Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

La città dei mercati

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Una Befana beffarda, anche quest’anno, ha lasciato “monnezza” nella calza del quartiere Mercato. E’ questa la fotografia triste e lancinante dei nostri luoghi alle ore 10:00 di Domenica 6 Gennaio 2013. Da Porta Nolana, al Carmine, da Piazza Mercato a Sant’Eligio, una coltre indicibile di sporcizia ha ricoperto senza tregua gli antichi vasoli di piperno.

Tranquillizzatevi, non è accaduto nulla di nuovo, la celebre Notte della Befana, lo storico evento la cui origine si perde nella notte dei tempi e che ogni anno attira a Piazza Mercato almeno 100.000 abitanti della città e della provincia, si è svolta festosa, spensierata e, come al solito, nella sua irrimediabile anarchia.

La finta dimenticanza con cui le istituzioni abbandonano al proprio destino così tante anime è agghiacciante.

Questa voluta indifferenza alla legalità ed alle più elementari regole di sicurezza candidano, in questa notte così suggestiva, il nostro quartiere a girone di un inferno dantesco assente da punizioni ma non scevro da pericoli.

Rispettosa della “tradizione”, la Prefettura di Napoli, infatti, non ha organizzato nessuna Conferenza di Servizi per assolvere ai compiti di programmazione obbligatori in presenza di un numero così alto di persone. Per fare un esempio “calzante” è come se vi recaste allo stadio San Paolo per assistere ad un derby del Napoli senza l’ombra di un poliziotto, un carabiniere, un vigile del fuoco, un membro della protezione civile, un’ambulanza pronta.

 

Insomma, niente e nessuno a vigilare sull’incolumità di così tante mamme e bambini, di famiglie intere che ignare si immergono nella folla immensa, confidando nell’unica protezione possibile, lo sguardo attento dell’amorevole Madonna del Carmine e del misericordioso Sant’Eligio.

Una data “sbadatamente” cancellata dai calendari della Municipalità e del Comune di Napoli che, però, sopravvive nell’immaginario collettivo regalando emozioni e sorprese a migliaia e migliaia di visitatori.

La Festa della Befana è, soprattutto, un’incredibile opportunità socio-economica mai colta lasciata, invece, all’improvvisazione ed all’incuria.

Eppure, quella stessa notte, nella vicina Roma, Piazza Navona, senza saper offrire nulla di più di quanto non si possa fare qui da noi, è circondata da un servizio d’ordine adeguato che pedonalizza l’intero quartiere e garantisce, con la sua rassicurante presenza, i tanti ospiti della magica notte romana. Non di meno, la mattina seguente, una normale pianificazione, restituisce ai luoghi, la pulizia ed il decoro che gli spettano.

Una normale programmazione che a Napoli, evidentemente, non si vuole fare.

La notte della Befana è un’originale festa mercatale e, nel suo genere, non è nemmeno l’unica di cui il Quartiere Mercato ha l’onore di fregiarsi. Essa, infatti, fa il paio con il Mercato Natalizio dell’albero, degli addobbi e dei fuochi pirotecnici che si inaugura il giorno dell’Immacolata.

Tanta vitalità non sorprenda nessuno, perché Napoli è la Città dei Mercati e, sebbene si tratti di mercati di millenaria memoria che con brio rivivono tutti i giorni, essi appaiono nascosti e reietti alla città ed ai suoi flussi turistici.

Eppure sono lì, brulicanti ed operosi, che narrano alla luce del sole la nostra cultura popolare. Sono una vera a propria risorsa turistica e, al pari di catacombe ed ipogei, essa attende di essere “scoperta” e valorizzata. Non sarebbe, forse, insensato immaginare una visita di Palermo senza recarsi nella celebre Piazza Erbe di Verona?

I mercati popolari sono meta quotidiana dei cittadini che li animano e di turisti ghiotti di scene di vita vera e spontanea. Le due cose vanno di pari passo perché il mercato è attrazione. Il suo fascino irresistibile sta nei colori delle merci esposte, negli odori degli alimenti, nel brusio della folla, nelle urla di richiamo dei suoi commercianti.

I mercati storici di Napoli, belli ed invisibili, sono esclusi da qualsiasi itinerario turistico, quasi provassimo vergogna di un simile tesoro. Sicché, come in un’altra Napoli Sotterranea, in un affascinante caso di “speleologia turistica”, vale la pena scoprire il mercato alimentare di sopr’e’mmura, in una Napoli medioevale dalla quale, di tanto in tanto, riaffiorano torrioni di guardia dimenticati.

Si intuisce subito che, a dispetto della valenza dei luoghi, la mano del governo della città, qui è assente da troppo tempo. Alla vitalità ed all’improvvisazione dei mercatari si contrappone un visibile stato di abbandono denunciato dalla trascuratezza e dalla sua diminuita dimensione che un tempo vedeva estendere i suoi scanni fino al Lavinaio.

A Natale le sue viuzze gremite all’inverosimile di gente e di bancarelle, ci offrono la vista di uno spettacolo entusiasmante, la variopinta fiera popolare del mercato del pesce cittadino.

Pochi passi ed entriamo in Piazza Mercato e, circondati dalla esedra monumentale di borbonica memoria, assistiamo alla scena penosa, giornaliera, del turista che, pianta della città alla mano, cerca giustamente, il mercato a Piazza Mercato !

Fiduciosi di trovare il luogo dove acquistare i prodotti tipici del posto, l’artigianato locale, il souvenir d’autore, ai turisti, la piazza appare in tutta la sua desolante vastità, vuota e piena di promesse.

Sono trascorsi già 5 anni, infatti, dal giorno in cui fu svuotata dalle auto e dalle baracche abusive che impropriamente la ingombravano. Un atto liberatorio che fomenta le rosee aspettative degli abitanti e dei commercianti del quartiere.

La piazza di Corradino, Masaniello della Pimentel Fonseca, centro della vorticosa storia di Napoli e luogo di uno dei più popolosi mercati che il Mediterraneo abbia mai potuto vedere, giace dimenticata da tutti.

Ciononostante, la piazza conserva miracolosamente il suo genius loci, la sua vocazione commerciale inalterata nei secoli, fortemente caratterizzata dallo scambio di merci tra la città ed il suo estero. Una parabola recentemente conclusasi con l’epilogo della funzione di cittadella dell’ingrosso cittadino.

Bisognerebbe ricordare che ogni città europea ha il suo bel mercato ma capita a poche che sia millenario e, per trovare esempi analoghi, il confronto è con mercati del calibro del Gran Bazar di Istambul.

Nel recente progetto URBACT della Comunità Europea, dal confronto con altre città a vocazione turistica, è stato evidenziato come i “mercati storici” sono assurti al ruolo di polo di attrazione turistica, una funzione ancora assente a Napoli che produce lavoro, sviluppo,  favorisce l'artigianato e la micro-impresa.

Il Centro Commerciale Naturale delle Antiche Botteghe di Piazza Mercato, orgoglioso della propria piazza e memore del suo immenso valore storico, ritenendola una risorsa primaria per il quartiere e per la città, ha steso le linee guida per il suo rilancio come “vetrina della città di Napoli e della regione Campania” affinché Napoli si riappropri del suo mercato identificativo della propria cultura popolare.

 

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