Gennaro Sambiase Sanseverino (Sala Consilina, Salerno, 1821- Napoli, 1901), Duca di San Donato, patriota, sindaco di Napoli, parlamentare
Fu costretto all’esilio a Genova, Parigi, Londra, Torino. Fondò il “Courier d’Italie”, pubblicò il testo antiborbonico “Le Due Sicilie ed i governi d’Europa” (Torino 1856), tradotto in francese nella «Presse» e citato nel Parlamento inglese da Palmerston e Clarendon. Nel 1859 fu sul fronte della II guerra d’indipendenza con Garibaldi nei Cacciatori delle Alpi, che lo nominò poi nel 1860 tra i comandanti della Guardia Nazionale, contro l’esercito borbonico. L’eroe, per premiare la sua fedeltà e capacità in guerra gli scriverà più tardi, nel 1879, una dedica su una sua fotografia: “Al Car.mo amico mio ed aiutante di campo Duca di Sandonato Fratello d’armi nella campagna del 1859 ov’ebbe contegno da prode”. Nominato colonnello di stato maggiore della Guardia Nazionale e Soprintendente ai Teatri di Napoli, dopo il suo rientro in città, nel dicembre 1860, all’uscita dal San Carlo, subì un grave attentato da parte della camorra, con pericolo di morte. Ricoprì varie cariche pubbliche nell’ambito dell’amministrazione locale, in qualità di consigliere comunale e Sindaco di Napoli (vedi i suoi “Ricordi sul Municipio di Napoli”, Napoli, 1880) dal luglio 1876 all’aprile 1878. Consigliere provinciale, fu Presidente della Provincia, con qualche interruzione, dai primi anni Settanta per circa un trentennio. Morì a Napoli nel 1901 con immensa partecipazione di popolo ai suoi funerali. L’epitaffio-ricordo dice “Gennaro Sambiase Sanseverino/ Duca di San Donato/ attraverso il carcere l’esilio la guerra le lotte politiche/ provò come la vetustà del lignaggio illustre/ si volga ad indomabile amore di Patria di Libertà di Progresso./ Sindaco di Napoli/ concepì volle inaugurò/ la bonifica generale della grande Metropoli./Dalle fatiche e dagli onori/ nel corso di cinquantatre anni/ ritrasse unico invidiato premio/ l’universale e duraturo affetto dei suoi concittadini” |
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