Arin - Napoli: verso il completamento del piano industriale
"Questo passaggio - spiega Lucarelli - porta a completamento un forte impegno politico della Giunta e del Consiglio comunale. All'inizio del suo mandato, il sindaco Luigi de Magistris, ha dato vita ad un assessorato ai Beni Comuni e alla Democrazia Partecipativa rimarcando una scelta strategica che doveva caratterizzare la sua giunta per i successivi cinque anni: la volontà di farsi interprete delle istanze dei comitati e dei movimenti per la difesa dei beni comuni, in primis dell'acqua pubblica".
Dopo tre giorni dal suo insediamento, la Giunta comunale, con uno dei suoi primi provvedimenti (la delibera n. 740 del 16 giugno 2011) attivava un articolato percorso di consultazione e di approfondimento giuridico, economico e organizzativo che coinvolgendo il Forum dei movimenti per l'acqua, i comitati e le organizzazioni della cittadinanza attiva e, dall'altra, esperti nei diversi settori di interesse, mirava a sviluppare un nuovo modello di gestione del servizio idrico integrato. "Dagli approfondimenti giuridici anche con la partecipazione di esperti dei vari settori - ricorda l'Assessore - è stata ritenuta ammissibile la trasformazione di ARIN Spa in Azienda Speciale, ammissibilità recepita dalla delibera di Giunta del 23 settembre 2011, con cui propone al Consiglio questo passaggio". Il successivo 26 ottobre, il Consiglio dispone la trasformazione di Arin Spa nell'Azienda Speciale ABC (Acqua Bene Comune), approvandone lo schema di statuto e istituendo un comitato di sorveglianza con funzioni consultive, di controllo, di informazione, d'ascolto e di concertazione sul servizio pubblico idrico, con particolare riferimento alle decisioni sugli atti di pianificazione, programmazione e gestione del servizio idrico integrato. "Il piano industriale e finanziario di accompagnamento alla trasformazione di ARIN in ABC Napoli - conclude Lucarelli - prevede una prima fase, entro l'anno, con il trasferimento degli impianti di S. Giovanni, Bagnoli e Coroglio e degli impianti di sollevamento non presidiati, con il relativo personale. La fase successiva, da tre a cinque anni, riguarderà il trasferimento della parte restante delle reti e degli impianti ancora gestiti direttamente dal Comune".
(ANSA) |
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