesi lontani e liberi, che sono stati abbagliati e illusi da una delle più grandi menzogne della storia, con colpevole responsabilità, quando hanno saputo ed hanno avuto mille modi di sapere gli orrori di quel totalitarismo rosso ed hanno continuato a credere e a militare dentro partiti comunisti occidentali.
Il dovere degli uomini e delle donne che hanno mente e cuore liberi e vogliono aprire un futuro di dignità, di verità, di umanità per i loro figli è quello di guardare in faccia il comunismo con la stessa forza e lo stessa sistematica concentrazione, con le quali si torna sul fascismo e sul nazismo. E' un dovere verso i milioni di morti, di feriti, di perseguitati, di oppressi, i cui nomi sono spesso ancora ignoti nei luoghi più inimmaginabili d'Europa e del mondo, dove nemmeno un segno e un fiore stanno lì a dare un minimo ricordo.
Occorre avere il coraggio di incominciare ad accendere la luce in tutti i paesi, in Russia specialmente e nei paesi che hanno conosciuto (e conoscono ancora) regimi comunisti, sugli assassini e sui complici, che stanno ancora in mezzo a noi, per chiamarli al tribunale della storia e anche ai tribunali penali, come si fa giustamente con fascismo e nazismo, nei casi accertati di crimini odiosi contro l'umanità.
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