Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Alla vigilia dell'8 marzo, donne uccise per "troppo amore"

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Verona. Domenica  4 marzo: un’altra donna uccisa dal marito, strangolata nella sua casa dopo una furibonda lite.  Il cronista , nel ricercare le cause di una simile efferatezza, si trasforma in opinionista  e  parla di “troppo amore”.

Delitto passionale, paura dell’abbandono, omicidio d’onore, è sbalorditivo come una certa stampa tratti argomenti del genere usando eufemismi che nascondono larvate o esplicite giustificazioni. Cosa sta accadendo nel nostro paese?

Forse questa recrudescenza di violenza nei confronti delle donne scaturisce dalla subcultura imperante negli ultimi tempi, che ha visto di nuovo le donne ridotte a oggetti, a proprietà, a beni di consumo.  La dignità femminile, a caro prezzo conquistata, nuovamente ridotta a brandelli da chi ne ha paura, con i massa media a fare da cassa di risonanza. Se a commettere azioni violente contro le donne sono persone di altre culture o religioni, troviamo subito esecrabili e barbari questi costumi così diversi dai nostri.  Ma lo sono poi davvero?

Oggi, alla vigilia di questo 8 Marzo così strano, in cui piangiamo donne uccise perché tali,  in nome della loro femminilità e di quella autodeterminazione conquistata con dolore e sofferenza,  persa insieme alla vita,  stranamente guardo con incrollabile fiducia al futuro delle donne nel mio paese. Di tutte le donne del mio paese, quelle che vi sono nate da generazioni e quelle venute da lontano, quelle che lavorano, creano, educano, puliscono, curano, badano, amministrano, governano.

 

E già da stasera preparo gli argomenti del dibattito, i brani da leggere e su cui discutere, gli articoli sull’emancipazione femminile e le biografie delle grandi donne del passato e del presente, per far sì che la lezione di giovedì prossimo, “Festa della donna” sia per i miei allievi interessante, viva, stimolante e costruttiva e che soprattutto li faccia riflettere sul vero significato della parola rispetto.

Sono fiduciosa perché ottimista e privilegiata.

Ottimista perché credo nel valore dell’educazione e della cultura e riconosco alla scuola il suo ruolo di leadership nella formazione dell’ individuo. Ritengo che essa possa realmente contribuire alla costruzione di una società più giusta ed equa, dove gli uomini e le donne uniti  e con pari diritti lavorino insieme .

Sono una privilegiata perché … sono un’insegnante.

Buon 8 Marzo a tutti!

 

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