Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Piazza Mercato: la cultura del commercio cittadino

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L’orologio di Sant’Eligio scandisce il tempo della storica Piazza Mercato guardandolo scorrere con una calma medioevale. E’ severo il procedere delle sue lance, esattamente, come il suo giudizio.

Impassibile, ha registrato la lenta ed inesorabile chiusura di migliaia di attività commerciali che affollavano il quartiere.

Un brulicare intenso di gente che unita in un “ora et labora” pagano, nel commercio e nell’artigianato, replicavano scene viste mille volte, sin dai tempi dell’allora “Campo del Moricino”.

L’orologio dava il tempo da occidente, le campane del Carmine da oriente, in mezzo l’animata e viva compravendita a sancire la vocazione storica, mercatale e commerciale, della piazza.

 

Poi, dopo aver assistito imperterrito, per più di un ventennio alla scena muta di un quartiere così importante, relegato al ruolo di retrobottega cittadino, 5 anni fa, ha sorriso all’improvvisa liberazione della bella e grande piazza, dalle macchine e dagli abusi.

Da quel momento conta i minuti e, in vero, li contiamo pure noi commercianti del quartiere che in questo lustro ci siamo organizzati per progettare il futuro dei nostri luoghi e dare voce al cambiamento.

Non è casuale che il riscatto parta con forza proprio dalle attività fronte strada.

E’ il genius loci. E’ scritto nel codice genetico di chi sente di avere ereditato non solo un lavoro ma, soprattutto, la cultura del commercio cittadino.

Con questi presupposti nasce il progetto del Centro Commerciale Naturale delle Antiche Botteghe di Piazza Mercato che ambisce alla trasformazione dei luoghi tenendo sempre ben presente le origini, traendone insegnamento e puntando su soluzioni che siano coerenti ed attuali.

Una visione che il consorzio dei commercianti ha subito condiviso, sviluppando sinergie con le due valide scuole del quartiere, l’Istituto Campo del Moricino e l’Istituto Isabella D’Este, con le due belle chiese, la Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore e la Chiesa di Sant’Eligio Maggiore, gemellandoci con il vicino Borgo Orefici, collaborando con le associazioni del territorio Storico Borgo Sant’Eligio, A.I.G.E., Asso.Gio.Ca, NarteA avvalendoci di preziose collaborazioni tecniche e scientifiche, Federico II, Città della Scienza, SI.RE.NA città storica e, costituendo, nell’ambito del progetto URBACT della Comunità Europea, il Gruppo di Supporto Locale per sviluppare, al meglio, la consapevolezza e le azioni necessarie all’attuazione dei progetti.

Sicché, Piazza Mercato non tornerà come la splendida veduta di Micco Spadaio ma ne riprende, nel progetto presentato alle amministrazioni comunali, provinciali e regionali, i toni e lo spirito vitale, per fornire alla città di Napoli la fiera-mercato del prodotto locale, della creazione artigianale e del manufatto d’autore, dedicata al cittadino ed al turista, proprio nell’epicentro della storia mercatale cittadina.

Una funzione presente in tutte le principali città europee che genera lavoro, procura crescita ed infine benessere e di cui è necessario dotarsi.

Il “Decumano del Mare”, il nostro asse monumentale, dalle belle gouaches napoletane trarrà ispirazione per, poi, nella sostanza, sviluppare un nucleo attivo di micro-imprese che tra ospitalità, visite guidate ai luoghi d’arte del quartiere e merchandising turistico, sappia raccontare la nostra storia e vendere ai visitatori la maestria della gioielleria orafa, della ceramica, della tessitura, del complemento d’arredo in genere.

Lo sviluppo graduale del “distretto artigianale e commerciale tessile” nel nostro quartiere, si specifica nel progetto della “strada dedicata all’abbigliamento su misura”.

Questa concentrazione di attività riprende il senso delle corporazioni della città medioevale ma l’attualizza, fortificando l’identità del quartiere, per rendere disponibile ai giovani designer una valida opportunità di crescita in un ambiente protetto.

La sequenza “fronte strada” dei laboratori e degli ateliers, infatti, offrirà nuove motivazioni di venuta per un’utenza in cerca di tipicità o di personalizzazioni.

Insomma, è giunto il tempo che il quartiere cambi volto e con tenacia si realizzino ad uno ad uno tutti i propositi. Ora, gli strumenti ci sono e chi amministra sa che deve e può agire.

Lo ricordano tutti i giorni le lance dell’orologio di Sant’Eligio e sono minuti che pesano come un monito.

 

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